– Quali armi vanno a Israele? La Casa Bianca ha chiesto al Dipartimento di Stato e al Pentagono un elenco di tutti i trasferimenti di armi a Israele previsti o in fase di approvazione nella prossima settimana. Sembra che Biden stia seriamente valutando come impedire che l’esercito israeliano utilizzi armamenti americani se attaccherà la città di Rafah, un attacco che potrebbe causare molti morti civili. Secondo il Washington Post Biden sta provando vera e propria “frustrazione” nei confronti di Netanyahu.
– Biden, presidente e candidato: Alle 21, come previsto dalla Costituzione, il presidente Biden farà il suo rapporto annuale alle Camere riunite sullo “stato dell’Unione”. E’ un discorso in cui sarà presidente, ma anche candidato alla rielezione, e di fatto apre la campagna elettorale. Si prevede che parli dei temi caldi del momento, a cominciare dai temi seri di politica interna. Secondo quanto ha anticipato il capo di staff Jeff Zients “parlerà di come abbassare i prezzi, come continuare a rendere la vita degli americani migliore investendo nell’assistenza per i bambini e gli anziani, nei permessi pagati per motivi familiari, nell’assistenza sanitaria e nell’assistenza agli studenti. Ma parlerà anche di come reintrodurre il diritto di aborto”. Inoltre chiederà i fondi per proteggere i confini. Ma ci sarà anche una parte dedicata alla politica estera, e alla necessità di aiutare l’Ucraina, oltre che a una “parte dedicata alla guerra a Gaza in cui verrà spiegato il supporto per Israele ma sarà discussa con una certa profondità la sofferenza dei civili palestinesi”. Da prevedere anche che in aula ci saranno gli stessi repubblicani che hanno cercato di bloccare ogni suo passo da presidente. L’anno scorso alcuni repubblicani di estrema destra si esibirono in comportamenti aggressivi e offensivi, altamente inusuali.
– Trump e il discorso di Biden: Stasera, quando Joe Biden pronuncerà il suo discorso sullo stato dell’Unione, Trump farà un commento “play by play” sul suo Truth Social. Lo ha annunciato lo stesso Trump. L’ex presidente sta affilando i coltelli per la rivincita con Biden a novembre, dopo che entrambi hanno vinto le primarie del Super Tuesday dei rispettivi partiti e sono vicini al numero necessario di delegati per assicurarsi la nomination.
– Non ci saranno: La moglie di Zelensky e la vedova di Navalny erano state invitate da Biden come ospiti d’onore stasera al discorso sullo stato dell’Unione, ma tutte e due le donne hanno declinato perché essere sedute vicine avrebbe creato problemi diplomatici. La figura di Navalny non è infatti percepita in Ucraina come nel resto del mondo, ma è considerata in linea con la mentalità del nazionalismo e dell’imperialismo russo. Sebbene Navalny avesse condannato l’invasione di due anni fa, precedentemente aveva sostenuto che la Crimea apparteneva al territorio della Russia. E gli ucraini non l’hanno mai perdonato.
– Le foto fake di Trump: La BBC ha mostrato numerose foto di Trump create dai suoi ammiratori con l’IA per far credere che frequenti regolarmente persone di colore. In una immagine Trump compare circondato da un gruppo di donne, in un’altra al centro di un gruppo di ragazzi. Le didascalie dicono cose non vere. Ad esempio per la foto con i ragazzi, si sostiene che Trump abbia fatto fermare la sua carovana di automobili per avvicinarsi al patio di una casa e farsi fotografare con i giovani afro-americani. Le foto sono state riconosciute come false perché chi le ha create non ha molta dimestichezza con l’IA e ha fatto errori madornali, come includere un terzo braccio o ridurre il numero delle dita di una mano. Ma ovviamente c’è da chiedersi se qualcuno sarebbe riuscito a riconoscerle come false se non ci fossero stati errori.
– Il crollo di Haiti: Gli USA sono preoccupati per l’imminente collasso della Polizia Nazionale di Haiti (HNP) nelle battaglie contro le bande. Il Paese è sull’orlo di una discesa nel caos totale. La missione multinazionale guidata dal Kenya è in ritardo e l’amministrazione Biden sta cercando di accelerarne il dispiegamento, ma a questo punto i funzionari dubitano della sua efficacia, in quanto mille uomini, per quanto bene addestrati e bene armati potrebbero non essere sufficienti per riportare la calma nell’isola. Per di più le differenze linguistiche tra le forze keniote e la polizia haitiana, le strategie incerte e il dubbio sulla capacità di recuperare il controllo delle infrastrutture critiche fa apparire già adesso la missione come condannata. Il primo ministro haitiano, Ariel Henry, è sottoposto a pressioni per dimettersi e gli Stati Uniti propongono una transizione accelerata verso una governance inclusiva.
– San Francisco non è più liberal? Un articolo del San Francisco Chronicle ha dichiarato che la città “non può più essere definita una città progressista” dopo che durante la consultazione elettorale di martedì gli elettori hanno approvato due misure di ordine pubblico di sapore decisamente conservatore. Secondo il principale quotidiano della città il “sì” a controlli antidroga per i potenziali beneficiari del welfare e l’aumento dei poteri della polizia sembrano dimostrare che le politiche progressiste non siano più così popolari tra i residenti.
– La velista che ha navigato sola: La 29enne skipper Cole Brauer, del Maine è ora la prima donna americana ad aver compiuto il giro del mondo in solitaria. Brauer ha concluso la Global Solo Challenge, uno degli eventi velici più estremi al mondo, questa mattina quando è arrivata a La Coruna, in Spagna. Il suo viaggio è durato 130 giorni, iniziato in ottobre al largo della costa proprio di La Coruna, nella Spagna nordoccidentale.
– L’ultimo romanzo di Gabriel Garcia Marquez: Esce in questi giorni in 30 diversi Paesi il romanzo incompiuto “Until August” (in Italia presso Mondadori col titolo “Ci vediamo in Agosto”) del Premio Nobel per la Letteratura 1982. Marquez aveva tentato a lungo di concludere il romanzo che racconta la vita sessuale di una donna di mezz’età, ma dopo innumerevoli correzioni chiese ai figli di distruggere il manoscritto dopo la sua morte. I figli lo hanno invece conservato e a dieci anni dalla morte del padre lo pubblicano, aprendo un dibattito sul comportamento di eredi e amministratori che non rispettano le volontà degli autori.
– Salvare 50 mila bambini: L’ex campione di football Tim Tebow chiede che il Congresso passi una legge per aiutare a identificare e salvare migliaia di bambini vittime di violenza sessuale e torture. Il campione ha parlato davanti alla Commissione Giustizia della Camera, citando l’impegno della sua fondazione, la Tim Tebow Foundation, in difesa dei MVP (Most Vulnerable People). “Sono qui oggi – ha esordito nell’udienza di ieri – per chiedervi di dire sì a una proposta di legge che presenteremo”. L’obiettivo della legge è di costruire una squadra di “salvatori”: “Ogni secondo che passa, – ha ricordato Tebow – 156 immagini di materiale pedopornografico vengono condivise, caricate e distribuite su Internet”. Lo scorso agosto una missione internazionale ha identificato numerose vittime di sfruttamento e abuso sessuale: “In 15 giorni sono riusciti a identificare 316 ragazzi e ragazze, ma si tratta di una piccola parte”, ha spiegato Tebow, aggiungendo che ci sono più di 50.000 bambini non identificati che vengono abusati e violentati e di cui sono state catturate immagini e video.
– I tacchi alti per essere più agili: Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica “Journal of Applied Physiology “ rivela che “indossare abitualmente calzature con il tacco alto rimodella strutturalmente i tendini dei muscoli delle gambe e migliora l’economia della camminata”. La ricerca condotta presso l’Università del Texas ad Austin presenta la possibilità inaspettata che i tacchi alti possano servire “come strumento di allenamento” per le persone con problemi di mobilità o per le donne e gli uomini sani, compresi gli atleti, che desiderino semplicemente muoversi più velocemente e con più facilità, ha dichiarato Owen N. Beck, docente di kinesiologia, che ha condotto lo studio.
– Le peggiori sono americane: Venti aziende, principalmente colossi petrolchimici, sono responsabili di oltre il 50% del totale mondiale dei rifiuti di plastica monouso. Al primo posto c’è la americana ExxonMobil, seguita dalla Dow, anch’essa americana, e al terzo posto la cinese Sinopec. Il rapporto della fondazione filantropica australiana Minderoo identifica 100 aziende come fonte del 90% della produzione globale di plastica. Inoltre rivela che il 60% dei finanziamenti a monte di questa la crisi dei rifiuti di plastica proviene da 20 banche, tra cui Barclays, HSBC e Bank of America. Lo studio sottolinea l’urgente necessità di agire, poiché si prevede che la produzione di plastica aumenterà del 30% nei prossimi cinque anni, aggravando ancor di più l’impatto ambientale.