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in Religioni
April 11, 2017
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La Pasqua a New York, una passione da svelare, ascoltare e gustare

Se vi mettete a cercarla, le cose che troverete non vi deluderanno e ce n’è per tutti i gusti

Stefano AlbertinibyStefano Albertini
La Pasqua a New York, una passione da svelare, ascoltare e gustare

La via crucis sul ponte di Brooklyn (Foto da ourbksocial.com/via Daily Mail)

Time: 3 mins read

La Pasqua a New York dovete proprio andare a cercarla voi con pazienza e determinazione. Sì, perché mentre il Natale vi circonda da tutte le parti con ridicolo anticipo e consumistica ossessività, la Pasqua arriva discreta e in punta di piedi senza farsi troppo notare, perché a Pasqua a parte ovetti e coniglietti di cioccolato, non c’è tanto da vendere. Non c’è nemmeno tanto da sfoggiare vestiti più leggeri, visto che la primavera qui tarda ad arrivare e non sono rare bufere di neve e temperature sotto lo zero fino ad aprile.

Ma se vi mettete a cercarla, le cose che troverete non vi deluderanno e ce n’è per tutti i gusti: dalle esperienze più spirituali a quelle più culturalmente elevate e originali, a quelle che deliziano i sensi.

Forse l’esperienza spirituale più unica è la Via Crucis sul ponte di Brooklyn, arrivata quest’anno alla ventiduesima edizione. La processione, organizzata da CL, parte dalla Cattedrale di s. Giacomo a Brooklyn percorre la passerella pedonale sul ponte, in cui si cammina come sospesi sul traffico delle auto che passano sotto e si medita sulla passione di Cristo ammirando la skyline di Manhattan. Si fa tappa a Ground Zero, dove sorgevano le torri gemelle, e si conclude nella chiesa di s. Pietro, che ha sfidato i secoli e gli attacchi dell’11 settembre e si erge massiccia nel cuore finanziario della città.

Che siate praticanti o no, poi vi consiglio vivamente di partecipare a qualche rito della settimana santa in una delle tantissime chiese che si trovano in questa laicissima città. Nelle chiese di Harlem potrete ascoltare gli spiritual più commoventi e i migliori cori gospel che abbiate mai sentito. Alcuni dei predicatori, poi sono vere e proprie star e anche se il vostro inglese non è perfetto, resterete affascinati dal loro stile travolgente e appassionato. Informatevi prima online però: alcune delle più famose chiese di Harlem (come la Abyssinian Baptist Church) non ammettono turisti durante le feste più importanti. Ricordatevi anche di vestirvi bene o correrete il rischio di non essere ammessi o di sentirvi assolutamente inadeguati all’occasione.

St. Joseph’s Church in Greenwich Village

Se preferite qualcosa di più vicino alla nostra tradizione, potete optare per una delle chiese cattoliche più note per la qualità della musica sacra e della liturgia come la parrocchia universitaria di st. Joseph’s nel Greenwich Village che combina sapientemente gregoriano, polifonia e musica contemporanea o la famosa st. Ignatius of Loyola (la parrocchia dei Kennedy e dei Cuomo) che vanta un organo straordinario e un coro fra i migliori della città. Ma anche in alcune chiese Episcopali (la versione americana degli Anglicani) ritroverete quasi intatta o addirittura amplificata la liturgia romana, come nella chiesa di st. Mary the Virgin, vicino a Times Square, soprannominata con affetto st. Mary the Smokey (la fumosa) per l’abbondante quantità di incenso che accompagna le sue cerimonie.

Sempre dagli anglicani, ma questa volta nella loro cattedrale di St. John the Divine viene l’omaggio annuale al nostro poeta nazionale. La notte tra il giovedì e il venerdì santo infatti, poeti, attori, studiosi e altri ospiti speciali si ritrovano nel transetto di questa enorme chiesa, per leggere lunghi brani dell’inferno di Dante tra la semioscurità delle colonne gotiche e romaniche che, una volta all’anno, si trasformano in ‘selva oscura’.

Ma i riti, si sa, sono anche secolari e per noi italiani sono soprattutto legati al cibo. Il mio immancabile pellegrinaggio laico è alla forneria Parisi, in quello che resta di Little Italy. Il signor Parisi era il fornaio di Frank Sinatra, che tre volte alla settimana si faceva mandare il pane a Los Angeles in aereo. Una volta all’anno, proprio per Pasqua, gli eredi del signor Parisi sfornano un pane dolce e delicato che si chiama proprio Easter Bread (Pane di Pasqua). Un dolce tanto buono quanto semplice che ricorda tanto il bussolano del mitico fornaio di Bozzolo, Renzo Grossi. A Bozzolo la ricetta è andata perduta (anche se la mia amica Giovanna non smette di provare a ricostruirla), ma a me sembra di averla ritrovata qui a New York. E quel pane dolce per me ha il sapore di casa e ha il sapore della festa. Buona Pasqua a tutti!

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Stefano Albertini

Stefano Albertini

Sono nato a Bozzolo, in provincia di Mantova. Mi sono laureato in lettere a Parma per poi passare dall'altra parte dell'oceano dove ho conseguito un Master all'Università della Virginia e un Ph.D. a Stanford. Dal 1994 insegno alla New York University e dal 1998 dirigo la Casa Italiana Zerilli Marimò dello stesso ateneo. Alla Casa io e la mia squadra organizziamo un centinaio di eventi all'anno tra mostre, conferenze, concerti e spettacoli teatrali. La mia passione (di famiglia) rimane però l'insegnamento: ho creato un corso sulla rappresentazione cinematografica della storia italiana e uno, molto seguito, su Machiavelli. D'estate dirigo il programma di NYU a Firenze, ma continuo ad avere un rapporto stretto e viscerale col mio paese di origine e l'anno scorso ho fondato l'Accademia del dialetto bozzolese proprio per contribuire a conservarne e trasmettere la cultura. I was born in Bozzolo (litterally 'cocoon') in the Northern Italian province of Mantova. I obtained my degree from the University of Parma, after which I moved to the other side of the ocean and obtained my Master’s from the University of Virginia and my Ph.D from Stanford. I have been teaching at New York University (NYU) since 1994, and I have been running the Casa Italiana Zerilli Marimò of NYU, since 1998. At the Casa, we organize more than one hundred events annually, including exhibitions, conferences, concerts and theatrical performances. My personal passion, however, continues to be teaching: I created a course on the cinematographic portrayal of Italian history, and one on Machiavelli in its historical context. I also run the NYU program in Florence every summer. I continue to have a close and visceral relationship with my town of origin, and 2 years ago, I founded the Academy of the Bozzolese Dialect to conserve and promote the local culture.

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