Feste di fine anno. Cosa di meglio che regalare un libro? Un oggetto che resta, fa compagnia, troverà posto con altri, magari perfino in bella evidenza nella libreria… Lo facciamo in tanti, vero? Un bel volume, la commessa della libreria che gentile lo incarta con cura, prima una bella dedica alla persona amica, così quando lo sfoglierà si ricorderà di noi…
Se volete regalare libri, l’augurio è che queste persone amiche abitino nella vostra città, e glieli possiate dare a mano; se li dovete spedire, che siano almeno in Italia o in Paesi membri dell’Unione Europea. Se i vostri amici in Svizzera o negli Stati Uniti, bene: andate all’ufficio postale per tempo e armatevi di santa pazienza; pregate inoltre che vi capiti in sorte un impiegato paziente.
La prima domanda, dopo che avrà visto il pacchetto ben sigillato, con l’indirizzo che parla di Minusio (Svizzera), o New York City (USA): “E’ sicuro?”. Lo guardate incredulo. Bonario, lo ha capito subito che ha a che fare con uno alle prime armi per quello che riguarda meandri e misteri postali: “Ci vorrà un po’ di tempo…”. Continuate a non capire: cosa ci vorrà mai? Si pesa il pacchetto, tot grammi tot tariffa, pago, arrivederci. Azzardate una battuta: non ho l’auto in divieto di sosta. “Meglio così”.
Voi vi chiedete cosa significa, questo “meglio così”, intanto l’impiegato gentile si alza, lo vedete avviarsi verso uno scaffale: ne estrae dei moduli grigi, dicitura: “Poste italiane – Italy – dichiarazione doganale – CN23”; con un sospiro di commiserazione, li allunga: “Per favore, li compili”.
Nel dietro del modulo ci sono le istruzioni: “…La dichiarazione doganale deve essere redatta in inglese, francese o in un’altra lingua ammessa nel Paese di destinazione. Se disponibile aggiungere il numero di telefono dell’importatore e l’indirizzo e il numero di telefono del mittente…”. Così per una trentina di microscopiche righe. L’impiegato gentile intercetta lo sguardo disperato. “No, lasci perdere, compili solo la facciata…”.
Quello che la facciata del modulo richiede è l’indirizzo del destinatario e del mittente, dati del resto già riportati nel pacchetto che contiene il libro. Poi occorre descrivere di cosa si tratta (“descrizione dettagliata”); amletico interrogativo: basterà scrivere: “Libro”? Vorrà anche l’autore, il titolo, la casa editrice? Specificare la “quantità”. Il peso netto (vabbé, questo ci penserà l’impiegato). Il “valore”. C’è poi una casella dove occorre chiarire: “regalo”, “documenti”, “campione commerciale”, “ritorno della merce”, “Bene destinato alla vendita”; un’ultima casella prevede: “altro”, in questo caso occorre anche spiegare cos’è questo “altro”.
Barrato il barrabile, restituisco il modulo. L’impiegato paziente, ha lo sguardo di chi dice: non si lamenti, le avevo chiesto se era sicuro. Però non infierisce. Si piazza davanti alla consolle del computer, diligente trascrive tutti i dati del modulo: per la terza volta indirizzo del mittente e del destinatario; pesa; in quanto al valore: “Bisogna mettere una cifra, non si può lasciare lo spazio vuoto. Va bene un euro?”. Un valore è obbligatorio? Fa sì con la testa. La macchinetta intanto emette un ticchettio che corrisponde a una striscia di carta adesiva con impresso un codice; viene applicata nel pacchetto, il codice manualmente trascritto nel modulo grigio…
La telenovela prosegue per un’altra decina di minuti, altri moduli, trascrizioni, applicazioni, l’impiegato gentile si alza un altro paio di volte, alla fine l’importo da pagare… Mi viene da chiedere scusa per l’impiccio che ho procurato. “Lavoro”, filosofeggia l’impiegato gentile. Chi si è inventato questo marchingegno dovrebbe per primo venirci a lavorare lui per una settimana. Sorride. “C’è di peggio…”. Metterci un francobollo e basta, troppo facile? “Poi magari la dogana lo blocca e torna indietro. Dopo l’11 settembre gli americani si sono fatti anche più sospettosi”. Già: via internet si vende e si compera di tutto e di più…Ma per quel che riguarda il pacchetto con dentro un libro regalo siamo tutti più sicuri e garantiti, grazie a quei moduli grigi e al resto. L’impiegato gentile fa un gesto come dire: così va il mondo.
La spedizione ha richiesto un buon quarto d’ora di compilazione di inutili scartoffie. Non so se questo sistema dissuada un eventuale terrorista. Io di sicuro cari amici svizzeri, cari amici degli Stati Uniti, i libri la prossima volta non li spedisco, ve li porto a mano. Pazienza se quelli del fine anno ve li darò magari ad agosto inoltrato. Oppure venite voi a prenderli…