La prescrizione stavolta non è arrivata. Forse ci ha sperato Theodore McCarrick, ma senza successo.
91 anni e una carriera da cardinale e leader cattolico molto rispettato, nel 2017 sul suo zucchetto rosso sono piombate le pesanti accuse di abusi sessuali su minori per fatti risalenti agli anni ’70. Nel 2018 viene rimosso dal ministero pubblico e l’anno successivo si dimette dal collegio cardinalizio, diventando a tutti gli effetti un uomo laico.
Nonostante tutto, però, la giustizia penale non lo aveva mai toccato. Almeno fino a oggi, quando quel pomeriggio al Wellesley College in Massachusetts, dove McCarrick stava partecipando a un ricevimento nuziale datato 1974, è tornato alle cronache come fosse notizia fresca di giornata.
Ci finirà a processo, e siederà davanti al giudice dovendo rispondere di pedofilia, diventando il più alto prelato degli Stati Uniti ad essere finito nel mirino del tribunale.

Ma la storia del cardinale sollevato da Papa Francesco parte da lontano, perché già nel 2000 il Rapporto sulla conoscenza istituzionale e il processo decisionale della Santa Sede aveva messo in luce come, nella nomina dell’arcivescovo a Washington, la Santa Sede avesse agito attraverso omissioni e sottovalutazioni, compiendo scelte rivelatesi sbagliate.
Negli anni, in realtà, di denunce informali ne sono arrivate parecchie e McCarrick, evidentemente messo a conoscenza dell’accaduto, proprio nell’agosto del 2000 scrisse una lettera al segretario di Papa Giovanni Paolo II, il vescovo Stanislaw Dziwisz, sostenendo la sua innocenza e addirittura la sua totale verginità. Papa Woytila, per ingenuità o buonafede, gli credette e lo scelse come vescovo per la capitale degli Stati Uniti.
Sede da cui è il Papa successivo, Benedetto XVI, a toglierlo. Meno incline a credere nelle storie raccontate dìal prelato americano, Ratzinger nel 2005 si fa convincere dalle voci che continuano a girare sul conto di McCarrick e, dopo avergli appena rinnovato l’incarico per due anni, gli chiede ufficialmente di rinunciare alla diocesi americana.

McCarrick non può far altro che ubbidire alla raccomandazione del pontefice e un anno dopo diventa vescovo emerito. Continua a viaggiare, nonostante l’invito della Congregazione di ritirarsi a vita privata, fino a quando Papa Francesco, arrivato alle stanze più importanti del Vaticano nel 2013, sente il bisogno di un cambio di passo rispetto all’atteggiamento tenuto sulla questione dai suoi predecessori. La prima accusa ufficiale, datata 2017, è il pretesto perfetto e infatti la risposta di Bergoglio è immediata: dimissione dallo stato clericale e passaggio a quello laico.
“C’è bisogno di pastori credibili”, ha detto il Segretario di Stato Pietro Parolin, un altro cardinale di alto rango della Santa Sede. Chissà se, in un’udienza destinata a finire su tutti i giornali, il giudice che dovrà esprimere il verdetto considererà McCarrick proprio in questo modo.
In caso contrario, sarà condannato. E una nuova scossa allargherà le crepe di un Vaticano già visibilmente accidentato.