Mentre il numero dei contagi continua ad aumentare, qualche buona notizia fa capolino nella così complessa lotta al nuovo coronavius. È doveroso sottolineare, però, che il numero delle vittime, in questa fase, non è direttamente proporzionale al numero dei contagi, anzi la maggior parte dei positivi è fortunatamente asintomatica.
Oggi la gestione della pandemia è più sotto controllo. Studiando il virus, infatti, abbiamo più armi per combatterlo. Sappiamo che i virus dipendono completamente dalle cellule dell’ospite e sappiamo che la sua disintegrazione spontanea, invece, è variabile e dipende da molti fattori. Nell’incertezza iniziale riguardo alla più efficace strategia terapeutica da attuare, nel caso del Sars-CoV 2 si è provato ad identificare trattamenti non diretti propriamente al virus, ma atti a ridurre la eccessiva risposta infiammatoria da esso scatenata e che coinvolgerebbe diversi organi del paziente.
A questa categoria appartengono i farmaci steroidei, i quali sono in grado di contrastare e ridurre l’infiammazione che a volte si sviluppa quando il sistema immunitario reagisce in modo eccessivo per combattere una infezione. E noi sappiamo che la vasta risposta infiammatoria causata dal coronavirus è stata fatale per molti pazienti.
A questo punto entra in scena il desametasone, un farmaco steroideo il cui utilizzo è stato introdotto nei primi anni ’60 per il trattamento di una vasta gamma di patologie, tra cui quelle autoimmuni (come ad esempio l’artrite). Per cui, se i pazienti con patologie che necessitano di farmaci steroidei sono considerati persone a rischio nel caso di un’infezione da Coronavirus, vari studi scientifici riportano, invece, che gli stessi farmaci potrebbero avere un’efficacia nella risoluzione della patologia.
Il desametasone, già inserito nelle line guida dei trattamenti covid-19 in Lombardia, secondo alcuni dati preliminari di uno studio britannico, avrebbe ridotto di quasi un terzo la mortalità dei pazienti affetti dal virus Sars-CoV-2.
A supportare questi dati preliminari, ci sono studi clinici internazionali che confermano la speranza di far aumentare la sopravvivenza al coronavirus.
Ma oltre alla grandiosa notizia riguardante il trattamento dell’infezione, l’altra ottima caratteristica di questi farmaci è che sono economici (in Italia circa 6 euro) e largamente disponibili. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato nuove linee guida che incoraggiano il loro utilizzo. Il desametasone è economico, facilmente reperibile e, altresí, facilmente utilizzabile per salvare vite umane in tutto il mondo.