Lo shopping a New York non è roba per dilettanti. Ve ne avevo già parlato. Mi è capitato tante volte di confrontarmi con amiche deluse che arrivano qui con la chimera di uno shopping sfrenato prefigurandosi di passeggiare per la 5th Avenue piene di borse e sacchetti, come nella migliore iconografia Sex & The City e che poi invece si scontrano con l’amara realtà dei prezzi esorbitanti. Bisogna sapere dove e come comprare e non è affatto facile. Qui a New York, però, come in nessuna altra città della moda che io abbia frequentato, c’è qualcosa di profondamente democratico: i sample sales.
I sample sales sono come dei saldi fuori stagione e la cosa fantastica è che ce ne sono tutti i giorni. Perché dico che si tratta di qualcosa di democratico? Perché sono delle (s)vendite di campionario accessibili a tutte, mentre in Italia o in Francia, di solito, queste occasioni sono riservate alla stampa e agli addetti ai lavori. Anche in questo a New York invece basta essere sveglie abbastanza da sapere dove e quando trovare i migliori sample sales e mettersi in fila.

Sì, rassegnatevi al concetto di fila che a noi italiane è tanto alieno quanto qui invece è routine. Non pensate di trovare un sample sale valido in cui non ci sia la fila. La fila spesso c’è anche per i più mediocri, quindi figuriamoci per quelli seri. La fila qui negli Stati Uniti è quella cosa che definisce quanto interessante è un evento, un locale, un negozio. Più fila c’è più vale la pena accodarsi, anche se non sapete esattamente per cosa.
È così che ho avuto accesso al mio primo sample sale. Stavo passeggiando senza meta a Midtown e mi trovavo al Garment District ovvero quella zona in cui ci sono tutti i negozi di stoffe e sartoria e mi sentivo piuttosto delusa perché non avevo ancora scovato niente di veramente interessante, solo un’accozzaglia di cineserie. Poi però ho notato davanti a un’entrata anonima di un edificio che cadeva un po’ a pezzi, una ragazza che aveva degli occhiali da sole Chanel e le mie Valentino preferite ai piedi, insomma aveva un outfit invidiabilissimo dalla testa ai piedi. Dietro di lei, c’erano altre due pseudo modelle vestite sporty chic, dietro un gruppo di asiatiche con addosso un numero spropositato di griffes e dietro ancora una sciura impellicciata e potrei andare avanti per altre trenta o quaranta persone che componevano una fila di autentiche fashionistas. Cosa ci facevano tutte lì? Cosa c’era di tanto importante per cui fare la fila? Non si capiva: nessuna etichetta, nessuna targa, niente di niente. Avrei potuto chiedere, ma avrei dichiarato la mia totale ignoranza e così mi sono semplicemente messa in fila, senza sapere per cosa. Una sorta di Aspettando Godot con però la speranza sottile che Godot in questo caso avesse a che fare con qualcosa di molto chic. Ho cercato invano di intuire da conversazioni e telefonate per cosa stessimo facendo la fila perché erano tutte silenziose come dei calciatori che stanno per giocarsi la finale dei Mondiali e su Google non ho trovato niente che facesse riferimento a un evento situato nella strana posizione in cui ci trovavamo (ecco, questa è una regola non scritta dei sample sales: più è crappy il magazzino o l’appartamento in cui si trovano più è probabile che si possa trovare qualcosa di strepitoso).
Insomma, dopo una quindicina di minuti di fila per je ne sais quoi, un omone in stile security da grossa discoteca, apre la porta e detta le regole: c’è un guardaroba a cui bisogna lasciare cappotti e borse e comunque ci sono le telecamere di sorveglianza, si può pagare solo in contanti o con AmEx (American Express) dice.

Ogni sample sale ha le sue regole. Ci sono quelli in cui puoi tenere addosso la tua borsa, ma dovrà essere ispezionata all’uscita, quelli in cui si può pagare solo in contanti, ci sono quelli di un unico negozio, quelli di un brand o quelli di più marche insieme. L’unica vera costante è il delirio. Non ho mai visto donne così eleganti dimenticare completamente di avere una dignità, sgomitando e battibeccando. Le peggiori sono le madri, quelle che solo per il fatto che hanno un bebè allacciato addosso o un passeggino, pretendono di avere la precedenza. È una corsa contro il tempo. Bisogna essere veloci, velocissime nell’individuare tutto il meglio e cercare di procacciarselo nella propria taglia. Altra cosa che ci si dimentica completamente ai sample sales: il senso del pudore. Non esistono camerini, solo una grande stanzona con degli specchi appoggiati a caso qua e là. Non preoccupatevi se siete particolarmente timide, nessuno sta a guardare le vostre maniglie dell’amore. Tutte, come in guerra, sono totalmente concentrate solo sui propri personali outfit goals.
Spesso ai sample sales funziona così: tutte le gonne a un prezzo, tutti i cappotti a un altro e così via. Per questo, bisogna stare molto attente a non lasciarsi prendere dall’entusiasmo perché mentre 50 dollari per una lunga gonna di seta da sera possono essere un ottimo investimento, lo stesso prezzo per una mini anonima di cotone che si potrebbe trovare anche da Zara a un decimo, è invece un furto.

Altra cosa: so per esperienza che è dura, ma bisogna mantenersi lucide. L’effetto psicofisico dei sample sales è lo stesso dei saldi, ma all’ennesima potenza. La prima volta che sono stata a un sample sale di What goes around comes around, ho iniziato a sentire il cuore che batteva in maniera accelerata, le papille gustative salivavano come se avessi di fronte qualcosa di veramente delizioso, sudavo freddo e avevo addosso un’adrenalina che nemmeno facendo bungee jumping, ma soprattutto non capivo più niente. Ero convinta di avere bisogno di qualsiasi cosa. Volevo a tutti i costi un paio di scarpe e le ho comprate di un numero più piccolo, ho preso tante di quelle cose con la filosofia del “sì, tanto prima o poi torna utile” che poi non ho mai messo. Questo è il motivo per cui anche per i sample sales ci vuole metodo. Capisco la tentazione costante di sapere che tutti i giorni da qualche parte della città c’è qualche svendita, ma bisogna per forza imporsi una selezione a priori.
Potete consultare Racked per sapere tutti i sample sales del mese in corso in città. Vi consiglio di selezionarne al massimo tre al mese e di segnarveli in agenda. Prima di partire in missione sample sales, come per i saldi, tenete sempre presente il resto del vostro guardaroba e le vostre effettive esigenze in modo che quando arriverete sarete più focused. Come per i saldi, è consigliabile darsi un budget da non superare.
Altro consiglio: se siete un po’ in bolletta evitate come la peste il temporary shop del Chelsea Market dove ogni settimana c’è qualche nuova svendita. Ovviamente ogni regola è fatta per essere infranta, se c’è un buon motivo, tipo un maxi cardigan in cashmere a soli 80 dollari. È pur sempre cashmere! Ed è maxi! Può essere usato in mille modi diversi, anche come vestitino. Ci si può fare un intero inverno con un maxi cardigan in cashmere. Più di un inverno! È un intramontabile classico. O almeno, così mi sono detta all’ultimo sample sale assolutamente fuori programma in cui ero già assolutamente fuori budget.
Buone compere a tutte!