Papa Francesco riprende le visite all’estero dopo la pausa forzata per il Covid e ha intrapreso il suo 34esimo viaggio apostolico, con prima tappa a Budapest. Nelle sette ore nella capitale ungherese il Pontefice celebra la messa conclusiva del 52esimo Congresso eucaristico internazionale. In occasione del viaggio il Papa ha incontrato privatamente il presidente della Repubblica Janos Ader e il primo ministro Viktor Orban, trattenendosi con loro al museo delle Belle Arti.
L’incontro “si è svolto secondo il programma previsto, in un clima cordiale, ed è terminato alle ore 9:25”, ha spiegato la Sala Stampa della Santa Sede. L’incontro sarebbe durato circa 40 minuti. Erano presenti, con il Pontefice, anche il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e monsignor Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. Tra i vari argomenti trattati, “il ruolo della Chiesa nel Paese, l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente, la difesa e la promozione della famiglia”.
Le parole del pontefice
“Il Dio dell’alleanza ci chiede di non cedere alle logiche dell’isolamento e degli interessi di parte. Non desidera alleanze con qualcuno a discapito di altri, ma persone e comunità che siano ponti di comunione con tutti”, ha detto nel corso dell’incontro a Budapest con i Rappresentanti del Consiglio Ecumenico delle Chiese e di alcune Comunità Ebraiche. “In questo Paese voi, che rappresentate le religioni maggioritarie, avete il compito di favorire le condizioni perché la libertà religiosa sia rispettata e promossa per tutti. E avete un ruolo esemplare verso tutti: nessuno possa dire che dalle labbra degli uomini di Dio escono parole divisive, ma solo messaggi di apertura e di pace”.
“In un mondo lacerato da troppi conflitti è questa la testimonianza migliore che deve offrire chi ha ricevuto la grazia di conoscere il Dio dell’alleanza e della pace”, ha aggiunto Francesco, che ha anche lanciato un allarme.
“La minaccia dell’antisemitismo ancora serpeggia in Europa e altrove“. “È una miccia che va spenta”, ha sottolineato il Pontefice. “Ma il miglior modo per disinnescarla è lavorare in positivo insieme, è promuovere la fraternità”, ha aggiunto.
Occorre “impegnarci a promuovere insieme un’educazione alla fraternità, così che i rigurgiti di odio che vogliono distruggerla non prevalgano”, ha continuato il Papa. “Vorrei riprendere con voi l’evocativa immagine del Ponte delle Catene, che collega le due parti di questa città: non le fonde insieme, ma le tiene unite. Così devono essere i legami tra di noi. Ogni volta che – ha sottolineato il Pontefice – c’è stata la tentazione di assorbire l’altro non si è costruito, ma si è distrutto; così pure quando si è voluto ghettizzarlo, anziché integrarlo. Quante volte nella storia è accaduto! Dobbiamo vigilare e pregare perché non accada più”.
“La croce non è mai di moda cari fratelli e sorelle: oggi come in passato. Ma guarisce dentro”, ha poi detto durante l’omelia della messa a piazza degli Eroi a Budapest per la celebrazione della messa a conclusione del 52esimo Congresso Eucaristico. “È davanti al Crocifisso che sperimentiamo una benefica lotta interiore, l’aspro conflitto tra il ‘pensare secondo Dio’ e il ‘pensare secondo gli uomini'”.
“La differenza non è tra chi è religioso e chi no. La differenza cruciale è tra il vero Dio e il dio del nostro io”, ha continuato. “Quanto è distante Colui che regna in silenzio sulla croce dal falso dio che vorremmo regnasse con la forza e riducesse al silenzio i nostri nemici! Quanto è diverso Cristo, che si propone solo con amore, dai messia potenti e vincenti adulati dal mondo! Gesù ci scuote, non si accontenta delle dichiarazioni di fede, ci chiede di purificare la nostra religiosità davanti alla sua croce, davanti all’Eucaristia”.
Per Papa Francesco, come ha spiegato lui stesso recandosi a salutare i giornalisti che lo seguono durante lo spostamento, è un viaggio che ha “un po’ il gusto del congedo”. “Perché – ha sottolineato Francesco – ci lascia il Maestro delle cerimonie (monsignor Guido Marini, ndr): è l’ultimo viaggio, perché è diventato vescovo. Poi ci lascia ‘il dittatore di turno’ (si volta e guarda sorridendo monsignor Datonoua). È bravo… anche lui è stato nominato vescovo e lascia il posto a un monsignore…”.
Il Papa ha anche spiegato che il “gusto del congedo” è dovuto anche ad Alitalia che opera, con questo viaggio, il suo ultimo volo papale. “Ci lascia Alitalia, grazie per averci portato fin’ora“, ha detto.
“Tanti congedi, ma riprendiamo i viaggi e questa è una cosa molto importante, perché andremo a portare la parola e il saluto a tanta gente”, ha concluso il Pontefice, che prima di partire aveva inviato un messaggio al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“Nel momento in cui mi accingo a partire per Budapest in occasione della giornata conclusiva del Congresso eucaristico internazionale, diretto poi in Slovacchia per incontrare i fratelli nella fede e gli altri abitanti di quella Nazione, mi è gradito rivolgere a Lei, signor Presidente, e all’intero popolo italiano il mio cordiale pensiero che accompagno con sinceri auspici di serenità e di generoso impegno per il bene comune”, ha scritto Papa Francesco al presidente italiano. (Agi)