A volte il calendario della Serie A sembra una sorta di almanacco in cui le profezie si susseguono a ritmo sincopato senza soluzione di continuità, quasi fosse tutto previsto sin dal principio. Una specie di gioco ad incastro, come se qualcuno avesse previsto tutto, senza lasciare nulla al caso. Questa 16° giornata di campionato è stata caratterizzata da scontri al vertice che nemmeno il più prolifico dei sognatori avrebbe potuto prevedere. Fiorentina, Napoli, Juventus e Roma, squadre di vertice, si sono scontrate tra loro per il predominio temporaneo della classifica. Tra le quattro pretendenti l’Inter di Mancini ha goduto delle sue glorie e delle disfatte degli altri.
I nerazzurri confermano lo stato di grazia travolgendo l’Udinese al “Friuli” con quattro reti e zero subite, ma con l’orecchio al terreno ascoltano l’incedere cadenzato del galoppo della Juventus che mette a segno la sua sesta vittoria consecutiva ai danni della Viola ed invia segnali espliciti alla capolista del suo arrivo imminente, giusto per togliere il sonno al Mancio che seppur primo a sei punti dai bianconeri certo avrebbe preferito la promiscuità con altre squadre piuttosto che la vicinanza inquietante della Vecchia Signora. La Roma si umilia a Napoli, nel senso che non essendo per nulla capace di competere ad un livello accettabile, ha optato per un bagno di umiltà tirando i remi in barca sin dal primo minuto, con l’equipaggio bene al coperto per evitare disastri ed aspettando la fine della gara per raggranellare un punticino, salutato dal Mister Garcia come una benedizione. Un naufragio a questi livelli sarebbe stato catastrofico per il tecnico transalpino. Il Napoli non può molto contro gli scudi dei giallorossi, gli uomini di Sarri provano ad incunearsi tra le solide mura giallorosse ma ottengono solo qualche piccola breccia impenetrabile ai delanteros partenopei. Il risultato è uno scontato zero a zero quasi infamante per due squadre con ambizioni di vertice. Il Milan stecca anche contro il fanalino di coda Verona che blocca le illusioni di una facile vittoria rossonera e rimanda ad altra sede un rilancio seppur modesto ma importante per la piazza meneghina. La gara finisce in parità con qualche recriminazione da parte del club di Milanello. Sinisa Mihailovich sembra un orso in catene. Se la prende con il mondo intero ed anche con l’altro mondo. Risponde alle domande dei colleghi stizzito e feroce. Sintomo che la serenità ormai non abita più da quelle parti.
Juventus – Fiorentina 3-1
Nella notte dello “Stadium” non c’è spazio per i preliminari. Come due amanti focosi le due squadre passano subito all’attacco, la serata si accende subito di passione autentica e dopo nemmeno un minuto è la Viola a colpire nel segno. Contatto di Chiellini su Bernardeschi e penalty sacrosanto per la Fiorentina, che Ilicic trasforma spiazzando Buffon. La Juventus accusa il colpo, ma non cede. Anche lei vuole la sua parte di soddisfazione e qualche minuto dopo si prende la rivincita. Gli ex a volte combinano guai, Cuadrado da buon ex, scaricato troppo in fretta aggiusta le cose con il destino. Gira di testa un pallone destinato al centro dell’area come sponda, la sfera decide il contrario e prende una traiettoria da capogiro, si impenna carica d’effetto e squarcia la rete difesa dall’estremo rumeno che nulla può contro le leggi distorte della fisica applicate al calcio. Allegri dispone la sua squadra con diligenza. Le due punte, Dybala e Mandzukic sono le più in forma del campionato. Pogbà non si accende in Europa ma brilla allo “Stadium”. Khedira al centro è un punto di riferimento importante. La difesa è una istituzione iscritta all’UNESCO come patrimonio dell’umanità calcistica. La Juve ristabilisce le regole e si impone progressivamente. Paulo Sousa capisce il momento, teme le giocate avversarie ma pensa di farcela. La Viola è una squadra accorta, tenace e tatticamente corretta ma non manovra abbastanza. La Juve sottrae campo agli avversari, li schiaccia ritmicamente indietro. Allegri si dimena in panchina. Non ha le idee chiare su chi sostituire. Fa alzare un paio di volte Sturaro, poi opta per Morata al posto del croato Mandzukic. Ma mentre sta per avvenire la sostituzione, la Juve recupera un pallone dalla mediana che innesca la profondità di Dybala. L’argentino tenta di scavalcare Tatarunaso, che sembra il nome di un fumetto manga invece è un portiere romeno. L’estremo viola si immola e riesce a deviare la sfera che per un caso beffardo finisce proprio tra i piedi di Mandzukic, che segna a porta sguarnita. Giro di campo tra l’acclamazione del popolo bianconero e standing ovation al cambio con Morata. Allo scadere la gloria sorride a Dybala che merita il gol del definitivo 3-1. Paulo Sousa culla ancora i suoi desideri onirici di scudetto, ed afferma che “La squadra è stata all’altezza della Juve ed ha retto l’urto per oltre un ora”. Sulle sponde dell’Arno il sogno continua.
Napoli – Roma 0-0
Siamo d’accordo. Dopo alcune figuracce rimediate tra campionato e Champions questa sfida del San Paolo non poteva essere quella del rilancio giallorosso. Possiamo essere anche d’accordo con il mister per le sue scelte di contenimento volte a non subire troppo le giocate partenopee. Ma annullarsi completamente per 90’ questo proprio non riusciamo a capirlo. La piazza romanista ha le sue esigenze, una sconfitta sarebbe stata dannosa per l’ambiente già troppo provato, ma decidere di non giocare non è mai la scelta migliore. L’acqua passata sotto i ponti dalla seconda giornata di campionato in cui la Roma sottomise i bianconeri ora sembrano aver cambiato direzione. La Roma è solo l’ombra allungata da un triste tramonto, un ectoplasma della squadra di inizio campionato. La Juve ha fatto balzi da marsupiale gigante. La Roma ha fatto il gambero, accusando un'involuzione tattica e tecnica paradossale. Dzeko , unica punta giallorossa è stato relegato ad un ruolo di quinto difensore aggiunto. Praticamente non ha visto un pallone e non ha mai visto nemmeno la porta avversaria difesa da un Reina spettatore a sbafo. Sarri dopo la vittoria contro l’Inter segna il passo dopo la sconfitta a Bologna e questo pareggio inutile contro la Roma. Non riesce a scardinare la difesa giallorossa e nemmeno ci prova con convinzione. Piccoli passi falsi tutti a favore della capolista Inter
Udinese – Inter 0-4
Inter che scaccia l’incubo dell’Udinese che la cabala vuole come (ennesima) bestia bianco-nera dei nerazzurri. E dove non arriva la potenza distruttrice degli attaccanti di Mancini arriva l’indulgenza natalizia sotto forma di regali anticipati. Per tre volte i difensori friulani servono su un piatto d’argento tre assist ai punteros nerazzurri che non si fanno certo pregare e sigillano il risultato con un capolavoro di Brozovic all’87’ che a giro palla infila il sette della porta di Kamezis per la quarta volta. Regali inaspettati forse, ma anche dovuti in qualche caso al pressing asfissiante del centrocampo nerazzurro che costringe gli avversari a retropassaggi pericolosi in cui hanno gioco facile fuoriclasse del calibro di Icardi e Jovetic. Un ottimo Handanovic sventa alcune minacce friulane da gran campione, confermando il suo periodo positivo tra i legni della sua squadra dove ha subito appena 9 reti in questo campionato. Prima della classe che conferma il trend positivo ed Udinese strapazzata oltre misura.
Per ora l’Inter si gode il posto al Sole ambito da mezza Italia. Il futuro però è sempre incerto. Mai a fidarsi dei raggi troppo accesi, possono abbagliare.
Altri risultati della 16 giornata Serie A:
Chievo – Atalanta 1-0
Empoli – Carpi 3-0
Milan – Verona 1-1
Palermo – Frosinone 4-1
Genoa – Bologna 0-1
Lazio – Sampdoria : (oggi alle 20:45 , New York ore 2:45 pm)
Classifica:
Inter 36
Fiorentina e Napoli 32
Juventus 30
Roma 29
Sassuolo 26
Milan 25
Atalanta ed Empoli 24
Torino e Chievo 22
Lazio e Bologna 19
Palermo ed Udinese 18
Sampdoria e Genoa 16
Frosinone 14
Carpi 10
Verona 7