Ok, ho fatto un errore. Dopo aver aiutato i nostri ospiti a prelevare dal bancomat in città, che è sempre una sfida in terra straniera, ho dimenticato di tornare ad utilizzare i servizi bancari italiani e continuato a premere il pulsante per i prelievi internazionali, come se non fossi ormai una quasi-residente con un conto in banca. Ovviamente il bancomat non poteva processare la richiesta di ritiro internazionale dal mio conto italiano. Ma non mi sono resa conto che era colpa mia, così sono andata in banca per capire se c’era un problema con la mia carta.
Nella nostra banca c’è una sola cassiera, l’instancabilmente gentile e incredibilmente efficiente Graziella. Data la sua natura solare e la massima dedizione al servizio professionale e personale, , anche se ci sono solo due persone di fronte a voi, generalmente c’è da aspettare una quarantina di minuti prima che arrivi il vostro turno di parlarle. Ma ne vale la pena.
Quando arriva il mio turno, chiacchieriamo appassionatamente delle gesta dei suoi tre figli. Quando poi ci concentrate sul motivo della mia visita e capiamo il problema (che premevo il tasto sbagliato sul bancomat), a quel punto Graziella involontariamente conferma la mia teoria su come gli italiani affrontano i problemi che affliggono il prossimo. Se, per esempio ti si rompe il tosaerba, loro non ti liquidano sbrigativamente né si limitano a darti consigli: si dedicano invece con passione al tuo problema, ci pensano e ripensano, chiedono a tutti gli amici se hanno avuto un’esperienza simile e discettano ampiamente di possibili teorie sulle cause della tua sofferenza. È probabile che vengano a casa tua per vedere il tosaerba rotto e si portino il loro tosaerba per confrontare i meccanismi. Possono addirittura muoversi a compassione per l’ignaro straniero e finire col tosarti il prato. Va a finire che ti portano anche una grossa busta di pomodori dell’orto o un cesto di pere, del cinghiale surgelato rimasto da un’uscita di caccia dello scorso autunno. Di certo una risposta concisa è raramente la norma.
Così Graziella non si limita a spiegarmi che devo premere un pulsante diverso del bancomat, ma, lasciando il suo sportello mentre scherza con i tre clienti che aspettano di ricevere la sua attenzione (probabilmente prendendo in giro l’inettitudine degli stranieri), esce insieme a me dalla banca, per assicurarsi che ora io faccia l’operazione in modo corretto e che riesca a prelevare. Poi torniamo dentro, così che mi possa stampare l’estratto conto e mostrarmi tutte le transazioni, deliziandomi nel frattempo con storie del suo recente viaggio a Londra con il marito e i loro tre bambini e di sfide e inconvenienti di un volo con tutta la famiglia su Ryanair. Mi scuso per averle rubato così tanto tempo e mi risponde con un “niente, niente!…”, dicendomi come sia stata contenta di vedermi.
In un’altra occasione, chiediamo a Graziella di attivarci la domiciliazione bancaria per le bollette elettriche. Lei acconsente allegramente e chiede di vedere una copia della bolletta. “But, it eez not due for another mahnth” (ma non è da pagare che tra un mese), dice rivolgendoci uno sguardo perplesso. “Oh, va bene – diciamo – va bene pagare ora”. Non riesce a credere che vogliamo fare una cosa così stupida: “In Eetaly – spiega – Non c’è motivo di pagare fino alla data di scadenza della bolletta. Me lo segno in agenda e pagherò il conto il primo del mahnth, quando deve essere pagato. Perché lasciare che la compagnia elettrica guadagni gli interessi sui vostri soldi? ” Ci risiamo: noi stranieri che inciampiamo nella logica degli italiani, con la loro diffidenza di base nei confronti del governo e di ogni altra forma di autorità.
Graziella deve essere, per la Banca delle Marche, l’equivalente dell’impiegato del mese: c’è la sua foto su un poster promozionale appeso in banca con su scritto uno di quegli slogan ingannevolmente invitanti: “Apri un conto corrente!”. E se lo merita questo riconoscimento: incarna davvero quell’idea di piacevole e accogliente. Ci spezza il cuore quando viene trasferita ad un’altra sede. Questo è il triste destino dello straniero: sentire che la persona che ti prepara il cappuccino al bar o che deposita i tuoi assegni in banca sia un po’ il tuo migliore amico. Perché, come ho detto prima, è nella natura della maggior parte degli italiani essere cordiali, disponibili e sinceramente interessati. E dopotutto è questo uno dei principali motivi per cui abbiamo comprato casa in questo paese. Quindi, anche se Graziella non è davvero nostra amica e probabilmente non la rivedremo mai, ci sentiamo arricchiti dal suo passaggio nelle nostra storia, dall’averla conosciuta, anche se così marginalmente. E a giudicare dalla gioia che ha dimostrato quando una volta le abbiamo portato un regalo e dal calore con cui dà il cento per cento nel servire i suoi clienti, siamo certi che se mai ci imbatteremo di nuovo in lei, ci abbraccerà con sincera amicizia.