Partita da dentro o fuori quella giocata sabato all’Artemio Franchi fra Fiorentina ed Inter, l’imperativo per entrambe era solo uno: vincere. Solo una vittoria, infatti, avrebbe consentito ad una delle due pretendenti di tenere viva la flebile speranza di raggiungere un posto per la prossima Europa League, obiettivo che, invece, sarebbe diventato più complicato in caso di pareggio.
Nell’ Upper East Side di Manhattan, una delle zone più ricche e dinamiche della città, noi de La Voce di New York abbiamo seguito la partita con alcuni membri del Viola Club New York, storico fan club di tifosi della Fiorentina e società non profit riconosciuta dallo Stato di New York, presso il ristorante “Felice 83”, al 1593 della 1st Avenue. Per l’occasione, era presente anche l’ Hellas Verona NYC Football Club, gruppo di tifosi veronesi legati da uno storico gemellaggio con i fiorentini.

Il manager del ristorante, Luigi Fanini, fiorentino che vive a New York da circa due anni, ci spiega che “il Fans Club viola segue le partite sempre qui, in una stanza separata del nostro locale. Ci conosciamo da anni e con alcuni di loro ho frequentato anche il Collegio ‘Alla Qeurce’ di Firenze, perciò ci definiamo ‘querciolini’: siamo legati da una lunga amicizia. Cerchiamo di seguire tutte le partite insieme, anche se per ovvi motivi di fuso orario e lavoro non sempre è possibile, soprattutto per le partite trasmesse qui alle 9 del mattino. Ma per i big match ci siamo sempre”.
A 10 minuti dall’inizio della partita, proviamo a chiedere un pronostico e Roberto, consulente informatico che vive in New Jersey dal 1992, ci risponde in maniera secca: “Oggi perdiamo, vince l’Inter. Noi fisicamente siamo meno in forma, quindi prevedo un 2-1 per loro”. Sentita la funesta previsione, Andrea, membro storico del Fans Club, collega giornalista, da 35 anni residente negli Stati Uniti, risponde stizzito all’amico: “Ma stai zitto, non gufare! Fiducia, ottimismo!”.
Prima del calcio d’inizio, le due squadre osservano un minuto di silenzio per il ciclista Michele Scarponi, morto venerdi in un incidente stradale, e Marco Ficini, tifoso viola che ha perso la vita in Portogallo dopo uno scontro tra alcuni tifosi del Benfica e Sporting Lisbona. Mentre i presenti gustano crostini, bruschette e taglieri colmi di salumi e formaggi toscani, la squadra nerazzurra, almeno nei primi minuti, sembra avere un leggero predominio territoriale e cerca di imporsi sulla squadra di casa. Ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, la partita, che fino ad allora era entrata quasi in simbiosi con il nuvoloso e triste cielo di New York, si sblocca: cross radente di Milic per l’accorrente Vecino che, tutto solo in area nerazzurra, trafigge Handanovic con un preciso tiro di prima intenzione. Minuto numero 23, Fiorentina-Inter 1-0.
La risposta della squadra ospite, però, è veemente: dopo appena 5 minuti dal vantaggio viola, l’asso croato Perisic riporta in parità il risultato e al 34’ è Icardi, dopo un passaggio filtrante di Joao Mario, a battere il portiere della Fiorentina con un diagonale di chirurgica precisione. Nel giro di 10 minuti tutto è capovolto: ora è l’Inter in vantaggio fra lo stupore generale dei tifosi del Viola Club New York. “Il buco che prima ha lasciato la nostra difesa non ha niente da invidiare a quello dell’ozono” commenta amaramente un tifoso viola.
Borja Valero, a due minuti dal 45’, cerca di pareggiare i conti ma Handanovic, con un prodigioso intervento, gli nega la gioia del goal. Tutti negli spogliatoi, all’intervallo l’Inter conduce per 2-1 al Franchi. Approfittando della pausa, facciamo due chiacchiere con Tommaso Boralevi, imprenditore fiorentino 40enne arrivato a New York nel 2004: “Questo club per me ha molta importanza e cerchiamo sempre di organizzare eventi importanti. Abbiamo invitato più volte qualche giocatore a visitarci ma, viste le distanze e soprattutto durante la stagione, sappiamo che non è semplice. Però è davvero una bella esperienza ritrovarci qua, tutti insieme, per vedere la Fiorentina: per molto tempo non avevamo un luogo fisso per seguire le partite, poi abbiamo scelto Felice 83 come nostro punto di ritrovo e ormai è diventata una piacevole tradizione”.
Conosciamo anche Simone, assistente di volo dell’Alitalia, arrivato venerdì a New York che, con una felpa della Fiorentina, ci confessa: “Fra poche ore, alle 19.20, riparto. Ma sapendo dell’esistenza del club e della partita che c’era, son venuto di proposito qua per seguirla. Potevo mica perdermela?”
All’inizio del secondo tempo, la possibile svolta del match: contatto D’ambrosio-Babacar e rigore per la Fiorentina. “Non ci credo, Valeri ci assegna un rigore!” esclama Simone. Sul dischetto si presenta la giovane stella viola, Federico Bernardeschi: cucchiaio mal riusciuto e Handanovic, di corpo, salva la porta dell’Inter. Quasi superlui i commenti poco amichevoli nei confronti del numero 10 viola dai propri tifosi newyorkesi: il termine più affettuoso con il quale lo si descrive è ‘bischero’, quelli meno benevoli sono facilmente immaginabili.
Fuori dal ristorante, inizia a diluviare, il cielo è lugubre e il tutto, condito con il momentaneo 2-1 dell’Inter, rende ancor più cupi gli animi dei tifosi presenti a Felice 83. Tutto sembra perduto, ma al 62’ arriva il provvidenziale colpo di testa di Astori che riporta in parità la partita: è l’inizio della riscossa fiorentina. Al 64’ è ancora Matias Vecino a fulminare Handanovic , questa volta con un diagonale da fuori area; passano poco meno di sei minuti e stavolta è Babacar a trovare il gol, con un preciso tiro nell’angolo lontano. L’attaccante senegalese, quando vede nerazzurro, spesso e volentieri si scatena e infatti, al 79’, sigla la sua personale doppietta, anticipando la retroguardia avversaria ed insaccando il 5-2 che manda in estasi il Franchi e il Viola Club New York.
Alessandro Sisto, presidente del Club che vive da circa 8 anni nella Big Apple, vedendo il clamoroso exploit viola, commenta: “Peccato aver perso sabato scorso contro l’Empoli, contro i ‘carciofai’, così affettuosamente chiamiamo i nostri cugini empolesi (ride)”. La partita sembra conclusa, oramai blindata con un rassicurante 5-2 che, apparentemente, lascia ben poche speranze all’Inter: qualcuno inizia a ringraziare i gemellati veronesi, ringraziandoli per la buona fortuna portata e invitandoli a seguire insieme anche la prossima partita. Per celebrare la vicina vittoria, è pronta anche una bottiglia di digestivo per un grande brindisi finale ma all’88’ Icardi, dopo aver controllato ottimamente un pallone in area, batte Tatarusanu e accorcia le distanze. I bicchieri sono pronti sul bancone del bar, la bottiglia ormai sta per essere stappata ma ancora il bomber nerazzurro, uno degli ultimi ad arrendersi, con un colpo di testa mette a segno il 5-4 che raggela il sangue dei presenti a Felice 83.
Dietrofront, la bottiglia di digestivo deve attendere, c’è il recupero da seguire: l’Inter, al 93’, ha un’occasione di platino per raggiungere un incredibile pareggio, ma il tiro da fuori area di Brozovic, dopo aver superato l’estremo difensore viola, è salvato sulla linea di porta da Astori. Fortunatamente per i tifosi fiorentini, il risveglio della squadra ospite è troppo tardivo e l’arbitro fischia la fine della partita: Fiorentina batte Inter 5-4.
Roberto, che all’inizio ci aveva dato il suo pronostico, scherzosamente chiarisce: “Sì, è vero, avevo detto che avremmo perso 2-1, ma non mi riferivo al risultato finale, parlavo solamente del primo tempo”. Dopo il finale thriller, stavolta, senza nessun ulteriore colpo di scena, la bottiglia per celebrare la soffertissima vittoria può essere finalmente
stappata.

Intervista ad Alessandro Sisto, presidente del “Viola Club New York”.
Parlaci del tuo Fans Club.
“Questo Viola Fans Club è stato fondato nel 1990, e qui è presente Andrea, uno dei membri con più anni di militanza. Qui a New York siamo circa una quarantina ma abbiamo anche molto seguito a Firenze, dove possono seguirci tramite la nostra pagina su Facebook e sul nostro sito internet. Ci sono anche soci americani, qualcuno newyorkese, altri che si trovano nel New Jersey. In una città come New York, con i suoi ritmi forsennati, non è facile seguire tutto dall’Italia: ricordo che quando sono arrivato qua negli USA, ero un po’ spaesato e questo club ha rappresentato per me un grande aiuto, era come se respirassi aria di casa con loro. Ci divertiamo e parliamo, non solo di calcio. Cerchiamo sempre di organizzare eventi ed iniziative: sono venuti a trovarci diverse personalità legate alla Fiorentina, come Giuseppe Rossi e Christian Riganò”.
Cosa ne pensi dell’attuale società della Fiorentina?
“Parlando sinceramente, io non mi lego in modo particolare alla proprietà di turno, presidente o dirigente che sia. Cerco di legarmi di più ai calciatori, anche se ultimamente è abbastanza difficile. Parlando dei Della Valle, secondo me sono bravi imprenditori ma a livello sportivo non sono supportati da una struttura molto efficiente. Anche Pantaleo Corvino, che in passato ha avuto più possibilità di modellare l’organico della squadra, quest’anno ha dovuto fronteggiare debiti della società che gli hanno impedito di lavorare in maniera libera”.
Che considerazione hai di Paulo Sousa, l’attuale allenatore della Fiorentina?

“Anche nel nostro Club abbiamo idee contrastanti al riguardo. A livello tattico non mi dispiace, credo che esprima un gioco abbastanza moderno, era forse il successore ideale, per tipo di gioco, del nostro ex allenatore, Vincenzo Montella. Però non mi ha convinto del tutto: alcune scelte e qualche sua ‘ invenzione’ sui ruoli assegnati ai calciatori non la capisco. Quest’anno mi aspettavo qualcosa di più da lui e dalla squadra”.
Da quando vivi a New York, qual è il ricordo più bello di una partita o evento della Fiorentina? E quello che invece vorresti dimenticare?
“Ricordo tristemente una partita, nel 2012, quando perdemmo 5-0 in casa contro la Juventus. Fu un pomeriggio tragico, ma fu tutta l’annata ad essere molto negativa per la Fiorentina. Cosa invece ricordo con molto piacere non è una partita in particolare ma è la tournée estiva del 2015 qua negli USA dei viola. Eravamo in molti allo stadio dei Red Bull NY, preparammo anche uno striscione e ricordo che andando in treno, poiché lo stadio si trova nel New Jersey, trovammo molti altri tifosi della Fiorentina, turisti e non. Fu davvero un gran bel momento”.
Credi ancora ad un’aventuale qualificazione alla prossima Europa League?
“La speranza è l’ultima a morire, ma la vedo abbastanza complicata. Da un lato, forse, sarebbe meglio non qualificarci per iniziare un nuovo progetto però, dall’altro, sarebbe positivo per una questione di immagine e visibilità a livello internazionale. Ci credo comunque, anche dopo aver perso il derby contro l’Empoli. Questo finale di campionato si sta rilevando anche più interessante del previsto, quindi crediamoci”.