La sconfitta meritata ed annunciata già faceva capolino tra le prime file di ombrelloni sparsi per i 5000 km di costa italiana, un metro più bello dell’altro. Il “piano B” di Conte, ovvero la fantomatica Squadra B, ripiego illustre della prima squadra è miseramente fallito sotto le legnate prese dai nerboruti abitanti dell’antica Hibernia, ossia l’Irlanda. I verdi hanno giocato un calcio primitivo: contrasti, scivoloni e botte da orbi. Gli italiani si sono tenuti bassi, hanno accettato e spesso perso il confronto con gli aitanti e prestanti irlandesi che l’hanno messa subito a rissa.
L’Italia nuova e demotivata è stata poco incline ad accettare le direttive del tecnico che bramava vedere le neo riserve azzurre toste e vincenti come le stelline della prima squadra. Ma, purtroppo per lui e per le italiche folle, questo non è avvenuto. Pesano nel bilancio della sconfitta gli otto giocatori utilizzati ex-novo, che con i due cambi in corsa sono diventati dieci, per un totale di ventidue giocatori impiegati durante questa prima fase a gironi, praticamente Conte ha usufruito di tutti i suoi giocatori tranne il terzo portiere. Un record assoluto.
La fisionomia della squadra ne ha risentito tanto, anzi troppo. L’Italia scesa in campo a Lille non ha mai avuto un idea di gioco e non è nemmeno riuscita ad azzeccare tre passaggi di fila. Tutto da dimenticare quindi, o quasi.
Non era facile chiedere e pretendere ardore agonistico a calciatori che facevano il loro esordio in massa stravolgendo gli assetti tattici e tecnici. Non era legittimo esigere da questi ragazzi una prova di forza che solo un gruppo compatto e coeso avrebbe potuto dare. L’Italia B ha resistito comunque fino alla fine agli assalti dei verdi d’Irlanda, palle lunghe e mischie in area di rigore è sempre stato il loro modo di intimorire l’avversario. Il campo di patate del “metropole” di Lille non ha aiutato di certo le sterili ripartenze italiane ma nel complesso ha favorito gli avversari che per loro cultura calcistica non sanno nemmeno cosa significa giocare la sfera a pelo d’erba, ed allo stadio ieri l’erba era davvero scarsa.
Lille, 22 Giugno 2016 : Irlanda – Italia 1-0
Non era una semplice partita di calcio. L’Irlanda doveva vincere ad ogni costo e già questo poteva sembrare come uno scontro invece che un confronto tra due squadre partecipanti ad un torneo calcistico. L’equilibrio e la pacatezza degli animi sono andati a farsi benedire lasciando lo spazio al furore agonistico ed alla fisicità. Conte ha adottato il famigerato quanto opportuno “turnover”. Fuori otto giocatori su dieci, l’Italia cambia pelle dall’estremo difensore alle punte. Sirigu in porta, linea difensiva formata da Ogbonna, Bonucci e Barzagli. Centrocampo a cinque inedito ed eclettico con De Sciglio e Bernardeschi esterni, Sturaro, Thiago Motta e Florenzi al centro. Immobile e Zaza di punta.
Partenza prevista degli irlandesi che adottano l’unico modulo che conoscono: palla lunga, anzi lunghissima e mischia in area. Reminescenze rugbistiche applicate alla scienza calcistica.
Dalle prime battute subito si intuisce a cosa andiamo incontro. Tackles al limite della denuncia per lesioni, risse da osteria in area di rigore, insulti e battibecchi. La squadra completamente rinnovata pare soccombere alle provocazioni degli avversari, ma accusa un certo temperamento, come Conte aveva richiesto nel pre partita. Passa mezz’ora senza nemmeno un tiro in porta, Conte si scalda, vorrebbe entrare in campo per far vedere ai suoi come fare, ma il quarto uomo lo blocca più volte frustrando il suo slancio.
Un diverbio tra Sirigu e Long elettrizza di colpo la gara che oltre le botte non aveva registrato altro. Il primo tiro degno di nota a due minuti dalla fine del primo tempo ad opera di Ciro Immobile. La sfera passa non lontana dal palo sinistro della porta difesa da Randolph. Un brivido per un rigore negato all’irlanda accompagna il duplice fischio che segna la fine del primo tempo
Second Half Time
La ripresa non è poi tanto diversa alla prima frazione di gioco. All’ottavo minuto l’unica vera azione della partita da parte dell’Italia, una bella manovra avvolgente degli Azzurri porta alla conclusione di Zaza che gira a lato. Poi praticamente nulla fino alla fine. Zaza ed Immobile fanno movimento ma non trovano mai uno scambio accettabile ed al centrocampo manca la qualità per innescare le due punte. Sturaro non è certo Pirlo e spesso si ritrova ad annaspare in acque troppo profonde per i suoi attributi. La foga di scaricare la sfera al compagno vicino non sempre è sinonimo di eleganza. I ragazzi di Conte sono troppo bassi per ripartire in velocità. La difesa è troppo statica ed il centrocampo fluttua una ventina di metri più in basso rispetto al baricentro tattico delle gare precedenti.
Strano modo di affrontare l’Irlanda, che è certamente una squadra tenace ma ampiamente alla nostra portata. Una cosa gli Azzurri sanno fare bene in questa fase preliminare a gironi: sanno come soffrire. Con il Belgio e contro la Svezia avevamo sperimentato la sofferenza dovuta alle residue speranze dei nostri avversari di capovolgere al loro favore il risultato. Ieri la beffa si è concretizzata a cinque minuti dallo scadere, e soffrire non è bastato ad evitare la sconfitta.
Darmian per Bernardeschi ed Insigne per Immobile cambiano per un attimo l’assetto tecnico della squadra. Al 32′ Lorenzo Insigne manda la sfera a stamparsi sul palo destro della porta irlandese, l’Italia si desta improvvisamente dal torpore. Un Thiago Motta che svolge il proprio compito ordinato e deciso a centrocampo e difesa senza particolari affanni convincono Conte a provare a vincere la gara. Fuori De Sciglio per il Faraone. All 83′ però Bonucci perde il controllo della sfera, se ne impossessa Hoolahan appena entrato in campo, corsa senza ostacoli e porta spalancata per il gol ma il piattino sinistro è di quelli senza pretese e Sirigu para facilmente. Dopo soli due minuti il vantaggio di Brady concretizza novanta minuti di sforzi irlandesi e vanifica novanta minuti di mediocrità italiana: Cross dello stesso Hoolahan morbido per la testa di Brady, Bonucci sbaglia completamente la posizione e non può fare altro che ammirare la sfera che termina alle spalle di Sirigu.
Conte ed i suoi affanni
La gara termina dopo pochi minuti mandando in paradiso l’Irlanda per la storica qualificazione agli ottavi, ed in purgatorio Conte e la sua Italia B che non ha funzionato a dovere. Dopo questa sconfitta l’atroce destino ci riserva le furie rosse della Spagna, che contro la Croazia non ci sono sembrati poi così furiosi ma che lo saranno di certo contro l’Italia. Conte prova ad animare i volti tesi ed in conferenza stampa parla di passato e futuro. “Meritavamo il pareggio” afferma ed aggiunge: “Affrontiamo la Spagna senza ansie, non si può dire certo che sia uno sparring partner”. Se la prende poi con i colleghi in sala: “Se usciremo dall’Europeo? ditemelo voi che sapete sempre tutto…”
Lo spirito però è quello di una Nazionale che ha perso molto del suo carattere dopo questa sconfitta. Le difficoltà di recupero della Nazionale titolare e di dieci diffidati mettono la giusta apprensione per le sorti di questo Europeo. Ma come erano soliti dire i Latini, affrontiamo un nemico per volta. La Spagna sarà diversa dall’Irlanda, dalla Svezia e perfino dal Belgio. Gli uomini di Del Bosque non amano fare prigionieri e la loro sconfitta l’hanno già maturata. Mala tempora currunt. Le nubi si sono addensate sulla testa di Conte e della Nazionale, ma un raggio di Sole può far sparire come per incanto la tristezza per questa sconfitta. Un ennesimo miracolo in terra transalpina sarebbe la panacea dei mali, un evento soprannaturale sarebbe capace di nascondere sotto il tappeto le magagne di una Nazionale ancora acerba. Ma attenzione, di miracoli secondo le Storie dei nostri avi ne abbiamo soltanto tre, e due li abbiamo già consumati…
Le Pagelle degli Azzurri:
Sirigu 5: esce poco e male. Non esce affatto su Brady che con la complicità della difesa insacca indisturbato
Barzagli 6: Vince a tratti il confronto con il rude e provocatorio Mc Lean. Una gara di nervi più che di calcio
Bonucci 5: Mai il turnover gli sarebbe stato così propizio. Due errori fatali macchiano la sua partita già ampiamente mediocre.
Ogbonna 6: barcolla ma non molla
Bernardeschi 5: Abbatte in piena area l’attaccante irlandese poi si scusa. una follia che poteva costare cara. Poco incisivo forse per colpa del campo…
Sturaro 4,5: Non potevamo pretendere di avere una copia di Pirlo in campo perché il padreterno ne ha buttato via lo stampo.
Thiago Motta 6: Appena sufficiente, con il passare dei minuti decade assieme a tutta la Nazionale
Florenzi 5: ma perché era in campo?
De Sciglio 6,5: Bravo ma troppo attento a coprire, praticamente non passa mai la mediana, ma non per sua scelta
Zaza 6: fa reparto quasi da solo, poco ispirato e poco servito
Immobile 4,5: Solo un tiro poi il buio. (dal 30′ Insigne)
Insigne 6: Non è un turista in Francia e vuole a tutti i costi dimostrarlo
All. Conte 5: Il suo “Piano B” non regge. Poca qualità e sopratutto poco carattere e convinzione. Da rivedere contro la Spagna , e lì saranno volatili per diabetici…
Prossima Gara: Lunedì 27 Giugno 2016 ore 18 ( NYC ore 12) Italia – Spagna