- La fine dello Start: Stati Uniti e Russia hanno smesso di condividere i dati semestrali sulle armi nucleari, come doveva avvenire nell’ambito del trattato New Start, l’ultimo patto sul controllo degli armamenti che rimaneva in vita tra i due paesi. Il New Start, che Barack Obama e Dmitry Medvedev firmarono nel 2010, limitava ogni Paese a non più di 1.550 testate nucleari schierate e 700 missili e bombardieri schierati. L’accordo prevedeva ampie ispezioni in loco per verificarne la conformità. Ma le ispezioni sono sospese dal 2020 a causa della pandemia di Covid-19. Lo scorso febbraio, Mosca ha formalmente annunciato il suo ritiro dal trattato. In questi giorni doveva avvenire lo scambio semestrale, ma la Russia ha annunciato che non avrebbe presentato i suoi dati, e ieri gli Usa hanno risposto che faranno lo stesso.
- A New York il rumore uccide: I reclami sul rumore in città sono esplosi dalla pandemia in poi, con i mesi invernali di quest’anno che hanno registrato un aumento di circa il 40% dei reclami rispetto allo stesso periodo del 2019. Il rumore eccessivo è anche alla base di litigi, aggressioni e addirittura omicidi: almeno quattro omicidi sono avvenuti recentemente durante liti per il rumore, con l’episodio più recente che ha coinvolto un giovane padre di 27 anni nel Bronx, ucciso in una disputa per la musica ad alto volume.
- Bottini nascosti: Cresce negli Usa la tendenza fra i viaggiatori e i vacanzieri a lasciare quel che avanza nel viaggio per i clienti che verranno dopo di loro. In gruppi speciali su Facebook – ad esempio “Las Vegas Pass It On Baby” – chi parte può indicare dove in un albergo ha lasciato nascosti piccoli bottini, che possono essere prodotti alimentari, ma talvolta anche ventilatori, macchinette del caffè, accessori da piscina, giocattoli, tutta roba che peserebbe nei bagagli in aereo o sarebbe addirittura vietata. Dato il costo dei prodotti del minibar, difatti, molti americani spesso fanno un’ordinazione magari a Walmart o simili magazzini economici, per trovare all’arrivo roba da mangiare o altro. Ma spesso la roba avanza, inclusi creme solari e dentifricio, in quantità sufficiente da non volerla buttare.
- I senatori puniscono il Pentagono: I senatori repubblicani si rifiutano di mettere ai voti e approvare decine e decine di promozioni nelle Forze Armate come protesta per la politica tollerante del Pentagono nei confronti del diritto di aborto. Le nomine bloccate riguardano anche generali e ufficiali di bandiera per le forze navali nel Pacifico e nel Medio Oriente, nonché quella del rappresentante militare presso la NATO. Cinque generali a tre stelle sono tra le conferme in attesa. Le nomine congelate aumenteranno rapidamente nei prossimi mesi a causa di una serie di imminenti pensionamenti, inclusa la fine del mandato del capo degli Stati Maggiori, generale Mark Milley. Il ministro della Difesa Lloyd Austin protesta che è “assolutamente critico” procedere nelle conferme delle cariche, mentre in Europa si combatte il più grande conflitto europeo dalla seconda guerra mondiale, la Cina si mostra aggressiva nella regione indo-pacifica e milizie sostenute dall’Iran prendono di mira le truppe Usa in Medio Oriente.
- E gli abbiamo creduto: Contrariamente a quanto Trump aveva annunciato a gran voce, il gran giurì di New York non sta per arrestarlo. O almeno, i giurati che stanno valutando possibili accuse penali relative ai suoi pagamenti a Stormy Daniels prima delle elezioni del 2016, non saranno chiamati a votare questa settimana.
- Dovrà testimoniare: Un giudice federale ha stabilito che l’ex vicepresidente Mike Pence dovrà testimoniare davanti a un gran giurì che indaga su Donald Trump. Il giudice, James Boasberg, ha affermato che Pence deve comparire di fronte ai giurati che stanno esaminando i tentativi di Trump di ribaltare le elezioni del 2020. Pence fu oggetto di pressioni da parte di Trump perché – nella sua veste di presidente del Senato – non ratificasse il risultato del voto. Finora era riuscito a resistere ai mandati di comparizione sostenendo che il “privilegio esecutivo” protegge le comunicazioni fra il presidente e i suoi collaboratori.
- Lo sapete che c’è in corso un summit? Il secondo “Vertice per la Democrazia” è cominciato ieri con partecipazioni miste di persona e virtuali, con rappresentanti di circa 120 Paesi. Il primo summit si è tenuto nel dicembre 2021 e rimane un punto fermo nella visione del presidente Biden di “ripristinare” la leadership americana dopo quattro anni di trumpismo. Ma in privato, scrive il Washington Post, “alcuni funzionari e molti esperti di politica estera a Washington alzano gli occhi al cielo su tutta la vicenda. I critici vedono l’evento come un talk shop irrilevante o una sgradita vetrina sull’incoerenza della politica estera Usa sulla scena mondiale”.
- Come si perpetua la disuguaglianza: I costi dei college statunitensi continuano a salire. Il costo annuale (lezioni, vitto, alloggio e tasse) per i prestigiosi college della Ivy League (Harvard, Princeton, Yale, Columbia, Cornell, Dartmouth, Brown, University of Pennsylvania) sfiora adesso 90mila dollari all’anno. Ben al di sopra di quanto guadagna una famiglia media. Alcuni fortunati (che abbiano curriculum scolastici brillanti) riescono comunque ad accedere a queste scuole esclusive grazie a vari aiuti finanziari, come borse di studio, prestiti e programmi di studio-lavoro.
- Per le overdosi: Stamattina la Food and Drug Administration ha reso nota la decisione di autorizzare la vendita libera del Narcan, lo spray nasale che salva la vita a chi va in overdose. A premere è stata la comunità medico-sanitaria, con il sostegno di genitori preoccupati per gli adolescenti che consumano pillole contaminate dal fentanil, dei proprietari di attività commerciali come i club e i centri commerciali dove si sono verificate morti per overdose, ecc. Entro la fine dell’estate, il farmaco potrebbe essere disponibile nei minimarket, in distributori automatici e online, e potrebbe contribuire a ridurre i decessi per overdose, che oramai superano i 100.000 all’anno.
- Il dibattito sul bucato: La Procter and Gamble, produttore del detersivo Tide, sta lanciando una campagna con varie celebrità per promuovere il concetto che il lavaggio a freddo riduce l’impatto energetico delle lavatrici. Ma il mondo dei detersivi e quello dei clienti reagisce scetticamente. Secondo il Wall Street Journal, che dedica al tema un pezzo in prima pagina, c’è in corso un acceso dibattito fra “freddisti” e “tradizionalisti”. Questi ultimi sostengono che il ciclo freddo non pulisce bene, e che per economizzare è meglio usare meno detersivo, lavare meno frequentemente e passare a un ciclo caldo più breve.