MILANO LOVES YOU. Questo lo slogan scelto per presentare il programma della convention a riconferma dell’entusiasmo e del grande spirito di accoglienza della città di Milano, che abbraccia la sua comunità LGBTQ+ e la porta in alto orgogliosamente come grande punto di riferimento non solo per la cultura, il costume, il tessuto economico della città, ma anche per il turismo. Dati alla mano, solo nel 2018 il turismo LGBTQ+ ha sfiorato i 500 mila ingressi, e questo è un dato eclatante, che dimostra il sempre più crescente interesse per l’offerta arcobaleno della città. Da chi come me Milano l’ha vissuta negli anni della sua adolescenza proprio dall’interno della comunità gay, sa quanto la città sia cresciuta anche intorno alla sua comunità, in un continuo scambio culturale e generazionale che ha progressivamente aperto ancora di più lo spirito già liberale della città armonizzando tradizione e modernità. Ad oggi Milano è l’unica città italiana che può vantare un vero e proprio quartiere gay, nella zona di Porta Venezia, un Gay Pride di spirito internazionale, ma anche fenomeni come la settimana della moda o la settimana del design che diventano dei veri e propri melti- pot, punti di incontro di culture, etnie, gender diversi, momenti dell’anno dove tutta la città è coinvolta in un vortice esplosivo di arte, musica e svago dove ogni differenza si assorbe in un grande organismo vitale e colorato che è oggi Milano City. E in un’Italia che è ancora aperta ad ospitare manifestazioni come il Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona, è importante, a mio modesto avviso, che la voce ed il messaggio del quale la città di Milano si fa portavoce, ci racconti anche di quella che è l’apertura mentale, la forza futuristica e l’energia della nostra Italia contemporanea.
Milano non è certo solo capitale del divertimento, ma anche delle grandi accademie d’arte, delle splendide architetture, delle gloriose testimonianze della storia dei popoli che l’hanno attraversata e degli artisti che a Milano hanno lavorato e che da Milano si sono fatti ispirare. Quest’anno in particolare Milano celebra Leonardo da Vinci in occasione dei 500 anni dalla sua scomparsa, raccontando attraverso dei percorsi turistici, culturali e anche ludici, la presenza del genio del Rinascimento nella città alla quale lui affidò uno dei suoi massimi capolavori, il Cenacolo. Tutto questo e molto altro è la proposta turistica del capoluogo lombardo, e molto c’è ancora da offrire per turisti LGBTQ+ e non.

L’Assessore Roberta Guaineri ha condiviso con noi il suo entusiasmo per questa bellissima apertura della convention dell’IGLTA all’Italia ed in particolare a Milano, e ci ha guidato attraverso la ricca offerta che la capitale più arcobaleno d’Italia sta preparando per i suoi turisti.
Ci parli di quanto è importante e anche rivoluzionario il fatto che una città italiana, e non a caso direi Milano, è stata scelta dall’IGLTA per ospitare la prossima convention?
“Siamo davvero felici ed entusiasti. Milano è una città perfetta per il turismo LGBTQ+. È una città innovativa, che offre tanto ed ha una qualità di vita molto alto. E poi soprattutto è una città sicura, e questo è molto importante”.
Questa convention dà veramente il segno e la misura dell’apertura della città di Milano alla comunità gay. Sono trapelate però delle notizie che dicevano che ci sono stati dei problemi organizzativi perché molte strutture alberghiere contattate per ospitare la convention sono state restie, come se non gradissero quel tipo di presenza. Cosa ne pensa?
“Sì, ho saputo che ci sono state queste difficoltà sull’albergo e mi dispiace molto perché credo che Milano debba andare di pari passo con la mentalità della legislazione della città che invece è stata molto disponibile sin dall’inizio a candidarsi per ospitare la convention. Milano è pronta. Queste problematiche sono comunque state risolte per fortuna. Abbiamo tanti locali e tanti posti destinati al turismo LGBTQ+. Non solo per i turisti ovviamente ma per tutti i cittadini milanesi, e la comunità è sempre più in espansione”.

Quali iniziative e quali offerte turistiche spiccano su tutte?
“Innanzitutto, noi abbiamo la manifestazione del Gay Pride, ed in Italia quello di Milano è un punto di riferimento e un nostro fiore all’occhiello. Il nostro Sindaco Giuseppe Sala ha affermato che una delle esperienze più intense e coinvolgenti che abbia mai vissuto in questi tre anni è stato proprio il Gay Pride. Ha dichiarato di non essere stato lì per posa o per facciata ma “perché ci credo”. Stiamo caricando proprio in questi giorni una sezione sul sito del turismo di Milano che raggrupperà tutta l’offerta LGBTQ+ della città di modo che sia più facilmente consultabile”.
In termini di numeri quanto è importante e quanto incide sul mercato il turismo arcobaleno?
“I numeri sono altissimi, parliamo di 500 mila nel 2018. Un numero molto importante per una città piccola come Milano. Il turismo LGBTQ+ è anche cresciuto con la crescita di settori importanti per la città quali la moda ed il design. Milano è una città raffinata e la presenza di personalità di rilievo in quei campi artistici provenienti anche dal mondo LGBTQ+ hanno fatto la differenza nella crescita della città. È uno scambio biunivoco”.
Parlando di quanto Milano sia appunto aperta da questo punto di vista, come pensa che possano convivere in Italia realtà come la convention del turismo IGLTA e fenomeni come il Congresso Mondiale delle Famiglie di Verona?
“Io non li paragonerei perché comunque quello era un tema politico e questo è una convention turistica. Io a Verona non ci sono andata a Milano ci vengo volentieri, questo fa la differenza. Però penso che quello di Verona non sia stato un buon esempio neanche di tutela della famiglia. Se facessi una manifestazione del genere a Milano la farei a tutela degli affetti o delle relazioni personali, a 360 gradi”.
Come vede invece la proposta per il turismo gay declinato nelle altre città d’Italia?
“Io non penso che in altre città italiane si sia mai organizzata una convention come questa e quindi questo già la dice lunga. Però io non credo che l’Italia sia un paese razzista nei confronti della comunità LGBTQ+, è un paese però che ha una forte cultura cattolica ovviamente. Specie nelle provincie poi perdura una certa forma di disinformazione, ma credo che si stia passando questo momento, e me lo auguro per le nostre future generazioni”.

Siete qui in America per seguire la convention del 2019, che impatto ha il turismo LGBTQ+ americano su Milano?
“È sempre la prima voce. Gli americani sono dei turisti fantastici, sempre di più interessati a Milano e che spendono anche molto. È molto prolifico anche il turismo di business ovviamente tra l’America e Milano”.
In generale cosa possiamo ospitarci dall’offerta turistica della città di Milano per il 2019/2020
“Milano vive di eventi ed è diventata nel corso del tempo una città turistica a tutti gli effetti, mentre prima i turisti ci venivano più per motivi di business. Dall’inizio di aprile noi abbiamo avuto MiArt, poi la settimana del Design, poi avremo l’Art Week, dedicata all’architettura. E poi ovviamente c’è la settimana della moda e molti altri eventi. A Milano si trova sempre qualcosa di bello e interessante da fare. Per il 2019 la parte importante è quella dedicata alla figura di Leonardo 500, abbiamo due palinsesti paralleli, uno più scientifico, legato proprio all’artista ed uno che noi definiamo più pop che sono delle iniziative sempre collegate a Leonardo, ma più ludiche. Per il turismo LGBTQ+ per esempio abbiamo ideato dei percorsi a tema, come il “Leonardo da Vinci’s Genius Under a Gay Light”. Il 2020 sarà un anno più tecnico. Avremo appunto questa importante convention e poi saremo orientati sull’investire di più sugli operatori turistici. Importante sarà anche la “World Routes” convention delle compagnie aeree, strategica per la città perché speriamo di implementare i voli diretti su Milano”.