Domenica, 22 aprile 2018.
Ore 9.00

Driiiiiiinnnn.
Oddio, la sveglia! Oddio, che ora è? Che giorno è? Che è?? Ah, no: è il telefono! Uè, pronto? Sì, sì, sono sveglia. Sì, lo so… Il tren… aspe, quale tren… oddio, è domenica! Quella domenica, questa domenica. Quella che aspettiamo… da quando? Da mercoledì? No, non da mercoledì, non da quando il Napoli ha vinto in rimonta contro l’Udinese mentre la Juve pareggiava contro il Crotone in trasferta, o forse proprio perché la Juve pareggiava… No, non da quel giorno: da sempre. Il Napoli aspetta da sempre sfide come questa e questa qui in particolare, l’aspetta da almeno una stagione, questa della corsa scudetto… Una corsa che come tutte le corse ha i suoi rallentamenti, le sue impennate, i suoi inciampi e le sue rialzate. Insomma, qui si corre, e si corre verso un sogn… Ma che ora si è fatta?? Tardi!!! Mi sono svegliata nel mio letto ma ho 12h per sedermi lì, in quello stadio, nello stadio che due anni fa vide segnare un certo Zaza, a pochi minuti dalla fine. Io c’ero e che intossico. Vabbè, andiamo. La musica è cambiata, speriamo cambi anche il finale… Bagaglio leggero: si resta una sola notte: domani si torna a casa, intossicata o felice. Una delle due: un pareggio servirebbe a poco. Maró, il telefono va a vento: si sprecano i video e le foto di Napoli che aspetta, di Napoli che accompagna la partenza del Napoli radunando 5.000 dei suoi figli. Un accompagnamento virtuale, purtroppo, ma col cuore. Perché Napoli è così, è esattamente così. Napoli non sa tifare. Sa amare. Che è un altro fatto proprio. Napoli oggi segue una specie di iter, valido per tutti, a prescindere da età, ceto sociale, sesso, religione. Lo si segue per virtù di un sogno azzurro, che si tifi oppure no. Oggi basta essere napoletano, per…
Svegliarsi.
Realizzare che è la notte di.
Sperare.
Pregare.
Crederci.
Sorridere.
Riflettere.
Incupirsi un attimo.
Sorridere di nuovo beffardi.
Sarà bello esserci stati. Comunque vada, al di là del risultato.
Sempre e comunque.
Forza Napoli.
Sempre.
Eccomi di nuovo a perdermi nei miei pensieri! Ma ho un treno e un aereo da prendere…

Domenica 22 aprile 2018.
Ore 19.00.
Torino! Eccomi! Sana e salva! Certo, il treno “presunto alta velocità” che si ferma a 40’ da Roma per non meglio specificato guasto tecnico e che ti fa rischiare di perdere l’aereo, ha messo in serio pericolo la mia funzionalità cardiaca ma… È passata! Cioè, è ripartito! E dopo, nessun intoppo, eccezion fatta per l’hostess di Alitalia juventina, maledetta, che ha augurato al Napoli la sconfitta. Io comunque mica l’ho fatto apposta a chiamarla 1.854 volte in un’ora di volo. NO. Giammai. Comunque eccomi!!! Che caldo! Abbiamo portato il caldo, ottimo! Forza Napol… Oddio, ma che è??? Non ho mai visto tanti juventini in vita mia, lo giuro! Ma quanti sono??? Oh, ce ne fosse uno che tiene l’accento non dico del Nord Italia ma che perlomeno superi l’Abruzzo: niente. Tutta roba del Sud. C’è poco da fare: Juve in trasferta, Calabria, mica Torino, deserta. Fa quasi paura: le maglie bianconere sono intervallate solo dalle divise blu della polizia, quanta ce ne sta! Le porte sono chiuse ai tifosi del Napoli residenti in Campania ma non agli altri. Qualcuno c’è. Qualche centinaio. Ma dove sono? Eccoli!!! Vedo maglie azzurre! Tipo oasi nel deserto! Ci riconosciamo dalla faccia: persa in mezzo al “nemico”, circondati e consapevoli di essere in netta minoranza, ma fieri, a testa alta! In 10’ becco: tre napoletani oriundi a Torino, che sorridono amari, costretti lontano dal lavoro che a Napoli non c’è, una famiglia torinese che tifa Napoli, mamma esclusa e poi il top: due ragazzi in maglia azzurra che arrivano dal Belgio! E io che pensavo di essermi fatta una trasferta perché venivo da Napoli!!! Qualche saluto veloce, uno scambio veloce di pronostici, un doveroso “Nun succere ma sì succere” e il must: Forza Napoli. Sempre. Entro. Mamma mia che stadio! Va detto, la coreografia merita… E lo stadio pure. È bianco nero. Tranne nell’angolo di fronte, alla sinistra rispetto alla tribuna stampa: quell’angolo è azzurro. 839 volte azzurro, più quelli che si sono mescolati agli altri. Mi siedo. Attorno ho i colleghi, alla mia destra i tifosi del Juve. Davanti a me, ho Juventus-Napoli, gara di campionato di calcio di Serie A. Gara scudetto. Gara dopo cui ne mancheranno solo 4. Gara pazzesca. Gara dove c’è sempre quell’ex… Ma il Napoli gioca talmente bene e sogna talmente tanto che non ha neppure il tempo di pensare a “lui”. 20.45: fischio di inizio! Si va in scena. Forza Napoli! Sempre!Lo avevo già detto?? Vabbe! Repetita Juv… no, niente!
Domenica, 22 aprile 2018.
Ore 22.35.
Goooooooooooool! Kalidou!!! Gooooooool! Ma che ha fatto!!?? Calcio d’angolo, elevazione e gooooool!! Ok, siamo giornalisti, contegn… Goooooooool!!!! Non ci credo!!! Ma quanto manca?? 1 minuto??? E quanto dura ora un minuto??? Ma veramente era gol!!? Cioè, il Napoli ha appena segnato allo Juventus Stadium a pochissimi minuti dalla Fine!!!?? Si??? Ok, allora esultiamoooo! Ok, calma, calma! Ancora non è finita! Quanto dura il recupero!!? 3’?? Tutto sto tempo? E chi ci arriva?? Ok, ragazzi: perdete tempo! Reina tu prima di rimettere la palla, fai una telefonata alla famiglia che è sempre una buona idea! Sì, così, speditela su Marteeee poi ce l’andiamo a prendere noi, nessun problema! Forzaaaaaaa! Ma quando fischia??? Sono passati i tre minuti! Fischia che sennò ci porti tutti sulla coscienza: la trentina di giornalisti in tribuna stampa, gli 839 tifosi e i milioni di Napoletani nel mondo! Perciò Fischiaaaaaaa! Ok, Reina, tu tira, ma con calm… Ha fischiato! È FI-NI-TA!!! Juve-Napoli, 0-1! Mondo, hanno vinto!!! Non mi sembra vero! Non è vero! È vero! Lo è??? Oleeeee! Oddio, che emozione! Non ci credo! Cioè, il Napoli vince a Torino contro la Juve: ragazzi che storia… La storia!!!
Domenica notte, 22 aprile 2018.

Oggi il Napoli ha vinto contro la Juve in trasferta. Ecco, questa è la notizia. Ha vinto per un gol a zero. Questo è il risultato. Un risultato che però non racconta ciò che c’è oltre questo: c’è una gioia nel cuore, c’è il mondo dei Social impazzito, c’è la telefonata del tuo fratellino che ti chiede a che ora arrivi il Napoli a Capodichino perché “Li andiamo a prendere”, c’è Lorenzo Insigne in mixed zone che gioisce e scherza ma precisa che ora bisogna giocarsi 4 finali, c’è il coro degli 839 che quasi supera quello dei 39mila bianconero, c’è la voglia di essere a Napoli, a voler festeggiare in mezzo agli amici e ai parenti, c’è la scaramanzia di chi ti scrive che hai “portato bene” e ora devi esserci, sempre, perché qui la scaramanzia è una cosa seria, c’è la bellezza di esserci stati e l’emozione di averla vissuta, c’è l’adrenalina che non ti farà dormire, c’è il sogno ancora non realtà, ma molto meno virtuale, molto più concreto… c’è tutto questo. E molto di più. E c’è infine, un braccialetto sul polso, quello riservato ai giornalisti, quello dove c’è scritto “Juventus-Napoli”, quello che guardi, e che ti ricorda che è successo. È accaduto davvero. È successo e ora, tutto, la proprio tutto può succedere. E chissà che un sogno realizzato su un campo di calcio dal Napoli, non ne regali un altro in città a Napoli. In fondo, il Napoli ha vinto contro la Juve a Torino. In fondo, tutto può succedere…