I ‘Professionisti dell’Antimafia’, in Sicilia, sono arrivati anche alla sanità pubblica. Mettendo in piedi un’operazione che, chissà perché, non trova ospitalità nei grandi media. E se viene fuori qualcosa, beh, è una verità a metà. Di convenienza. Che nasconde il vero volto – e soprattutto le vere responsabilità – di personaggi che la mentalità convenzionale considera al di sopra di ogni sospetto.
Vediamo di capire cosa sta succedendo nella sanità pubblica siciliana che, tanto per entrare subito in tema, costa circa 9 miliardi di euro all’anno! Dicendo subito che i protagonisti di questa storia sono il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e l’assessore regionale alla Salute (cioè alla Sanità), Lucia Borsellino, figlia del compianto giudice Paolo Borsellino.
Tutto comincia qualche giorno prima di Natale, quando il presidente della Regione, Crocetta, e l’assessore Lucia Borsellino convocano una conferenza stampa a Palermo. L’occasione per denunciare un affare a loro avviso sbagliato: una polizza da quasi 160 milioni di euro per assicurare l’attività di tutti gli ospedali pubblici della Sicilia. Quest’operazione, che il governatore della Sicilia Crocetta definisce “sbagliata” (ricordiamo ai lettori americani che la Sicilia è una Regione a Statuto autonomo: una Regione che potrebbe essere assimilata a uno Stato degli Usa se fosse amministrata da personale politico di alto livello) è stata fatta dal Governo regionale precedente: ovvero il Governo che ha amministrato la Sicilia dal 2008 al 2012, presieduto da Raffaele Lombardo.
L’accusa del governatore Crocetta è pesante. E riguarda, come già accennato, il precedente governatore, il già citato Lombardo e, soprattutto, il precedente assessore regionale alla Salute-Sanità, Massimo Russo, un magistrato noto per le sue indagini antimafia.
Ora, che Massimo Russo non abbia un bel carattere è cosa risaputa. Ma che possa avere fatto una cosa negativa, danneggiando la collettività siciliana è molto improbabile. Parliamo, infatti – l’abbiamo già detto – di un magistrato che non è nato ieri. E che non metterebbe a rischio la propria credibilità in un’operazione finanziaria così eclatante.
Chi scrive non ha mai difeso Massimo Russo. Anzi, spesso l’ha criticato per le sue scelte politiche e amministrative. Ma una cosa è contestare scelte politiche e amministrative, altra e ben diversa cosa è tirarlo in ballo – come fanno l’attuale governatore Crocetta e l’assessore Lucia Borsellino – in un’operazione da 160 milioni di euro, lasciando intendere chissà che cosa!
Semplificando, al Governo Crocetta e all’assessore Borsellino la polizza da circa 160 milioni di euro sembra troppo cara. E sembra eccessiva la franchigia di 150 mila euro. Quello che appare incredibile a chi ha una conoscenza, anche minima, dei problemi sanitari è la polemica – a nostro giudizio infondata – sulla franchigia “elevata”.
A contrario di quello che dicono il governatore Crocetta e l’assessore Lucia Borsellino, la franchigia di 150 mila euro, nella sanità pubblica di una Regione di oltre 5 milioni di abitanti, non è elevata. Il problema di un’assicurazione che non paga per incidenti sanitari con richiesta di risarcimento sotto i 150 mila euro si può risolvere con un’altra assicurazione. E, in ogni caso, a meno che il numero di incidenti con richieste sotto i 150 mila euro non sia elevato (cosa, questa, che sarebbe ‘patologica’), il vero rischio, nella sanità pubblica, sono le richieste di risarcimento per milioni di euro (interventi chirurgici andati male e morte dei pazienti). Ma, in ogni caso, tutto questo è mediato dal pronunciamento della Giustizia ordinaria.
Anche la tesi che 160 milioni di euro sarebbe un costo elevato andrebbe motivata. Non con le chiacchiere – come hanno fatto finora il governatore Crocetta e l’assessore Lucia Borsellino – ma illustrando, anzi, facendo illustrare da un soggetto ‘terzo’ un progetto di assicurazione alternativo. Non annunciando la rescissione di un contratto da 160 milioni di euro che la Regione ha già firmato!
Va da sé che, se il contratto verrà rescisso, la Regione, per non pagare pesantissime penali, dovrà dimostrare che il contratto firmato dal precedente Governo era viziato. E noi non crediamo che l’ex assessore Massimo Russo possa aver firmato un contratto viziato!
Ma c’è di più. Quello che va sottolineato è che il precedente contratto è stato firmato
anche da Lucia Borsellino che, appena l’anno scorso, ricopriva la carica di dirigente generale dello stesso assessorato. Nel 2008, per raccontarla tutta, quando Massimo Russo si insediava all’assessorato alla Sanità della Sicilia, si portava nel suo staff anche Lucia Borsellino. Ed è stato lo stesso Massimo Russo che ha nominato, dopo un paio di anni, la stessa Lucia Borsellino dirigente generale del dipartimento regionale per la Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute.
Per renderlo chiaro ai lettori che vivono in America, il dirigente generale di un assessorato regionale è il più alto dirigente in carica di un particolare settore della pubblica amministrazione. In questo caso, dell’assessorato alla Sanità della Regione Sicilia.
C’è di più. Come dimostrano le ‘carte’, nell’estate del 2012, l’allora dirigente generale del dipartimento per la Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute, Lucia Borsellino, era in perfetta sintonia con l’allora assessore Massimo Russo. E, insieme, portavano a termine l’operazione relativa alla polizza da circa 160 milioni di euro.
Oggi Lucia Borsellino – che il governatore Crocetta nel novembre del 2012, quando si è insediato, ha chiamato a ruolo di assessore (incarico politico, a differenza del ruolo di dirigente generale, che invece è tecnico-burocratico) – trova ‘sbagliata’ la polizza da 160 milioni di euro. Domanda: se ne accorge solo ora che la polizza era sbagliata? E perché, se è ‘sbagliata’, non denunciava i fatti nell’estate del 2012, quando ricopriva la carica di dirigente generale?
Insomma, cari lettori in America, la signora Lucia Borsellino nel Natale del 2013 trova sbagliato quello che, da dirigente generale, ha trovato giusto nell’estate del 2012! Tant’è vero che, negli atti dell’estate del 2012 c’è la sua firma!
Se una cosa del genere fosse successa in America la signora Borsellino sarebbe già a casa. Invece in Sicilia è ancora assessore, contestando, di fatto, il proprio operato! Si tratterebbe, alla fine, di una commedia pirandelliana, se di mezzo non ci fossero 160 milioni di euro!
Volete sapere cosa pensiamo noi di questa storia? In Sicilia la sanità pubblica è il grande business della politica. Ma per fare certe ‘operazioni’ serve un personaggio al di sopra di ogni sospetto: per esempio, la figlia del giudice Paolo Borsellino, utilizzata prima dal Governo Lombardo dal 2008 al 2012 e adesso dal Governo Crocetta. La stessa faccia per operazioni diverse. Anzi, in questo caso, contrapposte. Con Lucia Borsellino che si ritrova, da assessore regionale (oggi) a rinnegare una cosa che ha fatto da dirigente generale (ieri).
Tra l’altro, non è la prima volta che Lucia Borsellino viene ‘beccata’ in operazioni politico-amministrative non esattamente cristalline. Qualche mese fa, in seguito a una ‘faida’ nella maggioranza politica che sostiene il Governo Crocetta, si è scoperto che l’assessore, nel luglio scorso, aveva portato in Giunta (cioè in una riunione di Governo regionale) una delibera che prevedeva di assegnare una cinquantina di posti letto a un gruppo sanitario privato – Humanitas – più una maggiorazione di 10 milioni di euro all’anno. Tutto questo mentre lo stesso Governo regionale di Crocetta e della stessa Borsellino si accinge a tagliare posti letto e soldi alle strutture sanitarie siciliane pubbliche!
Uno scandalo in piena regola. Tanto più che, nel silenzio generale, lo stesso Governo, lo scorso settembre, ha firmato il contratto con lo stesso gruppo Humanitas! Tutto, lo ripetiamo, nel silenzio, senza far conoscere ai siciliani quello che si stava facendo. Alla faccia della ‘trasparenza’ amministrativa con la quale il governatore Crocetta si sciacqua la bocca un giorno s e altro pure.
Questo perché il signor Crocetta – indagato dalla magistratura per una bruttissima storia di appalti negli anni in cui era Sindaco di Gela – e la signora Lucia Borsellino non si curano di dare conto e regione del proprio operato.
In una Regione normale, dopo due scandali di questa portata – vicenda Humanitas e polizza da 160 milioni contestata da assessore dopo averla avallata da dirigente generale – un assessore sarebbe già a casa. Non è il caso della signora Lucia Borsellino, figlia di Paolo Borsellino.
Questi sono i fatti, nudi e crudi. I commenti li lasciamo ai nostri lettori.