Mattia Narducci, modello piacentino, che Re Giorgio ha voluto nella recente passerella milanese, sarebbe dovuto arrivare a New York nel 2020, ma la pandemia lo ha bloccato. Armani lo ha voluto tra i protagonisti delle ultime sfilate e noi lo abbiamo intervistato per saperne di più del suo legame con la città che non dorme mai in attesa di rivederlo qui.
Mattia, perché ami New York e che cosa ami di lei.
“Conosco questa città da moltissimi anni, è un luogo straordinario dove si respira una atmosfera unica che solo chi la conosce sa percepire.
È la mattina a colazione o la sera sulle terrazze che guardano la città che respiri quella magia. Te ne innamori, per sempre”.

Ci vieni da molti anni?
“Sin da quando sono ragazzo. In città ho molte amicizie che riesco a coltivare anche ora che la pandemia mi ha bloccato. Mi tengono anche aggiornato sul mondo della moda americana, sulle tendenze e sulle avanguardie. New York cambia ogni giorno, è in continua evoluzione ed è questo che la rende unica. Amo correre a Central Park e guardare la natura che si esprime guardando a questa straordinaria urbanistica”.
Dovevi arrivare a New York nel 2020?
“Sì avevo il volo nel marzo dello corso anno ma la decretazione di urgenza promossa dal governo italiano mi ha bloccato in Italia. Non immaginavo che la pandemia sarebbe durata così a lungo”.
Cosa significa calcare le passerelle di Giorgio Armani?Ci fai un suo ritratto?
“Lavorare per il signor Armani non è solo calcare la passerella di uno storico leader del settore. ma e’ apprendere il meglio che questo lavoro può offrire. Una enorme opportunità. Poi è un immenso orgoglio, lui è uno straordinario esempio di genio made in Italy nel mondo. Una persona unica che ha legato il suo nome alla città di Milano ed alla nostra nazione. Ho spesso parlato con lui delle nostre comuni origini piacentine. Devo dire che questo aspetto mi rende ancora più orgoglioso di essere al suo fianco”.
Hai citato Milano. Resta la capitale della moda?
“Milano è la capitale dell’alta moda senza dubbio. In questa città, ove vivo, si intrecciano le tendenze e le energie del mondo della moda di tutto il mondo. Moda è creatività prima di tutto, è l’espressione del nostro io, dei nostri sogni e delle nostre ambizioni. Si viene a Milano per imparare e si va all’estero per esportare stile e tendenze. Credo che anche nel corso dell’emergenza sanitaria, che ancora tutti noi viviamo, Milano abbia dimostrato di essere all’altezza e di rappresentare al meglio l’Italia”.
Quindi tornerai a New York? Hai già dei progetti?
“Uno dei primi luoghi, forse il primo, in cui mi recherò appena sarà possibile. Ho molti progetti in corso ed al vaglio della mia agenzia.
Mi hanno confermato anche come testimonial di un importante International Award che sarà consegnato a Waschington in ambito diplomatico ed in rappresentanza del made in italy. Quando sarò a New York allora vorrà dire che tutto quello che abbiamo vissuto sarà finalmente concluso”.