Un giorno prima dell’inizio della sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dedicata a Covid-19 e i progressi sul vaccino, la Federazione Russa ha organizzato una conferenza, tenuta dai suoi delegati all’ONU Dimitry Chumakov e Vassily Nebenzia, con la partecipazione anche del Ministro della Salute, Mikhail Murashko.
La conferenza era dedicata alla presentazione del vaccino russo, chiamato Sputnik V, sviluppato dal Gamaleya National Center of Epidemiology and Microbiology di Mosca.

L’ambasciatore Nebenzia ha spiegato che tre principi hanno guidato il governo russo nello sviluppo di questo farmaco: in primis la solidarietà tra Paesi, in secondo luogo la ricerca di un portfolio di vaccini, basati su un ventaglio di possibili tecnologie, per ottenere più risultati nel minor tempo possibile, ed infine l’uguale accesso per tutti i Paesi del mondo.
Date queste premesse, tuttavia, i russi hanno tenuto a rimarcare ripetutamente che la loro proposta vaccinale è la prima del mondo, approvata per l’uso emergenziale in Russia già l’11 Agosto 2020, e soprattutto che è migliore di quelle occidentali, in quanto più sicura.

La tecnologia su cui si fonda il vaccino russo è il vettore adenovirale, già utilizzata per altri vaccini umani. Non contenendo materiale genetico, il vaccino basato su vettori virali derivanti da adenovirus (nel caso di Sputnik V sarebbero due diversi vettori) sicuramente non rischia di introdurre COVID-19 che potrebbe replicarsi all’interno di un corpo sano. Le compagnie Pfizer e Moderna non sono mai state direttamente citate, tuttavia la tecnologia mRNA è stata più volte menzionata come “non certa” e “non testata a lungo termine”.
Secondo i dati presentati oggi, basati su un campione di 45’000 persone in tutto il mondo, Sputnik V sarebbe efficace al 91.4% con una sola dose e al 95% con due. I risultati completi della Fase 2 di trial saranno resi noti a dicembre. Inoltre, avrebbe un costo contenuto di 10$ a dose, e potrebbe essere conservato a temperature tra 2 e 8 gradi Celsius, certamente più agevoli da mantenere rispetto alla refrigerazione estrema richiesta per i vaccini mRNA.

Secondo quanto riportato da Nebenzia, la Russia è pronta a iniziare la vaccinazione di massa la prossima settimana, e potrà distribuire il suo vaccino ad altri Paesi che intendessero comprarlo sin da gennaio, grazie alla collaborazione nella produzione con una lista di Nazioni, tra cui Brasile e Argentina.
Finora, comunicano i russi, 40 diversi Stati hanno già ordinato oltre 1.2 miliardi di dosi. Per concludere, la delegazione russa ha caldamente invitato l’ONU a sovrintendere alla coordinazione del lavoro tra diversi Stati, affinchè sia prodotto e distribuito il farmaco il più velocemente possibile.
Non è chiaro quali siano i 40 Stati che avrebbero ordinato dosi del vaccino russo, e se includano anche ordini da paesi occidentali. Per ora gli Stati che hanno pubblicamente annunciato l’uso di Sputnik V sono Bielorussia, Ungheria, India ed Emirati Arabi. L’unico dettaglio fornito per ora è che la popolazione dei 40 Paesi che hanno richiesto l’aiuto della Federazione Russa ammonterebbe a oltre la metà di quella mondiale.

L’unico membro dell’UE ad avere già richiesto dosi di Sputnik V è, appunto, l’Ungheria, dove tuttavia il valore propagandistico della decisione non è passato inosservato. Ha commentato Gabriella Lantos, responsabile della sanità del partito Nuovo Mondo, all’opposizione: “forse è sicuro ed efficace, ma è soprattutto un modo per il Governo di fare la sua propaganda (…). Se abbiamo problemi, i russi sono nostri amici, e sono loro che verranno a salvarci: è questo il messaggio veicolato”.
Certo che, se i russi non avessero voluto dare l’idea di una competizione per il primato scientifico mondiale bensì di una cooperazione internazionale, avrebbero potuto non chiamare questo vaccino proprio Sputnik.