Il Made in Italy deve significare innovazione, creatività e tecnologia per poter essere credibile ed esportabile non solo come idea ma anche come prodotto. Due giovani donne siciliane, di Catania nello specifico, Adriana Santanocito di 36 anni ed Enrica Arena di 28, hanno vinto una grande sfida. Sono loro l’anima di Orange Fiber un nuovo tessuto eco-sostenibile ricavato dalle arance. Grazie alle nanotecnologie il tessuto ha anche funzionalità cosmetiche, idrata la pelle come una crema nutriente.
Ma come è cominciata questa avventura? Le due giovani donne dividevano un appartamento a Milano come spesso accade tra gli studenti fuori sede. Nel 2011, Adriana stava completando i suoi studi presso l’Istituto Afol Moda dove si stava specializzando nel campo del tessile e ricerche innovative. E nell’ambito della sua ricerca per la tesi ha cominciato a pensare a qualcosa che la connetteva proprio alla sua terra d’origine, la Sicilia. In particolare ha riflettuto sul numero elevato (700 mila tonnellate all’anno) dello smaltimento degli scarti dell’industria agrumicola. Ha pensato se ci potessero essere delle maniere per riutilizzare la frutta. E così Enrica ricorda che "L'idea è venuta ad Adriana ed è stata generata dalla sua passione per il tessile e l’attaccamento alla Sicilia. Si è chiesta se non si potesse produrre un tessuto con gli scarti degli agrumi. Quando Adriana ha proposto ad Enrica questa idea, hanno deciso di cominciare a lavorare insieme al progetto. In seguito le due amiche hanno fondato una start-up e hanno creativamente fuso le loro diverse esperienze e conoscenze: Adriana esperta del tessile e fashion product manager, mentre Enrica ha studiato alla IULM e Università Cattolica a Milano ed è esperta di comunicazione, marketing e responsabilità d’impresa. La loro start-up è stata inclusa recentemente nell'incubatore d'impresa di Trentino Sviluppo.
Davvero straordinaria la loro idea, così come straordinario il lavoro con cui sono riuscite ad espandersi geograficamente, anche grazie alle tecnologie che oggi facilitano questo tipo di progetti, includendo Catania, Milano e Rovereto. Un triangolo industriale, questo, molto diverso da quello del periodo del boom economico che comprendeva le grandi città del Nord Italia dove molti lavoratori meridionali erano emigrati per lavorare nelle fabbriche. Questo triangolo che emerge dalla start-up dell’Orange Fiber è una geografia della contemporaneità e del futuro ed è anche il frutto della creatività dell’imprenditoria al femminile.
Da Catania, la loro città di origine, a Milano e poi a Rovereto, alle porte di Trento. Due giovani che pur restando in Italia sono riuscite a cominciare una iniziativa imprenditoriale e a costruirsi una concreta opportunità di lavoro che lega la terra di origine alle più sofisticate tecnologie. Un bell’intreccio di natura, scienza e arte.
Nella fase iniziale del progetto Adriana ed Enrica hanno verificato la fattibilità del processo con il Politecnico di Milano e hanno avviato il percorso di sperimentazione con il dipartimento di Chimica dei Materiali e avvalendosi della consulenza di specialisti del settore. Pian piano hanno cominciato a cercare dei finanziatori del progetto e hanno partecipato a vari concorsi a cui hanno cominciato a ricevere dei premi. Infatti i primi risultati sono stati estremamente positivi al punto di ricevere vari premi dal Working Capital di Catania, Alimenta2Talent, e il Premio Gaetano Marzotto, e la presentazione al New York Stock Exchange. Nel 2012 hanno poi depositato il brevetto in Italia facendone anche un'estensione internazionale.

Adriana Santanocito e Enrica Arena durante una presentazione del progetto Orange Fiber
Poi un altro evento importante le ha fatte riflettere sulla possibilità di occuparsi loro stesse della produzione: Orange Fiber ha vinto il Changemakers for Expo, una iniziativa promossa da Telecom con Expo 2015. Tale iniziativa è a sua volta sostenuta dall'incubatore milanese Make a cube, che premia le migliori idee sostenibili dal punto di vista sociale e ambientale che possano avere uno sbocco pratico nel contesto dell'Expo di Milano della prossima primavera.
Ogni fase del progetto è stata per le giovani imprenditrici siciliane un'occasione di crescita e di perfezionamento professionale della loro idea venendo ogni volta a contatto con professionisti che hanno contribuito all’ulteriore sviluppo e concretizzazione della produzione del tessile mettendole anche in contatto con l'acceleratore Working Capital di Catania. In tal modo si sono riavvicinate alla loro terra di origine venendo a conoscenza di alcuni trasformatori siciliani di agrumi, che si sono mostrati entusiasti della loro idea.
Il grande momento è però giunto lo scorso anno tra Natale e Febbraio quando alcuni imprenditori siciliani hanno acquistato una quota della loro società. E lo scorso 16 settembre durante la fashion week Milanese, Adriana ed Enrica sono riuscite a presentare i primi prototipi di tessuto. Uno è un raso in tinta unita molto simile al colore della seta naturale: “Volevamo dare un'idea di un tessuto semplice elegante e pulito” spiegano Adriana ed Enrica durante la nostra chiacchierata. L’altro un pizzo, "il tessuto che più rappresenta la Sicilia, con I suoi colori contrastanti del chiaro e del nero”.
Le due imprenditrici stanno ora lavorando a un campionario con tessuti stampati, di tramatura e spessore diversi, da mettere sul mercato per il prossimo febbraio. Il loro sogno è di riuscire a realizzare varie tipologie di tessuto che da un lato si basano sulla eco-sostenilibilità mentre dall’altro possano contribuire all'innovazione e al benessere psico-fisico del consumatore. Speriamo di poter scrivere nel nuovo anno di una bella collezione creata dai loro tessuti, magari per l'Expo di Milano del 2015. Con questo augurio rivolto ad Adriana ed Enrica con il loro progetto così solare e pieno di creatività ci salutiamo fino al prossimo gennaio. Senza smettere di sognare.