La scuola è una delle realtà più duramente colpita dalla pandemia. Bambini ed adolescenti sono stati privati per svariati mesi della scuola e, soprattutto, del loro diritto alla socializzazione e al contatto con i compagni.
La didattica a distanza ha rivelato i propri limiti soprattutto in seguito alle prove Invalsi 2021. In ogni caso a settembre la scuola è ripartita in presenza su tutto il territorio nazionale, sebbene persista ancora con un po’ di confusione sulle tempistiche e sulle procedure da seguire in caso di contatto con un contagiato.
Garantire l’istruzione ai ragazzi rimane una priorità dei governi di tutto il mondo ed è proprio in concomitanza dei primi mesi di scuola che il colosso farmaceutico Pfizer-Biotench ha chiesto alla agenzia Food and Drug Administration (FDA) un’autorizzazione all’uso di emergenza del vaccino anti-Covid sui bambini dai 5 agli 11 anni.
La casa farmaceutica, quindi, ha presentato all’ente regolatore statunitense i dati di uno studio di fase 2/3 e la FDA ha fissato intorno al 26 ottobre un colloquio coi consulenti per discutere l’eventuale l’ampliamento della platea vaccinale agli under 12 anni.
La risposta potrebbe arrivare nel mese di novembre e potrebbe rendere idonei al vaccino circa 28 milioni di bambini.
Se i dati dovessero risultare affidabili e promettenti la didattica a distanza potrebbe essere fortemente limitata e potrebbero essere ridotte le maglie della quarantena/isolamento.
Pfizer ha anche dichiarato che una doppia dose di 10 microgrammi – un terzo rispetto a quella utilizzata per gli adolescenti e gli adulti – risulterebbe sicura e generativa di una risposta immunitaria “solida”. Questa doppia dose sarebbe ben tollerata nei trial clinici ed avrebbe prodotto una risposta immunitaria ed effetti collaterali paragonabili a quelli riscontrati nella fascia 16-25 anni.