Dio vive in Africa. E lì che l’ho finalmente conosciuto. No, non ho avuto un miraggio dopo essermi trovata abbandonata in un deserto rovente. Non ero a letto delirante con una febbre dovuta alla malaria. Né stavo avendo un esperienza di pre-morte che mi stava portando giù per un bianco tunnel luminoso dopo essere stata morsa da un Mamba Nero. Non ho avuto una visione. Non stavo sognando. No. Ero presente. Ero presente che più presente non si poteva essere. E lo era anche Dio.
Il mio cuore sembrava essersi trasferito nelle mie orecchie perchè il suo battito era l’unica cosa che sentivo. Mi avevano appena detto che quello che stava per avanzare era unico nel suo genere. Il leader. Il più anziano. Il più rispettato per miglia attorno. Mi avvisarono di rimanere immobile. Lo feci. Alcune foglie frusciarono. Un piccolo stormo di uccelli si scambiò un richiamo e poi prese velocemente il volo. In lontananza, un Kudu solitario si fermò, ascoltò cautamente e poi prese il balzo, addentrandosi ancor di più nella macchia. Sentivo che quello che mi stava per accadere era incomparabile a qualsiasi altra cosa che avevo vissuto nella mia vita. E infatti, lì, emergendo lentamente dagli alti rami adornati, presentandosi in tutta la sua maestosa gloria era l’onnipotente, l’onnipossente, l’unico e incomparabile: L’Elefante.
Avanzò dritto verso di noi. E con ogni etereo e massiccio passo che compiva l’Elefante, sapevo che il pianeta terra in quel preciso momento stava tremando e vibrando con il suo amore. Con ogni sventolata delle sue gloriose orecchie, stava creando un onda sonora che si trasformava in uno scudo di protezione che si espandeva e ci copriva tutti. Ogni città del mondo. Ogni razza. Ogni valle. Ogni montagna. Ogni seme. Ogni marea. Ogni organismo vivente stava provando la sua incondizionata rassicurazione.
L’effetto farfalla della sua energia supersonica e movimenti governanti era stata testimoniata da tutti noi giornalmente, per secoli, ed io avevo finalmente trovato da dove e da chi proveniva!
I nostri occhi si incontrarono. O precisamente, il mio occhio si incontrò con il suo indimenticabile occhio mentre gentilmente mi passava vicino, spostando leggermente il suo bulbo oculare per far sì che mi potesse guardare dritta negli occhi. Ora i nostri sguardi erano perfettamente parallelamente allineati. Ipnoticamente mi fissò nell’anima. Sapevo che non si poteva fermare e che doveva continuare il suo tragitto. Sapevo che avevo solo un secondo per assorbire tutto ciò che questa celeste creatura mi stava offrendo in quel momento decisivo. Ed è proprio l voluto fermarmi e non far entrare mai il tempo.
Mentre esaminavo la pelle dell’Elefante così splendidamente consumata, questo emporio di relitti, riuscivo a leggervi tutta la storia dell’Universo. Tutta la nostra genealogia era registrata in ogni profonda ruga della sua sublime forma. Ho visto tutti noi, assieme, uniti. Tutto ciò di noi che è puro, innocente, positivo riesiede in questa creatura.
E poi, proprio quando pensavo che Dio non potesse darmi di più… lungo la curvatura delle sue divine e sacre zanne… divenni testimone della curvatura del pianeta terra. E in quel preciso momento la vita aveva un senso. Io avevo un senso. In quel preciso momento sapevo che non sarei più stata la stessa. In quel preciso momento sapevo che Dio esiste.
Mi sento frustrata in questo momento! Sento che non sto riuscendo a fare questa cosa nel modo giusto. Quello che sto scrivendo non si avvicina neanche minimante a come mi sono sentita quel giorno! Ma non posso permettere che il mio bisogno di esprimermi perfettamente mi blocchi. Perché quello che ho visto ha bisogno di una voce. Quello che ho visto ha bisogno della tua voce. Quello che ho visto ha bisogno del nostro aiuto. Dio ha bisogno del nostro aiuto.
L’Africa è il luogo dove Dio chiude i suoi occhi infiniti e prega per tutti noi. Credo che sia arrivata l’ora di rispondere alla sua preghiera.
Gli elefanti sono il battito del cuore di Dio. Togli a loro il fiato e hai ucciso Dio. E questo, miei esploratori di meraviglie, è tutto tranne che un miracolo.
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Coralina Cataldi-Tassoni alla International March for Elephants, 4 ottobre, 2103. Foto: Mariano Baino
Un elefante viene ucciso ogni 15 minuti. A questo passo, entro il 2025, ZERO elefanti cammineranno su questa terra! Immagina i nostri bimbi del futuro ai quali non verrà mai offerta la possibilità di essere testimoni del miracolo che è L’Elefante. The David Sheldrick Wildlife Trust, con la sua campagna, IWorry, è una della tante organizzazioni che lavorano instancabilmente per far sì che questa tragedia non si avveri. Perciò, per favore, permettetevi un momento per informarvi sui vari modi in cui è possibile aiutare.
Coralina è su Facebook e su www.Coralina.net.