Passaporto per le stelle.
Un’altra giornata all’insegna del monocromo. I colori che compongono l’arcobaleno e le maglie delle Squadre di Serie A si accomiatano dalla policromia ad effetto accostandosi con deferenza all’esibizione poco vivace delle maglie bianconere della Juventus, che anche nella giornata del week scorso ha dimostrato la sua decisa preponderanza sul campo di gioco, ha esibito con classe la sua estetica bellezza fatta di giocate pregevoli e di tocchi raffinati, di gol e di corsa operaia ed ha surclassato il Sassuolo violando solo per una volta la rete degli emiliani con uno straordinario colpo da biliardo dell’astro nascente Paul Dybala, argentino ventenne che milita nella Juventus da meno di un anno ed ha già siglato gol fondamentali e bellissimi, permettendo alla sua squadra di correre come un intercity senza fermate supplementari circondato da treni merci che arrancano stantuffanti verso mete modeste. La Juventus eleva di una spanna la sua voce stentorea nella polifonia debole e poco convincente del campionato di calcio italiano. Il capitano Gigi Buffon, emblema della squadra ed immagine del condottiero è a soli tre minuti dal record assoluto di imbattibilità, la sua porta è inviolata da due mesi , o se volete da 10 partite consecutive. Un record per lui e per la Juventus. Fino ad ora non ci era mai riuscito nessuno… Se queste sono le premesse, è difficile poter prevedere uno sviluppo diverso da quello che ormai tutti si aspettano. Ormai la squadra allenata da Allegri non ha praticamente rivali che possano mettere seppur per un attimo in discussione la vittoria dello scudetto. Facciamo davvero fatica a trovare una squadra capace di permettersi il lusso di dare fastidio a questo rullo compressore che schiaccia tutto senza discernimento alcuno, che bada esclusivamente a vincere contro qualsiasi avversario, che mostra i denti felini al cospetto di prede più o meno deboli e le divora sistematicamente con la stessa identica fame di vincere, che misura la stretta fatale con identica forza. Una macchina destinata a vincere contro qualsiasi avversario. Perlomeno in Italia.
La svolta dell’Europa.
La determinazione in Italia presuppone una coscienza endemica in Europa. I confini del suolo patrio rappresentano da tempo un ostacolo insormontabile. La paura di misurarsi con l’ignoto, di confrontarsi con atavici eserciti assetati di conquiste genera da troppo tempo un sintomatico rifiuto di identità, una sottomissione ventennale spezzata solo dall’Inter sei anni fa con la conquista della Champions e del fatidico “triplete”. I nerazzurri di Mourinho hanno vinto praticamente tutto, lo Special One ha forzato le sbarre dei confini serrati da tempo immemore ed ha tramutato la paura in gioia. I bianconeri vivono oggi lo stesso medesimo sentimento: sono primi in campionato, sono arrivati in finale di Coppa Italia vincendo ai rigori una partita bella e travolgente proprio ai danni dell’Inter che ha venduto cara la pelle prima di soccombere. E sono in corsa per la Champions. Ovvero sono a piedi, scalzi e nudi, senza armatura e senza elmetto. Ma mostrano all’avversario le loro stesse armi, i due gol siglati nel finale allo Stadium. I loro antagonisti, i marziani del Bayern saranno invece corazzati di tutto punto, nella fortezza inviolata dell’ Allianz tra muri di folle ostili. Si riparte da un risultato di parità, ma la vittoria sarà l’unica alternativa per gli uomini di Allegri.
Il 16 marzo all’”Allianz Arena” , che solo a scriverlo mette quasi i brividi, la Juventus avrà a disposizione un occasione storica. Anzi più di una: Entrare tra le Big d’Europa per giocarsi la finale di Champions ed avvicinarsi al sogno di accarezzare il “Triplete” . E scusate se è poco. Ma basta davvero così poco per entrare nella storia? Ci sono 90 minuti da giocare, forse qualcuno in più. Ma è lo spazio di una partita, un piccolo segmento di tempo che corre in fretta, poco più di un ora tra riflettori puntati senza diritto di privacy e poco meno di un miliardo di occhi sgranati attraverso gli schermi. Poco più di un ora, tanto basta per continuare il viaggio. Oppure terminarlo sull’erba dell’Arena, straordinario luogo germanico nei pressi della foresta di Teutoburgo, luogo di sconce disfatte legionarie di secoli orsono.
La ventinovesima giornata
I bianconeri rappresentano almeno una gamba dello sgabello a tre piedi che sostiene il campionato italiano. Gli altri due, sghembi e barcollanti rappresentano le altre squadre di serie A. Al Napoli basta un gol di rigore del Pipita per uscire vittorioso dalla Favorita di Palermo e portarsi a meno 3 dalla capolista. Una partita nervosa che lascia ai partenopei uno spiraglio di luce nel buio della notte del Barbera. Palermo all’ennesimo debutto in panchina non demerita ma nemmeno illumina. Novellino decanta lodi di salvezze possibili rendendo le cose molto più difficili di quelle che sono. Il Napoli con il minimo sforzo si congeda dalla Sicilia con malcelato ottimismo, illudendosi poco sulle sorti ormai segnate del campionato di calcio. Il secondo posto però non è attaccabile facilmente considerate le squadre che ne reclamano il diritto. Mentre il Palermo ne perde otto in casa, la Roma ne vince otto di fila. Vittima quotidiana, l’Udinese di Colantuono, che peggiora ogni giorno senza rimedio. Tanti che gli algidi tifosi friulani alla fine si accaldano anche loro pretendendo che i beniamini in casacca bianconera passino le forche caudine della curva sotto l’oltraggio degli ultras in forma di processo marziale sul campo del “Friuli”. Mancava solo la fucilazione. Gli uomini di Spalletti gongolano felici, La cura ormai è finita,la convalescenza anche. Ora la Roma si gode i frutti della salute radiosa.
La Viola impatta all’ultimo minuto contro il muro veronese. Piccolo passo falso di Paulo Sousa che si riposa troppo sui pochi allori a lui concessi dai risultati. L’Inter lo aggancia al quarto posto, a severa distanza dalla Roma ed anni luce dalla Juventus. Il Milan non va oltre lo zero a zero contro il Chievo. Profilo basso e poco appariscenti, i rossoneri sfigurano persino con i tacchi alti. Ormai l’abito non fa più il monaco da tempo e Sinisa relegato in tribuna non aiuta la causa. Un pareggio che assomiglia troppo ad una sconfitta. La Lazio si riserva il diritto di ridere per ultima. Batte l’Atalanta, fa un balzo in avanti in campionato ed ha una possibilità in Europa, unica squadra superstite dopo l’ecatombe di italiane in Europa League.
Il Pallone di Cristallo ( 30 giornata)
Empoli – Palermo: Aiutiamo Novellino a restare in panchina per più di qualche misera giornata. Facciamo una colletta? Segno 2
Roma – Inter: Abbiamo bloccato i fondi in attesa del riscatto per la testa dei nerazzurri, ma forse è già troppo tardi. Segno 1
Atalanta- Bologna: Qualsiasi cosa accada sarà per la statistica. Segno 1
Frosinone – Fiorentina: Ultima chiamata per restare in A . La Ciociaria si mobilita. Segno 2
H.Verona – Carpi : all’andata finì zero a zero… indoviniamo anche sul risultato esatto? Segno X ( 0:0)
Sampdoria – Chievo : I doriani aspettano un finale da favola, ma siamo ancora al prologo. Segno 2
Sassuolo – Udinese: davvero troppo brutta l’Udinese di questi tempi, il Sassuolo è la rivelazione del campionato. Segno (scontato) 1
Torino – Juventus: Tutto dipende dal risultato di Monaco di Baviera. Ma è un derby , deciso negli ultimi incontri all’ultimo secondo di respiro. Ma stavolta Pirlo è assente… segno 1
Napoli – Genoa: Il blasone conta poco , i Grifoni tardano a decollare. Il Napoli non può fallire nemmeno sotto minaccia: Segno 1
Milan – Lazio: Basterebbe mentire a stessi per sentirsi al sicuro. Ma che racconti poi a milioni di tifosi? Segno 2
Serie A : 29 giornata
Carpi- Frosinone 2:1
Chievo – Milan 0:0
Empoli – Sampdoria 1:1
Fiorentina – H Verona 1:1
Genoa – Torino 3:2
Inter – Bologna 2:1
Juventus – Sassuolo 1:0
Lazio – Atalanta 2:0
Palermo – Napoli 0:1
Udinese – Roma 1:2
Classifica di Serie A
Juventus punti 67
Napoli 64
Roma 59
Fiorentina ed Inter 54
Milan 48
Sassuolo 44
Lazio 41
Bologna 36
Chievo ed Empoli 35
Genoa 34
Torino 33
Sampdoria 32
Atalanta ed Udinese 30
Palermo 27
Frosinone 26
Carpi 25
H. Verona 19