Le terapie combinate contro il virus dell’Hiv contribuiscono a rallentare il declino cognitivo, che indica la degenerazione progressiva delle capacità cerebrali intese come memoria, pensiero, giudizio e velocità di apprendimento, trasformandosi, in un arco breve di tempo, in un vero e proprio deterioramento cognitivo globale, cronico e generalmente non reversibile.
I neuroni sono in grado di ricombinare i propri geni e, se da un lato, questa peculiarità potrebbe ampliare la gamma delle proteine di cui il cervello beneficia, dall’altro favorisce l’insorgenza della malattia di Alzheimer. Responsabile di questa malattia e sua caratteristica è la presenza del gene APP, precursore della proteina beta-amiloide. I neuroni di pazienti con Alzheimer hanno mostrato di avere copie di questo gene le cui varianti sono addirittura migliaia.
Nella ricombinazione un ruolo chiave gioca un enzima chiamato “trascrittasi inversa”, il quale produce duplicati nel Dna di molecole Rna, spesso sbagliando e da cui derivano tutte le varianti del gene App osservate, e poiché questo “stesso enzima” è sfruttato dal virus Hiv per infettare le cellule, ecco che le terapie antiretrovirali a contrasto dell’Hiv, che prendono di mira la trascrittasi inversa, possono “contrastare” anche il meccanismo alla base del declino cognitivo.
Il Maranovic, che inibisce la proteina CCR5 è un farmaco in compressa studiato contro l’Hiv, che è in grado di disattivare il gene specifico responsabile della perdita della memoria. Non di rado, infatti, capita che un farmaco prodotto per contrastare una patologia si riveli efficace nel debellarne o tenere sotto controllo altre.
Il farmaco Maraviroc, che costa solo 9 dollari ed è in uso dal 2007 negli Stati Uniti, viene assunto in una nuova prospettiva di cura perché in grado di rallentare e tenere sotto controllo il declino cognitivo, sfruttando il meccanismo che il virus Hiv utilizza per infettare il nostro corpo. Questo farmaco appartenente alla classe degli antiretrovirali, è secondo uno studio pubblicato di recente su Nature, in grado di avere inaspettate proprietà terapeutiche per le patologie correlate alla demenza e al deterioramento cognitivo, bloccando il processo infiammatorio associato all’invecchiamento all’origine di molte patologie, tra cui anche i tumori stessi.
Pertanto, le ricerche in questa direzione devono proseguire dato che intuizioni e cambi di utilizzo per processi analogici potrebbero condurci lontano dal punto di partenza, ma a raggiungere risultati insperati in altri ambiti, come ci dimostra il fortunato caso del Maraviroc.