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June 23, 2021
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Fare il bucato a New York è molto stancante, ma è anche un’attività sociale

Le lavanderie a gettoni sono essenziali dato che i vecchi edifici non hanno le tubature e gli spazi idonei per le lavatrici, ma col bucato gira una cultura

Maria Sole AngelettibyMaria Sole Angeletti
Fare il bucato a New York è molto stancante, ma è anche un’attività sociale

La lavatrice a gettoni a New York è stata inventata da Harry Greenwald. (Credit: Flickr Guy)

Time: 3 mins read

Il bucato può essere frustrante, anche per un appassionato di lavanderia. Richiede molto tempo, è incessante e ci sono così tante cose che possono andare storte. Per molti di noi, è uno di quei compiti che abbiamo imparato a fare dai nostri genitori o da un compagno di dormitorio, eppure fare il bucato a New York è un’attività sociale.

Tanto che le lavanderie a gettoni, considerate attività essenziali dal sindaco Cuomo, sono rimaste aperte durante il lockdown pandemico, e questo perché la maggior parte dei newyorkesi non possiede lavatrici in casa. Le prime lavanderie a gettoni, o self service, nascono negli Stati Uniti nei primi anni ’40, in particolare la sua prima apparizione è segnalata nella città di Fort Worth, Texas, con il nome di “Washateria”. Lo United States Census Bureau stima che negli Stati Uniti ci siano 11.000 lavanderie a gettoni, che impiegano 39.000 persone e generano oltre 3,4 miliardi di dollari ogni anno. In una città in cui il lusso non manca, può sorprendere che la maggior parte dei newyorkesi non abbia il vantaggio di lavatrici e asciugatrici nelle proprie case e anche nelle aree più esclusive è consuetudine incontrare persone che trascinano il bucato della settimana lungo la strada, fino alla lavanderia a gettoni più vicina.

Negli Stati Uniti ci sono 11.000 lavanderie a gettoni, che impiegano 39.000 persone e generano oltre 3,4 miliardi di dollari ogni anno. (Credit: Flickr Rhelyson)

Ma perché, dunque, i newyorkesi non hanno la lavatrice in casa? Non se la possono permettere? No, il costo è tutt’altro che proibitivo, ma per capire la ragione da cui deriva questa scelta socio culturale è necessario volgere lo sguardo indietro nel tempo. La maggior parte delle persone, prima della Rivoluzione Industriale, per fare il bucato utilizzava le assi di legno e coloro che possedevano la lavatrice erano tra i pochi e privilegiati, fino a quando Harry Greenwald (colui che inventò la lavatrice a New York) non ebbe l’idea brillante di posizionare una lavatrice a gettoni a disposizione di tutti gli inquilini, nel seminterrato del suo edificio. Fu un cambiamento rivoluzionario per la città, che vide nel giro di pochi anni la creazione della Greenwold Industries, per far fronte alle tante richieste dell’installazione a uso comune dell’elettrodomestico negli edifici. Questo ha comportato che oggi molti vecchi appartamenti oltre a non avere gli spazi sufficienti, proprio perché la lavabiancheria era una per ogni edificio, non hanno i collegamenti adatti per le tubature di scarico e questo rende praticamente impossibile poter usufruire di lavatrice e asciugatrice personali. Le lavanderie self service di cui ogni angolo della città è piena sembrano quindi essere la soluzione migliore.

L’ ossessione per tutto ciò che è pulito ha spinto le sorelle Corinna e Theresa Williams ad aprire la lavanderia a gettoni più chic ed efficiente dal punto di vista energetico a New York.
(Credit: Profilo Ig Celsious)

Fare il bucato nelle lavanderie a gettoni è un’attività che richiede tempo, sopratutto quando bisogna attendere la disponibilità della lavatrice e il completamento del ciclo dei lavaggi, nonostante i newyorkesi tendono a essere un popolo impaziente è una pratica che però considerano vantaggiosa, perché possono fare più lavaggi contemporaneamente una volta alla settimana, durante l’attesa leggere un buon libro, oppure molti ne approfittano per fare commissioni nel quartiere. Ci sono poi lavanderie automatiche, come per esempio Celsious a Williamsburg, Brooklyn, che sono diventate alla moda, perchè sono state progettate non solo come luoghi dove lasciare il bucato, ma come punti di ritrovo della comunità, offrendo servizi come la caffetteria con rete WI-FI, un’attenta cura delle esigenze dei clienti e macchinari ecologici. Il tutto in ambienti luminosi e puliti, dove addirittura vengono utilizzati come set per servizi fotografici, oltre ad avere il vantaggio di rendere un’esperienza piacevole quella che solitamente viene considerata una fatica domestica. 

Molte delle lavanderie presenti nella città accettano solo gettoni, in media un carico di bucato per il lavaggio di 15 minuti costa dai 2,25$ a 3,50 $, se si aggiunge l’asciugatura 25 centesimi in più e i momenti migliori quando è probabile trovare meno persone, sono le mattine e i pomeriggi dei giorni feriali. Gli appartamenti di New York che hanno lavatrici e asciugatrici sono solo il 20%, inoltre solo il 45% degli annunci degli affitti include come servizio la lavatrice, questo perché in genere il costo del consumo dell’acqua è compreso nel contratto di locazione, e la somma mensile per l’affittuario aumenterebbe notevolmente scoraggiandolo.

L’industria delle lavanderie, luogo legato alle fatiche domestiche, sono diventate a New York un settore attento, incentrato sul cliente e rispettoso dell’ambiente. (Credit Pic: Ig Celsious)

La richiesta sembra negli ultimi anni essere in aumento, gli sviluppatori di condomini infatti stanno rendendo questi elettrodomestici parte del pacchetto standard dei progetti edili e gli edifici più vecchi stanno cercando di essere meno rigorosi sui divieti. Anche perché i nuovi apparecchi generalmente richiedono meno acqua ed elettricità rispetto ai modelli più vecchi e i tubi si intasano meno con i residui di sapone, sembra quindi che gli edifici in grado di gestire le condizioni dell’impianto idraulico sono in aumento e quasi tutti i condomini hanno una lavatrice per piano, una per ogni unità familiare a meno che non si vive nei sobborghi o in appartamenti lussuosi sembra ancora una richiesta troppo ambiziosa.

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Maria Sole Angeletti

Maria Sole Angeletti

Tra i libri di diritto ha capito che la sua vera passione sono le parole. Si occupa di New York, cultura e fa interviste. Content creator, social media director e autrice di podcast.

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