Il test Hpv ha costituito un progresso nella diagnostica dell’infezione da Hpv non solo perché ha permesso di dimostrare la grande diffusione del virus nelle sue differenti varianti, cd. sierotipi, ma anche perché ha consentito di evidenziare le infezioni provocate dai ceppi ad alto rischio oncogeno.
L’Hpv o virus del papilloma umano è un virus a DNA ampiamente diffuso tra la popolazione femminile e nella maggior parte dei casi è asintomatico, per cui molte di coloro che si infettano non ne hanno conoscenza venendo il virus debellato, spontaneamente, dal sistema immunitario nel giro di due anni. Tuttavia, il 5/10% di coloro che si sono infettate presentano un reale rischio di progressione verso il tumore alla cervice uterina.
I sottotipi di papilloma virus sono più di un centinaio e vengono rilevati attraverso l’hpv DNA test, simile ad un tampone vaginale che isola la presenza del DNA virale, in quella sede.
Il test consiste nel prelevare una piccola quantità di cellule dal collo dell’utero (cervice uterina) con le modalità di esecuzione analoghe a quelle del Pap test.
Tra i due test, l’hpv test ha una sensibilità maggiore rispetto al pap test, essendo più efficace nel predire la possibilità di sviluppo di lesioni che potrebbero evolvere in tumori, ma è meno specifico rispetto al pap test per quanto concerne l’individuazioni di infezioni funginee o batteriche. Un pool di ricercatori dell’Università di Edimburgo ha evidenziato l’importanza di eseguire il test Hpv, individuando, – ed è questa la novità-, come possa fornire informazioni sul pericolo di una recidiva, nelle pazienti affette da tumore della cervice uterina.
Il test, infatti, rileva frammenti di DNA nel sangue, offrendo la possibilità di stimare in che modo ed in che misura il tumore risponda al trattamento.
Pertanto, per le pazienti affette da tumore al collo dell’utero cresce la speranza di monitorare l’avanzamento della malattia e, quindi, di sconfiggerla.
Eseguire il test Hpv, è consigliato fortemente, non solo in funzione preventiva e di screening, ma anche, quando è presente o è stato trattato il tumore al collo dell’utero come indicatore della risposta ai trattamenti.