Chissà se gli organizzatori del World Families Congress di Verona si aspettavano tutto questo clamore intorno al loro raduno. Forse lo speravano, ma quanto accaduto in questi giorni a Verona è sicuramente andato al di là delle aspettative di questo gruppo di conservatori nostalgici di un’idea di famiglia spazzata via da tempo dalla realtà della vita, che è sempre molto più complessa della fantasia.
L’effetto dei proclami antiaborto, dei disgustosi feti di gomma distribuiti come gadget, dell’idea della donna solo come procreatrice hanno richiamato nella città di Giulietta gruppi di estrema destra, ma anche tante giovani donne bellissime e coloratissime con i fazzoletti fucsia al collo che hanno ribadito il loro desiderio di amore e di libertà. In migliaia, centomila dicono gli organizzatori, hanno sfilato contro il “nuovo Medioevo” e hanno riempito le strade di Verona con un corteo allegro e pacifico con slogan e cartelli rosa nei quali si è ribadito che famiglia è dove c’è amore. Un incontro di generazioni, c’erano anche le madri e le nonne, i padri e i fratelli e le associazioni di gay, lesbiche e trans, Amnesty, Arci Anpi Libera Cgil Famiglie Arcobaleno a dimostrare che esiste anche un’Italia che crede nei diritti.
“Giulietta ce l’ha insegnato il patriarcato va contrastato” si leggeva su un cartello”. “Non permetteremo a Salvini di portarci via quanto conquistato dalle nostre nonne” capeggiava su un altro. ”Indietro non si torna” su un altro ancora. E’ risuonato anche il vecchio slogan degli anni 70 “L’utero è mio e lo gestisco io”.
Divertente la tarantella che l’ex presidente della camera Laura Boldrini ha dedicato a Salvini che come al solito l’ha presa in giro perché ha ballato con le ragazze di Non una di meno al grido di libertà. Ma è stato un autogoal di Salvini, perché la rete si è ribellata al ministro e subito è diventato di tendenza l’hashtag #ioballoconLaura. “Non devono esistere discriminazioni sulla base del genere e dell’orientamento sessuale” ha twittato la Boldrini, una delle poche politiche italiane che non teme di mettere la faccia su temi scomodi come l’immigrazione, l’odio in rete, l’emancipazione delle donne.
Mentre l’Italia dei diritti riempiva le strade di Verona, blindati all’interno del Palazzo del la Gran Guardia si susseguivano gli interventi dei partecipanti. Ben tre ministri, Fontana, Salvini e Bussetti hanno garantito la loro presenza, con il premier Giuseppe Conte che prende le distanze dal raduno e polemizza con lo stesso Salvini quando quest’ultimo lo invita a fare di più per le adozioni. Palazzo Chigi in una nota ricorda che la materia è di competenza del leghista Fontana. Conte invita il suo ministro dell’interno a “rimboccarsi le maniche, studiare di più e lavorare nei ministeri tutti i giorni altrimenti si fa confusione”. I rapporti nel governo gialloverde appaiono sempre più tesi e il Congresso sulla famiglia ha contribuito ad inasprire le differenze quando si parla di temi etici.
Ho chiesto al leader del Family Day Massimo Gandolfini, durante la trasmissione “Le parole della Settimana” di Rai 3, perché invece di distribuire feti di gomma non si sostengano politiche serie a favore della famiglia. L’esponente pro life, che non ha preso le distanze dall’iniziativa di cattivo gusto sui feti, mi ha fatto un lungo elenco di proposte, alcune a mio parere penalizzanti per le donne, altre condivisibili come gli asili nido i pannolini e il latte gratuiti. Viene quindi naturale chiedersi quale sia stato sinora il contributo M5S-Lega dato alla famiglia. Provo a ricordare il bonus seggiolino antiabbandono per genitori sbadati; il congedo obbligatorio dei papà da 4 a 5 giorni; la possibilità di lavorare sino al nono mese di gravidanza; la terra gratis per chi fa il terzo figlio; la soglia alzata a 4 mila euro l’anno per i figli a carico sino ai 24 anni. Un po’ poco per quella componente leghista che si dichiara pro famiglia.
Siccome dicevamo che la realtà è più complessa della fantasia, ecco alcune perle dal Congresso sulla famiglia. La figlia primogenita di Gandolfini, Maria, si è schierata apertamente contro il padre definendo l’evento di Verona maschilista retrogrado da Medioevo. “Sono qui col mio compagno e con le mie figlie per far vedere quanto è bella la mia famiglia allargata. Io penso che Gesù Cristo ami gay, lesbiche, famiglie colorate, così come tutte le altre”. “L’amore non ha sesso, non ha colore, non ha razza – ha aggiunto – a una coppia che si ama veramente, anche se di sesso diverso, perché non si deve dare un figlio? Io mi sono sposata in chiesa a 18 anni come voleva mio padre e mi sono separata. Perché dovrei morire tra le fiamme dell’inferno? Io sono contro tutto questo. È una cosa inconcepibile nel 2019″. Il padre ha risposto che questo dimostra come lui non sia un fascista. Qualche dubbio sorge.
Matteo Salvini si è arrampicato sugli specchi vista la sua situazione personale. E’ separato divorziato con due figli concepiti con due donne diverse e con una nuova fidanzata, la figlia di Denis Verdini, esibita ufficialmente di recente in un’uscita pubblica, dopo la storia conclusa con la conduttrice TV Isoardi. Ha spiegato che lui non vuole togliere diritti a nessuno e che la legge sull’aborto non si tocca. Ci mancherebbe altro. (Sotto un video su youtube della sua conferenza stampa a Verona)
Giorgia Meloni è andata a proclamare dal palco di Verona che come Fratelli d’Italia “difenderemo Dio Patria e Famiglia,” lei che non è sposata e ha una figlia nata fuori dal matrimonio. Che dire? Che la coerenza per un politico è la base della sua credibilità.
E allora per strapparvi un sorriso, vi invito a guardare lo spot che Ikea ha fatto in risposta al raduno sulla famiglia e chiudo con le parole coraggiose di un capotreno ai passeggeri sabato mattina durante la sosta a Verona: “Questo week end più che mai Verona è la città dell’amore, buona permanenza dal vostro capotreno, che ricorda: Famiglia è dove c’è amore”.