La Russia ci ha salvati? Ce l’abbiamo fatta? Io consiglio ancora cautela.
Tutte le più grandi testate mondiali (vedi New York Times) hanno riportato la notizia dell’ottenimento dell’attesissimo antidoto. La Russia avrebbe trovato Sputnik, il vaccino che ci renderebbe immuni dal Sars-CoV-2, più noto come coronavirus.
Ma prima di descrivere le perplessità del mondo della scienza circa la celerità dell’ottenimento, vorrei descrivere i passaggi fondamentali della sperimentazione clinica dei vaccini.
Innanzitutto, sia che si tratti di un vaccino o di un farmaco specifico è necessario studiare la malattia per trovare la cura. Per poter parlare di vaccino, poi, abbiamo bisogno di sapere se le persone guarite sviluppano anticorpi diretti anti- Sars-CoV-2 e se questi siano in grado di bloccare il contagio. Per farlo abbiamo bisogno della sperimentazione animale e di tutta la fase pre-clinica e clinica. Per ottenere l’antidoto tanto desiderato sono necessari tempi per garantire efficacia e contemporaneamente sicurezza popolazione mondiale. È necessario stabilire se la protezione immunitaria contro Covid-19 dipenda principalmente dagli anticorpi antivirus o dalla reazione dei linfociti T killer.
La guarigione della grande maggioranza di malattie virali è il risultato dell’azione combinata degli anticorpi e dei linfociti killer, in altre dipende dall’azione esclusiva di uno dei due fattori. Valutando le varie fasi della sperimentazione clinica sappiamo che per arrivare alla famosa fase 3 il potenziale vaccino viene sottoposto alla sperimentazione pre-clinica che include studi in vitro e su modelli animali attraverso i quali si definiscono il meccanismo d’azione (cioè la capacità di indurre la risposta immunitaria), il profilo tossicologico e le prime evidenze di efficacia e sicurezza su un organismo vivente complesso. Per dimostrare la totale efficacia e sicurezza di un qualsiasi prodotto medicinale sono necessari gli studi di fase 3 che prevedono: confrontare soggetti che hanno avuto il vaccino e soggetti che hanno avuto una somministrazione placebo; suddividere i soggetti e trattarli in maniera randomizzata e altri invece trattati in maniera casuale.
In Russia invece sono stati trattati 76 soggetti (tra cui una delle figlie di Putin) e pare sia stata saltata la fase 3. Ad oggi, nel resto del mondo, sono in via di sperimentazione circa 200 approcci vaccinali, 4 di essi sono in fase avanzata e ogni step è ben documentato!
Restiamo fiduciosi, ma non è ancora tempo di cantare vittoria!