Evidentemente non ci piacciamo. Perché quel frenetico cambiare, modificare, torturare le fotografie che scattiamo, e che ci scattiamo? Cambiando poi totalmente anche noi. Alcuni diventano irriconoscibili. I lifting facciali sono talmente esagerati che alla fine nella foto c’è un’altra (o un altro).
Ma la cosa bella è che il commento sotto è sempre: “Sei splendida, sei fantastica, sei meraviglioso, stai benissimo”, con la piccola differenza che il soggetto è un’altra persona. E che all’improvviso piace un casino. Ma come! Ma se non è lui (o lei)! La fotografia è un altro di quei mondi cambiati di colpo. Con l’analogico le foto erano vere, tutt’al più ci si poteva spingere in splendidi bianchi e neri, unica fuga artistica dal reale. Col digitale è quasi tutto finto, perché ci si ostina (soprattutto le ragazzine) a usare orrendi filtri e filtracci di Instagram per truccare, cambiare, lisciare zigomi, aumentare nasi, levigare pelli, addirittura pasticciare gli sguardi con occhi da cartone animato, che uno alla fine diventa un misto fra un daino e un coniglio.
E tutti che si compiacciono, mettono “mi piace” e vanno via contenti. “Ma quanto sei carina con gli occhi da cerbiatto”. “Ma che bella che sei con quel topo in testa”. Insomma, ribadiamo, è chiaro che non ci piacciamo. Vogliamo cambiare. A volte il cambiamento, nella manipolazione della foto, è talmente clamoroso che si rimane ammutoliti. E succede anche a donne o a uomini oggettivamente belli (gli uomini lo fanno meno, ma non perché sono migliori: anche loro, con sopracciglia finte e barbe disegnate, ci mettono un bel carico).
C’è poi anche tutta quella fetta di persone che sbaglia a ritoccare le foto e non sa usare Snapseed, Prisma, Sweet Selfie o altre diavolerie inventate dai famosi creativi. Tutta questa gente quando gli metti sotto il naso una bella foto, scattata in analogico, magari in bianconero, sgrana gli occhi: ”Però! Questa è una gran foto!”. Ma vè! Come se avessero scoperto l’acqua calda.