Riconosce il Covid in meno di 10 minuti. Il dispositivo è stato messo a punto da un team di ricercatori dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli a Napoli e testa la presenza del virus in tempi rapidissimi. I primi esperimenti sono stati effettuati presso l’Ospedale San Luca di Lucca e sono stati presentati a Milano in una conferenza pubblica.
“Abbiamo messo disposizione della comunità scientifica i risultati della nostra ricerca – spiega il prof. Nunzio Cennamo del team di ricerca – penso che questo metodo veloce ed economico di rilevamento possa essere utile non solo per le campagne di prevenzione ma anche come profilassi. Ho scritto al sindaco di New York Bill De Blasio, infatti il sensore che abbiamo messo a punto – spiega Cennamo – può essere utile per i rigorosi protocolli di test e tracciamento che l’amministrazione newyorchese sta organizzando per mettere al sicuro i cittadini e gli studenti che si apprestano ad affrontare il prossimo anno scolastico”.
La città di New York sta affrontando uno dei momenti più difficili della sua storia ed è alle prese con il complesso compito di affrontare l’emergenza sanitaria, con tutti i mezzi e le energie disponibili.
“I test approfonditi sono la chiave per riaprire la nostra città in sicurezza – aveva dichiarato il sindaco Bill de Blasio – Essere testati non si tratta solo di prenderti cura di te stesso, è un dovere civico per i tuoi colleghi newyorkesi. Abbiamo reso i test il più rapidi e convenienti possibile per garantire ai newyorkesi gli strumenti di cui hanno bisogno per proteggere se stessi e i loro cari”.
Di qui l’idea di scrivere una lettera al sindaco di New York per mettere al corrente de Blasio delle innovazioni di questa ricerca italiana. Un prototipo di sensore chimico in fibra ottica in grado di riconoscere e misurare la concentrazione del virus Sars-Cov-2 in diverse soluzioni acquose (fluidi biologici, sangue, acque reflue, etc), archiviando i dati automaticamente in Internet. I tempi del test sono molto rapidi e la misura dura meno di 10 minuti.
Cuore del dispositivo: il sensore ottico messo a punto dallo Spin Off dell’Università Vanvitelli e la start up italiana MoreSense srl, con sede a Milano, impegnata nel campo delle nanotecnologie e del riconoscimento molecolare. Si tratta dunque, di un nuovo metodo di rilevazione del Sars-CoV-2 che consente di ridurre drasticamente tempi e costi delle misure del virus e che, in particolare, permetterà di raccogliere in automatico i risultati in una banca dati via internet.
“Stiamo parlando di una misura quantitativa del Sars-CoV-2 in matrici acquose e non del solito test qualitativo “ON/OFF”. – spiega ancora Cennamo – Il sensore potrà quindi essere usato anche nella cura dei pazienti COVID-19 che, trattati con nuovi farmaci, necessitano di una tecnologia portatile ed a basso costo che sia in grado di misurare la carica virale step by step nei protocolli di cura”.