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March 29, 2015
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ulgaria-Italia: Eder, l’oriundo venuto dal Brasile per salvare Conte

Luca TontodonatibyLuca Tontodonati
Eder esulta con Conte (Foto Ansa)

Eder esulta con Conte (Foto Ansa)

Time: 5 mins read

Al fischio finale della sfida contro la Bulgaria per le qualificazioni ad Euro 2016, l'Italia esce dal campo con l'azzurro sulle maglie stinto della pioggia di Sofia, un azzurro sbiadito come la prestazione della Nazionale che agguanta il pareggio solo negli ultimi cinque minuti dopo quasi 80 minuti di non-gioco. Una prodezza del “brasiliano” Eder salva il tecnico Conte da una imbarazzante sconfitta ma il risultato ottenuto non basta a dissimulare lacune paurose in difesa e larghi vuoti mentali a centrocampo. Verratti non riesce ad illuminare la serata per mancanza cronica di elementi a cui fornire energia.

La legge di Murphy recita che le cose che cominciano male nella maggior parte dei casi poi vanno a finire peggio. Non era cominciata sotto la buona stella questa trasferta in Bulgaria già dalla settimana precedente in cui la federazione aveva annunciato di naturalizzare due calciatori che militano nel campionato italiano ma nati nel nuovo mondo. Il Sampdoriano Eder e l'argentino dal cuore palermitano Vasquez che  dopo aver appreso dalle loro rispettive federazioni Brasile ed Argentina di non essere intenzionate a farli giocare, hanno sposato la causa della Nazionale italiana con passione mettendosi a servizio di Conte con entusiasmo. Le dichiarazioni, mendaci o veritiere, di Eder :”…tanto il Brasile non mi chiama” sono suonate come un ripiego ed hanno contribuito a spaccare l'opinione pubblica tra favorevoli e contrari. Anche gli addetti ai lavori hanno preso posizione sull'eventualità di schierare gli “oriundi” motivando le scelte del tecnico come fossero le uniche da prendere in considerazione vista la penuria di italici elementi a disposizione della Federazione Italiana Gioco Calcio. A riguardo la Voce si era espressa già da dicembre con un consuntivo sulle differenze tra l'Italia e le altre nazioni europee alle prese con il problema dei troppi stranieri che contribuiscono a far salire, ma non sempre, la qualità del gioco ma sono causa di espressione demotivante nei confronti del vivaio dei giovani anche per motivi di natura economica. In un clima di veleni e polemiche la Nazionale è partita alla volta di Sofia per affrontare una modesta squadra di calcio priva di talenti,  l'ombra della squadra che in passato ci aveva dato qualche dispiacere.

Dopo la pioggia la bufera era in agguato e la tegola dell'infortunio a Marchisio ha contribuito ad addensare il cielo con nuvoloni carichi di polemiche. Il calciatore, dopo un primo controllo, ha appreso di dover restare fuori dai campi di gioco per almeno sei mesi mandando la Juventus su tutte le furie. Marotta se la prende con la Nazionale colpevole di aver danneggiato un suo prezioso elemento in vista dell'utilizzo in Champions League, Conte e la Federazione si difendono come possono e a loro discolpa mostrano il video in cui Marchisio si è fatto male da solo.

A Sofia non smette di piovere e sugli azzurri piove di tutto. Domande sferzanti, polemiche scroscianti ed accuse dilavanti e all'ennesima domanda provocatoria su Marchisio, Conte si toglie stizzito il microfono ed abbandona la sala gremita da giornalisti, molti dei quali solo alla ricerca di un ostinata polemica fruttuosa solo per le vendite al botteghino ma dannose per l'ambiente della Nazionale.

L'Italia scende in campo già provata da una settimana infelice e funestata da numerosi eventi sfortunati tra cui il febbrone da cavallo occorso al capitano Buffon sostituito da Sirigu, compagno di squadra di Verratti al PSG. Conte schiera l'Italia come fossa la Juventus, difesa a tre con Chiellini, Bonucci e Barzagli. Centrocampo composto da Verratti erede naturale di Pirlo, Bertolacci e Darmian a sinistra e Candreva ed Antonelli a destra della mediana. In attacco la coppia Immobile e Zaza. A snocciolare la formazione già viene più di un dubbio su come questa squadra possa essere competitiva rispetto alle altre del panorama calcistico Mondiale, basta rileggere la formazione dell'Italia di qualche anno fa per far passare i brividi allo scrivente e rendere quasi irriverente il paragone con questa Nazionale. La partenza però è buona e lascia intravedere uno spiraglio di luce nel buio delle polemiche. Anche la fortuna sembra essere tornata in casa Italia: una deviazione provvidenziale del difensore bulgaro Minev deposita il pallone nella sua rete e porta in vantaggio l'Italia che incassa e porta a casa un regalo impacchettato a dovere. A questo punto molti giocatori azzurri pensano di aver risolto la gara e piombano in un incubo freddo e buio come la pioggia di Sofia che invece scuote la Bulgaria e dopo sei minuti pareggia: Ivelin Popov giocatore che milita nel Kubin Krasnodar appena ricevuto il passaggio dalla trequarti lascia partire una sassata che si infila nell'angolo sinistro della porta difesa, si fa per dire, da Sirigu che osserva e lascia passare. Tripudio da brividi sugli spalti tra spettatori increduli e sorpresi. L'Italia è frastornata, non ha la volontà ne i mezzi per riprendersi dal colpo subito ed infatti al 17' Micanski buca letteralmente la difesa italiana con un colpo di testa che trafigge Sirigu e porta in vantaggio la sua squadra. Ormai in campo e sugli spalti è un delirio di esultanze mentre in panchina Conte ha il volto di chi sta per salire sul patibolo come vittima sacrificale ed unico responsabile della disfatta che si è materializzata in meno di venti minuti.

Manca ancora più di un ora alla fine della partita ed il tempo cronologico non deve essere tiranno come quello meteorologico, avrà pensato Conte. Però la Nazionale non reagisce ed è piacevolmente insensibile persino alle sferzate di acqua gelida che si abbattono sul Vasil Levsky Stadium di Sofia. L'armata azzurra non può anteporre nemmeno una certa qualità in campo, i vari Antonelli, Bertolacci, l'innocuo Zaza, lo spento Immobile e il trio disastroso della difesa azzurra non aggiungono nessun valore qualitativo in campo. Il parigino Verratti è vittima di se stesso e quando prova ad innescare il gioco la pioggia spegne la scintilla e le azioni muoiono ancor prima di concretizzarsi.

Conte nella ripresa prova a mescolare le carte , sostituisce l'inoperoso Zaza con l'oriundo Eder, Bertolacci che non aveva demeritato lascia il posto a Soriano dal fisico scultoreo ma con leve inadatte ad operare su certi livelli e Gabbiadini, finalmente, per Antonelli. La musica però non cambia di molto, anzi non cambia affatto fino al 85'. Lampo di Eder che riceve da Chiellini in area, si gira di scatto e con un tiro millimetrico fredda portiere e pubblico che ormai assaporavano la vittoria. Corsa del brasiliano verso la panchina ed abbraccio liberatorio al tecnico Conte che lo aveva voluto fortemente in Nazionale. Ultimo sussulto con Gabbiadini che dopo una giravolta in area per un millimetro non trova la porta e la rete eventuale del vantaggio.  La partita finisce sul risultato di 2-2 ma la pioggia non cessa di tormentare pubblico e giocatori e di sicuro il temporale bulgaro devasterà i sonni di Conte sempre più alle prese con una squadra priva di elementi validi per competere in tornei ad alto tasso tecnico.

I fenomeni ce li siamo un po' dimenticati e quelli che abbiamo, giovani talenti compresi, non abbiamo saputo allevarli con rispetto e con amore. La difesa italiana , baluardo insormontabile per generazioni di attaccanti di mezzo mondo ora riesce a prendere due gol in dieci minuti di cui uno da un modesto attaccante che milita nella serie B tedesca ed Il portiere italiano saracinesca ideale per ogni porta che si rispetti ora non è affatto esente da colpe e non riesce ad infondere la giusta sicurezza a tutto il reparto difensivo. Lunga vita a Gigi Buffon dunque, mentre come un disco rotto che spezza ogni incantesimo mi torna alla mente una voce metallica che esce dai diffusori e che comincia a snocciolare nomi: Zoff, Gentile, Cabrini, Oriali, Collovati , Scirea… e qui mi devo fermare.

 

La difesa italiana: assente ingiustificata ma adulta per potersi firmare da sola il libretto delle giustificazioni, voto 5

Il Centrocampo italiano: senza luci ma con molte ombre. Poca qualità ma tanta fisicità. Voto 5

L'attacco italiano: una sola rete per una prodezza del singolo e pochi tiri verso la porta avversaria, voto 5

Il Tecnico italiano: Alcune testate giornalistiche del patrio suolo evitano di dare un voto al tecnico forse per timore di farlo arrossire oppure per malcelata riverenza? Voto 5

Eder, nota a parte: un lampo nel buio che da fiducia e fa morale e l'Italia vista oggi ne ha mortalmente bisogno. Non solo quella del calcio.

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Luca Tontodonati

Luca Tontodonati

Vivo a Pescara e sulle rive dell'Adriatico trascorro gran parte della mia esistenza annotando tutto e scrivendo oltre il necessario. Geografo e cartografo mi occupo di divulgazione storica. Fautore del "come eravamo", chiudo gli occhi e immagino i luoghi del passato. Appassionato di calcio, mi lascio trasportare dall'istinto più che dalla logica. Le partite amo seguirle allo stadio e quando capita di vederle in TV abbasso l'audio. Scommetto su tutto ma non vinco (quasi) mai. Frase preferita: "Presa singolarmente, l'umanità è davvero insopportabile". Un pregio: intuitivo. Un difetto: tifo quella squadra lì...

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