Cocoa Beach, posto ideale per gli eventi spaziali. Al sogno americano di un ritorno nello spazio, sulle spiagge in prossimità di Cape Canaveral, in Florida, hanno assistito centinaia di spettatori festanti. “Perché la nostra eccitazione è parte della missione”, ha detto il sessantenne Steven Rocha, uno dei presenti. Sabato 30 maggio 2020 infatti, alle 15 e 22, dalla rampa 39/A del Kennedy Space Center, la navetta Falcon 9 di SpaceX, ha lanciato verso la Stazione Spaziale Internazionale, la capsula Crew Dragon, con a bordo Douglas Hurley e Robert Behnken, astronauti della Nasa. Cocoa Beach, in prossimità della base di Cape Canaveral, era il posto più vicino da dove attendere il lancio, dal momento che a causa delle restrizioni dovute al Covid19, l’intera area della base aerospaziale rimane chiusa al pubblico.
Nonostante la breve e disturbata visibilità, dovuta al clima ancora incerto, che ha tentato di mettere di nuovo in pericolo la missione, la scheggia di luce apparsa alla folla si è inserita in un quadro composto dalla voce agitata dell’Oceano, centinaia di nasi all’insù, e nessuna distanza sociale, nonostante la necessità dei tempi, trasmettendo emozioni difficili da dimenticare. Il boato percepito nell’aria dopo la scomparsa di Falcon fra le nuvole, ha eccitato ancor di più i presenti, che hanno contraccambiato con completa ovazione. I parcheggi antistanti l’accesso alle spiagge erano saturi già in prima mattinata e nonostante l’arrivo della pioggia, che ha costretto tutti al riparo sotto gli ombrelloni, nessuno ha lasciato i propri posti. Quindici minuti di incertezza premiati da un sole rinnovato. Intere famiglie hanno viaggiato per diverse ore, con l’intenzione di festeggiare l’evento in musica e grigliate, seppur proibite, sotto enormi tende attrezzate. Steven Rocha da anni preferisce assistere ai decolli spaziali in compagnia della folla, invece che dal balcone di casa con esposizione precisa su Cape Canaveral. Ne è valsa la pena per un ricordo indelebile.

In condizioni atmosferiche ottimali, senza nuvole dunque, il bagliore emesso per grazia del sistema di propulsione, è visibile in aria anche fino a due minuti. Allo stesso modo la fluorescenza potrebbe essere avvistato a distanza di alcune centinaia di chilometri. Non è stato così per Falcon 9. Infatti è sfrecciato in cielo con la Crew Dragon sul groppo dopo che tre giorni prima, per colpa di Bertha, una tempesta di fulmini abbattutasi sulla regione, aveva ricevuto il No Go, bloccato sulla terra.
Cocoa Beach amata dai surfisti, è a nord della Florida, a sud della base di Cape Canaveral e a circa tre ore da Miami. Le sue spiagge sono parte di una foresta marittima, abitata da diverse specie di uccelli, ed è la porta di accesso al Kennedy Space Center Visitor Complex, anche museo, da cui in precedenza si è potuto assistere da vicino al lancio dei missili con un biglietto di entrata acquistato con largo anticipo.

L’ultima volta che astronauti americani furono lanciati dal suolo americano risale all’8 luglio 2011 per la missione STS-135 dello Space Shuttle Atlantis, compagno in pensione dell’Apollo. Successivamente, i viaggi diretti alla Stazione Spaziale Internazionale sono stati effettuati con la capsula Soyuz di proprietà della Russia. L’impresa Crew Dragon Demo-2 dunque segna l’inizio di una nuova era, i viaggi commerciali nello spazio appunto, e servirà come test finale per la convalida del progetto stesso. La capsula, con gli astronauti è previsto che ritorni verso fine agosto, termine della missione. È anche la prima volta che la Nasa gestisce una missione di questo genere finanziata da un privato, ovvero l’azienda aerospaziale SpaceX dell’imprenditore, già proprietario della Tesla, Elon Musk.
I due astronauti, ingegneri, Doug Hurley di 53 anni, e Bob Behnken, 49, sono rispettivamente ex pilota della Marina Militare americana e dell’Aeronautica. Entrambi alla NASA dal 2000, con due missioni precedenti nello spazio, nel 2015 sono stati selezionati per il programma dei voli commerciali, quello del progetto americano non più solo sogno.