“Sai, Ugo ieri mattina è venuto sul letto è mi ha svegliata…che amore!”. “Gianni mi dà i bacini…e poi mi parla, oh sì, mi parla, e mi capisce finalmente…”.
Una nuova, grande realtà irrompe nel mondo delle donne della generazione di mezzo. Una realtà prepotente e verificabile molto facilmente dai dialoghi davanti alle scuole. Quando non si parla dei figli, ingigantendone i problemi fino alla catastrofe nucleare, si parla del rapporto con i propri animali. Gatti e cani. I suddetti animali hanno sostituito completamente l’esistenza di un marito già volato via verso lidi dove le catastrofi in pratica sono assorbite da freschi sorrisi di pietose amanti (ad esempio: dopo 10 anni di matrimonio lui, per la moglie, russa moltissimo, per l’amante assolutamente no ).
Il boom negli animali domestici (detti pets inspiegabilmente anche in Italia, dove si dovrebbe dire semplicemente “animali domestici) è globale, ma sappiamo quanto negli Stati Uniti siano vitali da tempo i cani e i gatti, quasi da diventare protagonisti di film e di serie Tv. Cani e gatti si chiamano innanzitutto ormai con nomi di uomini. E se “Ugo ieri mattina è venuto sul letto e mi ha svegliata” è perché il marito su quel letto non ci mette piede già da anni. E se “Gianni capisce tutto” è perché il marito non capisce più niente da tempo.
Donne sull’orlo di una crisi di animali. Gatti e cani elevati al rango di scienziati nucleari, di geni spaziali, di fenomeni assoluti. “Ha detto miao, quando lo dice così vuol dire ‘svisceriamo il problema dalla radice’, lo so benissimo che vuol dire così”.
Siamo sparati verso il fondo di un tunnel senza fine. Cani che danno bacini, che ringraziano per i complimenti, che ridono (”ti giuro ha riso, ti dico che ha riso!”) , che si seccano visibilmente per un congiuntivo sbagliato dall’idraulico (“sì, sì, l’idraulico ha usato un ‘di cui’ che non andava usato e Mirko si è subito rabbuiato, l’ho visto benissimo, non ci posso credere”).
Cani e gatti. Ognuno di loro è fenomenale per una cosa, tanto da farlo diventare un esempio mondiale assolutamente unico. “Ci credi Giada, Alberto ieri mi ha fatto l’occhietto…ti giuro, come per dire..siamo d’accordo. Io un cane che fa l’occhietto non l’avevo mai visto!”. Neanche noi, sinceramente.
Gatti che, se sono posizionati in un certo modo sul divano, guardano la Champions League e apprezzano il gioco spumeggiante del Barcellona. Se poi quando li si guarda hanno gli occhi chiusi ecco che la partita è noiosa e tu ti senti in colpa perché non hai cambiato canale. E ormai si vestono cani e gatti con roba di Abercrombie, si agghindano di paltoncini, di bermuda a fiori, di giacche e cravatte quando c’è una festa. Attenzione: c’è il Woorlidge da cane! Esiste. C’è. L’ho visto io. Siamo al delirio.
Io credo che di notte, quando tutti dormono i cani e i gatti si radunino, nel loro linguaggio, da un cortile all’altro, in riunioni interminabili dal tema: “Forse siamo stati superficiali all’inizio, adesso come facciamo a dirgli la verità?”. E credo siano anche molto preoccupati.