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February 21, 2021
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Sarai a Roma o a New York, quel gesto del selfie è un tic a culo di gallina

Anche quando si balla o si compra un vestito, ecco che ti scatta quello strambo bacio e aspetti e speri nel like su Feizbuk ma invece pensa... che schifo!

Giorgio ComaschibyGiorgio Comaschi
Sarai a Roma o a New York, quel gesto del selfie è un tic a culo di gallina

Le opere d'arte sì che sanno come stare in posa nei selfie... (Travailwiki/Wikipedia)

Time: 3 mins read

Qual è il muscolo facciale che scatta quando qualcuno sta facendoci una foto e, brandendo il cellulare nella modalità fotocamera, dice con tono di urgenza: “Foto, foto”?

Il muscolo della bocca. Chissà perché? Fateci caso: non c’è una foto che compaia su Feizbuk in cui la gente non faccia automaticamente la bocca nella modalità detta “a culo di gallina” e cioè con le labbra protese disperatamente in avanti. Lo fanno in Italia e lo fanno negli Stati Uniti, dappertutto.

Lo fanno le modelle, lo fanno le Kardashian. Per poco lo fa anche Trump. Tutti. Perché? Qual è la molla che fa scattare quel muscolo. Si vede che sulle persone l’effetto collaterale del telefono che sta fotografando è quello. Non si salva nessuno, nessuno tiene un’espressione normale, non ce la fa. Il fenomeno è attribuibile prevalentemente alle donne, anche se si deve registrare il fatto che in qualche occasione, dopo aver posato per la foto, il soggetto resta purtroppo uguale e cioè con la stessa tragica espressione.

Sorge il sospetto che i chirurghi estetici intervengano in modo specifico per far modo che un soggetto sia comunque già pronto per le foto. Forse non è precisamente così, ad ogni modo si vedono nel centro delle città, sia che sia Manhattan sia che sia a Roma e a Milano, molte signore che girano, fanno shopping, fanno la spesa e mandano teorici bacini a tutti. 

Un frame di un selfie-video di Matteo Salvini sul suo profilo Facebook.

Il gesto dovrebbe infatti essere teoricamente quello del bacio. Si chiama il tic della foto. Il problema è che chi fa quella bocca non migliora affatto, nel senso che uno viene molto meglio se non lo fa e sta normale. La variante nelle foto è la linguaccia (quella che ci facevano i genitori e i nonni, quando eravamo piccolini, per farci ridere) accompagnata dal segno della pistola con la mano o quello del V di vittoria. Insomma normali mai. 

La bocca a culo di gallina viene usata anche in altri misteriosi casi. Per esempio quando la gente va a ballare. Ma non nei balli di coppia, bensì in discoteca, quando si balla da soli. La gente si muove e sporge la bocca in avanti, con le labbra chiuse. Chissà perché? Lo fanno le donne, ma soprattutto gli uomini e un uomo con quella smorfia stampata sul viso, anche se poi fa dei sorrisini di compiacimento, è un’immagine ai confini del raccapriccio. Si vede che così si balla meglio, i movimenti diventano più fluidi, boh, chissà. Impossibile vedere due mentre ballano il tango o il valzer fare quella bocca, a meno che non siano sull’orlo di una paresi.

Altro caso è quello dell’acquisto di un indumento in un negozio. Quando si va davanti allo specchio ci si muove un po’ a destra, un po’ a sinistra, si cerca di vedersi di profilo, ma nel frattempo scatta il culo di gallina. Evidentemente l’effetto dello specchio è irresistibile. Un capo di abbigliamento, questa è la cosa fondamentale, provato con la bocca messa così rende al massimo. Nel senso che solo così ci si rende conto se è davvero da comprare. La cosa vale anche per le scarpe. Quando ci si guarda una scarpa si allunga la gamba si ruota inspiegabilmente il piede per coglierne tutte le angolazioni e la bocca è sempre quella, quella delle fotine da mettere su Feizbuk, quelle che poi fanno scattare il “mi piace” col dito pollice in alto. Ma esiste la voce: “a me fa schifo”? Dov’è che la clicco?     

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Giorgio Comaschi

Giorgio Comaschi

Giorgio Comaschi, bolognese, giornalista dal 78, attore e uomo di spettacolo, non siliconato, non fumatore. Ha scritto anche qualche librino: Uno che si chiama “.Com”. Ma non compratelo.

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