Dopo l’ultima partita alla Juventus di Gigi Buffon e il suo vociferato addio al calcio nelle fila del PSG, un altro campione di Germania 2006 ha salutato per sempre il campo e i tifosi. Lunedì sera erano tutti lì, in un San Siro gremito, amici e colleghi calciatori, a giocare il match della “Notte del Maestro” e a celebrare la carriera di uno dei migliori registi di sempre.
Andrea Pirlo, 39 anni compiuti da qualche giorno, ha chiuso la serata di beneficenza ringraziando i presenti con la voce rotta dall’emozione. È sempre quel ragazzo timido e riservato dell’esordio al Brescia nel 1994, nonostante i dieci anni al Milan e le quattro stagioni alla Juventus, nonostante due Coppe Italia, sei scudetti, tre Supercoppe italiane, due Champions League, due Supercoppe UEFA, una coppa del mondo per club, innumerevoli trofei individuali e, infine, un bronzo olimpico e l’indimenticabile Campionato mondiale con gli Azzurri.

Lui che, a trentadue anni e all’apice del successo, si trasferì da Milano a Torino a parametro zero e cambiò le sorti del centrocampo juventino. Senza di lui – non è una coincidenza – il Milan non è più riuscito ad arrivare al podio della classifica. In bianconero ha continuato ad accumulare passaggi, fornire assist decisivi, tagliare traguardi.
Per gli avversari, concedere una punizione e guardare Pirlo alla battuta significava incrociare le dita e pregare che la sfera non prendesse la solita traiettoria magica e finisse in rete. In Nazionale era una sicurezza, messo lì a metà campo sembrava danzare con il pallone e muovere i compagni come un burattinaio nel suo spettacolo. A tutti gli appassionati di calcio rimarrà impresso il ricordo della notte di Berlino, e a tutti gli appassionati di calcio rimarrà il dubbio su cosa sarebbe cambiato per le sorti dell’Italia se Pirlo avesse giocato anche contro la Svezia.
A dire il vero, l’ex Brescia, Milan e Juve aveva già preannunciato il ritiro nell’ultimo incontro disputato in Major League Soccer con la maglia del NYCFC lo scorso novembre. A New York dal 2015, Pirlo aveva da subito conquistato l’affetto della città e della società grazie alle doti da fuoriclasse. In suo onore, la squadra del City Football Group ha ufficialmente indetto un “Pirlo Day” per ogni 6 dicembre e gli ha dedicato tanti degli ultimi post di Instagram di ieri.
Quando nascerà il prossimo Pirlo? Un calciatore che non ha solo talento e qualità tecniche e tattiche, ma anche disciplina, umiltà e rispetto. Di sicuro l’esempio del Maestro ispirerà le generazioni future. E chissà, speriamo di vederlo presto al di fuori dagli studi di Sky, in qualche centro sportivo…
Nella Notte del Maestro, è finita 7-7 tra i White Stars e i Blue Stars. Erano in squadra:
White: Abbiati; Dida; Bonucci; Chiellini; Costacurta; Favalli; Jankulovski; Maldini; Nesta; Oddo; Simic; Zambrotta; Zanetti; Baronio; Camoranesi; Gattuso; Lampard; Leonardo; Pepe; Pirlo; Cui costa; Verratti; Vidal; Baggio; Del Piero; Di Natale; Iaquinta; Inzaghi; Matri; Pato; Ronaldo; Totti; Vieiri. Allenatori: Antonio Conte e Carlo Ancelotti.
Blue: Buffon; Storari; Adani; Barzagli; Bonera; Cafu; Diana; Ferrara; Kaladze; Materazzi; Serginho; Albertini; Ambrosini; Brocchi; De Rossi; Diamanti; Marchisio; Perrotta; Seedorf; Borriello; Cassano; Quagliarella; Ronaldinho; Shevchenko; Tevez; Toni; Ventola. Allenatori: Massimiliano Allegri, Roberto Donadoni e Mauro Tassotti.
Gol di Shevchenko, Quagliarella, Pato, Cassano, Vieri, Cafu, Seedorf, Brocchi, Gattuso, Toni, Inzaghi, Matri