Il 2021 è stato un anno straordinario per Elon Musk. Uomo dell’anno per la rivista Time, uomo più ricco del mondo secondo le graduatorie della rivista Forbes, geniale inventore della vettura elettrica Tesla e visionario esploratore spaziale con la sua navetta spaziale e con la sua volontà di colonizzare lo spazio.
Eppure chi ha avuto modo di interlocuire o approcciare Elon Musk, lo definisce genericamente: strano. Certo strana rimane la sua genialità. Probabilmente senza rivali per lungo tempo. Eppure come lo stesso Elon Musk ha ammesso, lui soffre della sindrome di Asperger, rivelazione fatta durante la sua apparizione a Saturday Night Life. La sindrome di Asperger, dal nome del pediatra Austriaco che per primo la individuò studiando alcuni bambini affetti da problemi di interazione sociale e con forti interessi monomaniacali.
Si fissavano su un solo oggetto, situazione, materia, spesso eccellendo specificamente in un settore. Nel mondo, ad oggi, si contano circa quaranta milioni di persone affetti dalla syndrome di Asperger. La British National Acustic Society riporta che le persone affetti dalla Sindrome di Asperger, vedono, sentono e percepiscono il mondo differentemente dalle altre persone. Insomma, la definizione si applica alla perfezione al mondo visto, percepito, progettato e costruito da Elon Musk. Lui, la sua genialità, la sua intelligenza e la sindrome di Asperger lo hanno condotto dove noi altri normali non saremmo capaci di arrivare. Eppure, la stranezza di Elon Musk affascina, incuriosisce. Gli evita, per quando ad oggi ne sappiamo, problemi di accettazione sociale, inclusione.

Diverso è il caso di chi soffre della sindrome di Asperger e non ha raggiunto le genialità di Elon Musk. Spesso la sindrome di Asperger è associata all’autismo. Un disturbo neurologico ancora oscuro agli studiosi. Esso si manifesta sin dai primi anni di vita e solitamente ha tre maggiori manifestazioni: un paziente chiuso nel proprio mondo, incapace di ogni comunicazione con l’esterno. La seconda manifestazione è una incapacità di comunicare chiaramente ed in maniera articolata. La terza è una fissazione alla ripetizione di attività e interessi molto ristretti.
Ad esempio alcuni bambini affetti da autismo sono soliti allineare automobiline o giocattoli in fila giorno dopo giorno, senza esplorare altre possibilità di usarli differentemente. Spesso la person anello spettro autistic rivela una forte avversione ad ogni cambiamento o novità. Il film Rainman, 1988, ci informò su questa diversità e genialità delle persone affette da autismo. Narrava la storia di Kim Peek, un uomo con una memoria prodigiosa, magistralmente interpretato da Dustin Hoffman, che manipolato ad arte da Tom Cruise, era capace di mandare a memorie combinazioni di gioco delle carte che fruttavano al suo falso mentore, enorme vincite al gioco.
Ovviamente non tutte le persone che rientrano nello spettro autistico hanno le capacità mnemoniche di Kim Peek. Si calcola che all’incirca il 10% delle persone nello spettro autistico abbia capacità intellettive superiori o differenti. L’altro 90% potrebbe avere dei talenti insoliti o straordinari spesso non individuati. Ad essi si guarda per lo più per la loro atipicità o stranezza. Spesso rinunciando ad esplorare una reale o latente capacità di eccellere in un settore nonostante la condizione autistica. É forse arrivato il momento, seppure in ritardo, di guardare alle persone nello spettro autistico in una nuova ottica, magari differente.
Esiste una vasta letteratura su questo tema che ci presenta esempi di artisti ed uomini di scienza che seppure nello spettro autistico hanno dato un notevole contributo al settore nel quale si sono cimentati. Un volume, scritto dal giornalista Steve Silberman*, merita una particolare segnalazione: Neurotribes – The Legacy of Autism and the Future of Neurodiversity.
Il lavoro di Silberman, con prefazione di Olivers Sachs, uno che di neurodiversità se ne è occupato per tutta la vita, merita attenzione (e ritorneremo con altri articoli sul testo) perchè narra in dettaglio le peculiarità genialoidi di alcune figure notevoli della scienza, ad esempio Cavendish, rientranti per il loro comportamento nello spettro autistico. Non tutti, i protagonisti presentati nel lavoro di Silberman, hanno raggiunto la fama e popolarità di Cavendish. Tanti però hanno raggiunto ragguardevoli traguardi e considerazione sociale. La stranezza genialoide di Elon Musk e i casi di neurodiversità presentati in NeuroTribes ci guidano, forse, a virare sul giudizio che spesso diamo su persone che a noi normali sembrano strane. Lì, in quella persona, in quell’uomo, in quella donna, si nasconde forse un genio. Di certo un essere umano meritevole di rispetto e attenzione.
* In una precedente versione dell’articolo, era stato scritto che lo stesso Steve Silberman rientrasse nello spettro autistico, ma l’informazione era errata ed è stata corretta.