Un punto al giorno. Cinque punti in cinque partite. Mesto e triste bottino della Vecchia Signora in questo incubo che si chiama Campionato di calcio. Generazioni intere di tifosi non hanno mai assistito ad una partenza così difficile della Juventus. Al novantesimo minuto della gara contro il modesto e neopromosso Frosinone è successo anche che la platea, incredula per il pareggio acciuffato dai ciociari all’ultimo minuto, scarichi le proprie tensioni e la propria amarezza accompagnando i bianconeri verso lo spogliatoio con una bordata di fischi. Quello che non ti aspetti prima o poi accade.
Le partenze sprint non sono mai state il piatto forte di Mister Allegri, nelle precedenti esperienze, se si esclude l’anno scorso con la Juve, il tecnico toscano ha raccolto ben poco nelle prime gare, un diesel, quello juventino che stenta a mettersi in moto. Se poi consideriamo che la squadra quest’anno si è rinnovata parecchio ed i giovani calciatori stentano a trovare l’innesco giusto, ecco che la miscela di polveri si bagna ed il colpo resta in canna. E i vertici societari ora cominciano a mostrare segni di insofferenza, il distacco in classifica di dieci punti rispetto all’odiata capolista stanno diventando incolmabili e possono mettere in discussione un intero progetto definito quest’estate con il rinnovo di Allegri in panchina. La dirigenza teme di veder sfumati gli incassi relativi alla partecipazione in Champions del prossimo anno. Un budget di oltre 40 milioni di euro potrebbe sfumare nel caso la Juventus non riesca a qualificarsi per la partecipazione della più importante competizione europea soprattutto se si tiene conto che gli investimenti fatti in campagna acquisti sono nettamente superiori agli incassi delle vendite con una differenza in passivo di quasi 60 milioni di euro. E allora la preoccupazione diventa panico assoluto. E dal momento che la paura fa novanta, ecco uscir fuori i pezzi da novanta del club bianconero; John Elkann, azionista di maggioranza bianconero fa sapere a mezzo stampa che la dirigenza resta compatta e non ci saranno fucilazioni di massa, ma “occorre essere maggiormente determinati al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati”. Per dirla in altre parole: la pazienza è finita.
Quinta sinfonia d’autunno
La quinta giornata si è eclissata dietro le dune ed un incanto fa apparire la sesta proprio dietro l’angolo in una alternanza di anticipi, posticipi, recuperi ed affini che farebbe impallidire il jet lag di un volo transoceanico senza soste intermedie. Il campionato di calcio non ammette sconti e corre veloce al ritmo di tre partite alla settimana. La notizia del giorno è il pareggio della Juventus allo Stadium, fino ad ieri baluardo inespugnabile ed oggi proscenio del primo storico punto del Frosinone nella massima serie. Un dormiveglia generale della difesa bianconera mette in condizione il Capitano Blanchard, italianissimo 27enne difensore del Frosinone, di saltare indisturbato sul pallone spiovente dal corner, all’ultimo respiro dell’incontro ed infilare la difesa meno battuta dello scorso anno con una facilità disarmante.
L’Inter invece fa l’esatto contrario: in cinque gare raccoglie il massimo dei punti con il minimo sforzo ed un inaspettato cinismo. Segna (soltanto ) sei gol e ne incassa (soltanto) uno. A San Siro contro il Verona decimato dagli infortuni, l’Inter rompe il muro del suono alzato da Mandorlini con un gran gol dell’ex “brocco” Felipe Melo, tornato in auge tra i propri tifosi dopo le “carezze” non proprio ortodosse propinate al Balo nel derby vinto dai nerazzurri alla terza di andata.
La Roma perde malamente a Genova, domina l’incontro con un possesso palla di oltre il 70 per cento, stile Barca. Tira 24 volte in porta, costringe l’estremo blucerchiato Viviano a dieci parate decisive, batte 19 calci d’angolo ma alla fine incassa due reti e perde. Le logiche del calcio si scontrano con le variabili impreviste della sfera , per sua natura sfuggente ed illogica. Il gol decisivo di Eder nasce su calcio di punizione dal limite; il portiere piazza (male) la barriera , l’italo-brasiliano vede l’angolino basso alla destra di De Sanctis e spara. La barriera piazzata male si comporta anche peggio, non si muove di un centimetro rispetto all’asse del pallone facilitando il compito all’attaccante doriano che impallina fatalmente il colpevole estremo giallorosso.
Il Napoli dopo i botti di Piedigrotta contro la Lazio ed il Brugge, liquidati entrambi con la manita, esaurisce le cartucce e spara a salve contro il robusto Carpi di Mister Castori, che svela alla Serie A una squadra low cost fatta di ragazzi quasi sconosciuti alle masse affamate di idoli e modellata a sua immagine e somiglianza. Il tecnico marchigiano viene dalla provincia del calcio. Ha sempre avuto squadre da salvare e le ha portate (quasi) sempre al riparo dai perigliosi flutti nelle poche radure che il campionato sa offrire. Una organizzazione schietta e verace impenetrabile anche per il Napoli, che ha sofferto l’indole difensiva degli avversari e non è andato oltre un deludente pareggio.
E quando le regine del calcio nostrano , tranne l’Inter, stentano a raccogliere, la provincia si prende i titoli che gli spettano. Quella tra il Palermo ed il Sassuolo ad esempio, è stata una gara spettacolare. Corsa, ritmo, calci e pugni. Alla fine otto ammonizioni e due espulsioni non hanno privato di un grammo la dinamicità al netto delle giocate. Aspettando ancora il miglior Vazquez, Iachini preso dall’ira, si fa pure espellere subito dopo il gol di Floccari al 35’ lasciando la panca in balia degli eventi. Gesto deprecabile per un condottiero che avrebbe dovuto restare in piedi sul cassero a dettare i tempi della riscossa invece che abbandonarsi anima e corpo in una comoda poltrona sulle tribune. Lodi invece a Mister Di Francesco che con questa vittoria sale al terzo posto, “meritato più che mai”, come lui stesso ha ammesso.
È paradossale come in questo avvio di campionato le squadre più blasonate e di caratura superiore stentano non poco per riuscire a competere con le provinciali mentre in Europa il discorso è nettamente diverso. Tranne la Viola le italiane si sono comportate benissimo al cospetto delle europee. Un'inversione di tendenza che lascia sperare per il cammino in Champions ed Europa League, ma ricorda in modo troppo evidente il dilemma della coperta troppo corta. Da un lato onori e dall’altro piccoli drammi di provincia.
Prossima di A
Si continua domani con la Roma che affronterà il Carpi, ospite poco incline a farsi mettere sotto i ferri. Garcia ha annunciato che il Carpi sarà trattato alla stregua del Barcellona e Florenzi già si allena al tiro al piccione dagli 80 metri. Considerati i baluardi difensivi di Castori, quello forse sarà l’unico modo per segnare.
In serata, il clou della sesta di andata, vedrà i bianconeri attesi alla prova del nove. Tra numeri e cabala a vincere alla fine sarà sempre il migliore.
Al San Paolo di Napoli in scena il nemico pubblico numero uno dei partenopei in una gara tra big in piena crisi di identità e di risultati. Nessuna vorrà farsi del male ma quando il gioco si fa duro poi i veri valori escono allo scoperto. Due team farciti di fuoriclasse con aspettative decisamente migliori del posto in classifica che il triste fato a loro riserva in questo primo scorcio di campionato non possono fallire in eterno. Per le formazioni ancora buio pesto, i due tecnici non si scoprono. Una lotta di nervi oltre che una partita di pallone. Non sono previsti tifosi bianconeri al seguito per un ordinanza della prefettura di Napoli. Ne gioverà di certo il servizio d’ordine, ma con questo annuncio i giocatori bianconeri sono sempre più soli, non saranno sostenuti a dovere dai loro tifosi in un incontro così delicato ed importante e di certo essere vuoti nell’anima sarà ancora più difficile per la Juventus alle prese con una crisi inaspettata di gioco e di risultati.
Ma poi saranno sempre i migliori che vincono? Hanno fatto la stessa domanda al mitico Nereo Rocco prima della gara di campionato tra il suo modesto Padova e la grande Juventus a metà degli anni ’50, nello Stadio “Appiani” di Via Carducci che oggi porta il suo nome. Un giornalista torinese ha concluso con la frase “ Vinca il migliore” , subito rintuzzata dalla risposta del “Paròn” Rocco: “Speriamo proprio di no”.
A volte sono i migliori che vincono, a volte ci piace pensare che esiste un cuore ed un anima dietro ogni cosa, un energia vitale, un fuoco ed uno spirito che fanno del gioco del calcio un simulacro di passioni. Al fischio d’inizio della sesta di andata auguri a tutti ed, ovviamente, vinca il peggiore.
Per la cronaca, quella partita tra il Padova di Rocco e la Juventus finì in pareggio e la Juve fallì un calcio di rigore allo scadere.
Quinta di andata: Risultati e classifica
Empoli – Atalanta: 0-1
Carpi – Napoli : 0-0
Chievo – Torino: 1-0
Fiorentina – Bologna: 2-0
Inter – Verona: 1-0
Juventus – Frosinone : 1-1
Lazio – Genoa : 2-0
Palermo – Sassuolo: 0-1
Sampdoria – Roma :2-1
Udinese – Milan 2:3
Classifica:
Inter 15
Fiorentina 12
Sassuolo 11
Chievo, Sampdoria e Torino 10
Milan e Lazio 9
Roma ed Atalanta 8
Palermo 7
Napoli 6
Juventus 5
Empoli 4
Verona , Genoa, Udinese e Bologna 3
Carpi 2
Frosinone 1
Prossimo Turno della Serie A , Sesta di Campionato:
Sabato 26 settembre ore 18:00 (New York ore 12)
Roma – Carpi
Ore 20:45 ( New York 2:45 pm)
Napoli – Juventus
Domenica 27 Settembre
Ore 12:30 ( alba a New York)
Genoa – Milan
Ore 15:00 ( New York ore 9 am)
Bologna – Udinese
Sassuolo – Chievo
Torino – Palermo
Verona – Lazio
Ore 20:45 ( New York ore 2:45 pm)
Inter – Fiorentina
Non si sa perché di lunedi:
Frosinone – Empoli e Atalanta – Sampdoria chiudono la lunga maratona di campionato ormai senza soluzione di continuità tra una giornata ed un'altra.