L’industria della moda a New York è davvero grande. Recentemente ho sentito qualcuno dire “New York è solo moda e finanza”. Eppure molti, ancora oggi, quando dico di essere italiana, mi chiedono per quale motivo sono venuta a studiare la moda proprio qui.
Indubbiamente la creatività delle case italiane è sublime ed è con un pizzico di orgoglio che quando ho del tempo libero, vado a guardare e toccare con mano le collezioni del Made in Italy nei vari monomarca a Soho ed Upper East Side. La realtà lavorativa che ho trovato a New York, è davvero sorprendente ed entusiasmante e mi ha, fino ad ora, mostrato solo il suo lato positivo.
I tanto sospirati e sognati “stages” lavorativi nella moda sono molto accessibili, e senza alcun bisogno di conoscenze e contatti. Per chi stesse considerando di venire nella Grande Mela per fare esperienze lavorative nella moda, ecco dunque, alcuni personali consigli: un ottimo portale on-line gratuito dove consultare offerte di lavoro è www.freefashioninternships.com dove piccoli negozianti insieme ai grandi nomi, espongono reali annunci (ricordo quando ebbi un colloquio da Marc Jacobs rispondendo proprio ad un avviso su questo sito). In alternativa, si può mandare il curriculum all’indirizzo email che appare sotto la voce “contacts” sulle pagine web delle aziende, anche quello funziona (tempo fa mi risposero da Alexander Wang, dopo che inviai loro una semplice email). La chiave per attirare l’attenzione naturalmente è un solido curriculum vitae, che mostri esperienze di studio o lavorative anche non nella moda, ma che siano servite per rafforzare e sviluppare capacità comunicative. Se poi si mira agli stage di design, allora il consiglio è di creare un portfolio on-line e di allegarne sempre il link quando si fa domanda (io ad esempio, ho creato il mio su www.carbonmade.com).
Più o meno ogni casa di moda newyorkese ha sempre bisogno di stagisti in supporto del suo team e le aziende qui, sono davvero tantissime. Più giovane si è naturalmente, meglio è. Quel disagio del non sentirsi all’altezza o sufficientemente preparato, svanisce appena si ci rende conto che qui in America il diploma delle superiori si conquista a 17 anni e a meno di 18 si è già all’Università, visto che gli studenti vanno via di casa molto presto, di conseguenza anche il bisogno di acquisire conoscenze lavorative per loro, arriva prima. Tutto questo aiuta a favorire uno spirito d’intraprendenza tra i giovani, che crea competizione e stimola il sorgere di opportunità. Le grandi aziende quindi, sono popolate da ragazzi determinatissimi e pronti a farsi strada. Dalla mia esperienza ho capito che più grande e rinomata è l’azienda, e con più riguardo ed attenzione gli stagisti vengono considerati ed istruiti.
Sicuramente essere una studentessa della Parsons è un buon biglietto da visita per trovare lavoro nella moda newyorkese, ma devo dire che le mie due esperienze da Donna Karan e Ralph Lauren sono state estremamente positive e professionali, non mi è stato mai chiesto di portare un caffè o di andare a comprare il pranzo a qualcuno, sono sempre stata a contatto con persone felici di aiutarmi, consigliarmi ed insegnarmi aspetti della loro professione. Aziende molto organizzate dunque, dove giornalmente si fanno riunioni dove io e i miei colleghi di stage, siamo sempre invitati a partecipare, cogliendo la preziosa opportunità di capire come questo business creativo venga eseguito alla perfezione ed ai suoi più alti livelli. Il mio capo da Donna Karan ad esempio, non avrebbe mai lasciato l’ufficio se non dopo di me dandomi quindi, un senso di apprezzamento e rispetto della mia presenza, per questo non ho mai considerato un lavoro non pagato come sfruttamento.
Il primo giorno da Ralph Lauren mi è stato assegnato un vero e proprio ufficio personale con tanto di mega computer da tavolo Mac, programmi grafici di ultima generazione e scanner, perché “il mio capo ne aveva fatto personale richiesta”. Per non parlare poi delle cartoline di benvenuto e di arrivederci, dei cupcake a sorpresa per i compleanni, dei “grazie” dopo ogni richiesta… questi sono solo alcuni dei bei gesti dei miei capi e supervisori. Senza contare le strette di mano di Mrs. Karan e Mr. Lauren durante i meeting e negli uffici. Se Annie Hataway ebbe un duro scontro con la crudele realtà dello stage di moda nel caricaturale film Il diavolo veste Prada, contrariamente (e mi reputo sempre davvero fortunata) io sono stata travolta da un incredibile valore professionale ed istruttivo nelle case di moda di New York, dove i giovani sono accolti con grande riguardo ed interesse.