- La pistola in tasca: Il governatore della Florida Ron DeSantis ha firmato lunedì una legge che legalizza girare armati anche senza permesso, purché l’arma sia nascosta. La legge, che entrerà in vigore il primo luglio, elimina anche la necessità di superare un controllo dei precedenti per acquistare e portare un’arma in pubblico. DeSantis ha firmato la legislazione a porte chiuse nel suo ufficio, e la notizia della firma si è diffusa per la prima volta su Fox News. La firma a porte chiuse e silenziosa, riassunta in un misero comunicato stampa di due paragrafi, non è nello stile di DeSantis che ama i blitz mediatici. Si spiega forse con il fatto che il 77% dei floridiani non è d’accordo.
- Parlerà: Gli avvocati difensori hanno informato che Trump intende parlare prima e dopo la sua comparsa in aula. Dovrebbe parlare nello stesso corridoio davanti all’aula, nonostante finora abbia lottato perchè dentro l’aula non siano ammesse le tv. E’ chiaro l’intento di dominare la narrativa e presentarsi al pubblico combattivo e ottimista, pur mentre davanti al giudice sarà costretto a seguire i consigli dei legali.
- 11 automobili: La carovana che oggi porterà Donald Trump al tribunale sarà composta di 11 automobili. Il tragitto è di 6 chilometri, dalla Trump Tower sulla Quinta Avenue all’ufficio del procuratore distrettuale, nel sud di Manhattan. Ieri sera il giudice Juan Merchan ha rinnovato il divieto di televisioni in aula, ma concederà ai fotografi di scattare foto all’apertura della seduta. Non si prevede neanche che imponga a Trump il “gag order”, l’ordine di silenzio, nonostante i messaggi sopra le righe che questi ha pubblicato negli ultimi giorni, anche contro il giudice stesso, il procuratore distrettuale e perfino contro la moglie di questi.
- 7 milioni: Cresce il gruzzolo che Trump ha raccolto dai suoi sostenitori da quando è stata annunciata la decisione del Gran Giurì sulla sua incriminazione. Lo tsunami di copertura mediatica e la sua narrazione della “persecuzione politica” ai suoi danni hanno aiutato la sua campagna a raccogliere cifre record nel giro di pochi giorni. Le e-mail di raccolta fondi e i post sui social includono ritagli del New York Times e clip da Fox News, ed esortano i seguaci a “difendere il nostro movimento”. Tutti questi soldi dovrebbero andare alle spese della sua campagna elettorale ma sembra che li stia usando per la propria difesa, che a quanto pare gli costa cara. Trump è arrivato a New York ieri pomeriggio portandosi dietro un battaglione di consulenti e legali (Melania brillava per la sua assenza), a bordo del suo jet 757, un vero gas guzzler che attraversa i cieli dal 1991, quando era nella flotta della defunta compagnia danese Sterling Airways.
- Il ruolo del servizio segreto: Sarcasticamente ieri i commentatori hanno notato che Trump viaggiava scortato da un numero di agenti del servizio segreto maggiore di quello che segue il presidente Biden. E tuttavia in questa missione gli agenti hanno un ruolo primario ma non coordinatore, come avverrebbe per un presidente. In questo caso devono solo proteggere Trump, mentre per tutta la parte organizzatrice devono cedere il timone alla polizia di New York, onde evitare di dimostrare possibili preferenze verso un’ipotetica colpevolezza o innocenza dell’ex presidente.
- Tutti contro Soros: i gruppi di estrema destra e complottisti pro-Trump e anche alcuni politici repubblicani tra cui Ron DeSantis sostengono che il processo che si apre oggi a Manhattan nei confronti di Donal Trump sia stato orchestrato dal filantropo George Soros, da decenni nel mirino dei complottisti in tutto il mondo. Secondo centinaia di post online il giudice Alvin Bragg sarebbe al libro paga di Soros. Nel 2021 Bragg avrebbe ricevuto un finanziamento indiretto da Soros a sostegno della sua campagna ma non esiste alcun elemento per affermare che Bragg sia “Soros-backed” – sostenuto da Soros – come continuano ad insinuare i sostenitori di Trump.
- Hillary ospite d’onore: Pare sia un semplice caso che nella stessa giornata in cui Trump viene incriminato, Hillary Clinton sia invece ospite d’onore nell’annuale cena “black tie” del Lotus Club, il famoso club letterario a soli dieci isolati a nord della Trump Tower. Il Lotus Club, fondato nell’Ottocento, raccoglie esponenti di spicco di ogni campo, come autori, rettori universitari, giornalisti, musicisti, curatori di musei, giudici, analisti finanziari, attori, medici ecc. La direzione spiega che la cena e l’onorificenza a Hillary era stata decisa mesi fa
- Biden aspetta: Prende forza l’ipotesi che Biden aspetterà fino all’autunno prima di dichiarare la propria candidatura per le presidenziali dell’anno prossimo. Il presidente può permettersi di prender tempo, viaggiando nel frattempo più che può per dimostrarsi “presidenziale” e fare pubblicità alle leggi che ha passato, mentre lascia che il caos legale che sta calando sulla testa del rivale occupi le prime pagine.
- Obama non aiuta: La costruzione della “Obama Library” nel quartiere di South Side a Chicago sta avendo una ricaduta dannosa per chi ci abita intorno, in genere afro-americani di basso reddito. Il progetto da 500 milioni di dollari in corso di costruzione fa temere ai residenti di lunga data che una gentrificazione della comunità invece di generare un “impatto economico positivo”, come promesso dall’ex presidente, stia facendo invece aumentare il valore degli immobili e rendere insostenibili i costi delle abitazioni. Effettivamente, da quando è stato annunciato che la biblioteca presidenziale di Obama sarebbe sorta in quella zona, il prezzo medio delle case è già più che raddoppiato.
- Il sindaco di Chicago: Oggi si vota a Chicago e due candidati che rappresentano le estremità opposte del partito democratico si affrontano nel voto di ballottaggio. Si tratta di Paul Vallas, l’ex amministratore delegato del sistema scolastico di Chicago, e del commissario della contea Brandon Johnson. Il sindaco in carica Lori Lightfoot è arrivata terza al voto, quindi è stata esclusa dal ballottaggio.
- Le basi nelle Filippine: Il Pentagono ha annunciato ieri l’ubicazione di quattro nuove basi navali nelle Filippine, tre delle quali nella parte nord-orientale dell’isola, a sud di Taiwan e di fronte alla Cina, per contrastare meglio l’espansionismo cinese nella regione.
- Il giallista e il NYTimes: L’autore giallo James Patterson è entrato in polemica con il New York Times dopo che il suo ultimo libro, Walk the Blue Line, non è stato incluso fra i bestseller nonostante abbia venduto più di tutti tranne 3 dei 15 libri dell’elenco. Il 76enne Patterson ha detto di aver scritto al Times accusandoli di “cucinare le loro liste dei best seller”. Nella lettera, Patterson ha sollevato dubbi sulla metodologia e sull’accuratezza della selezione del Times. Lo scrittore denuncia che non riuscire a entrare la lista nega a un autore “vendite” e “pubblicità”.
- Le gru cinesi nei porti americani: I deputati della Commissione Sicurezza Interna chiedono accesso a documenti governativi classificati e non classificati per comprendere i potenziali rischi sicurezza posti da dozzine di gru di fabbricazione cinese nei porti americani in tutto il Paese. I deputati spiegano che circa l’80% delle gru portuali americane utilizza software cinese prodotto da un’azienda cinese di proprietà statale. Il software potrebbe essere utilizzato per sorvegliare o manipolare le operazioni portuali.