“Il valore di una persona risiede in ciò che è capace di dare e non in ciò che è capace di prendere.” -Albert Einstein
In quasi tutti i dipartimenti di italiano nelle varie università americane sono tempi difficili, e molti studenti motivati allo studio non scelgono di iscriversi a un Master in letteratura italiana per mancanza di corsi oppure perché troppo costosi. E, spesso, quando le università non ricevono soldi i dipartimenti di italiano cancellano le classi avanzate di lingua, cultura, e letteratura italiana a causa dei pochi studenti iscritti ai corsi. Di conseguenza, lo studio della nostra lingua e cultura si ferma a livello di base o medio.
Malgrado ciò, le strategie per assicurare classi di letteratura italiana e di studi italo-americani, nelle università ci sono, e una di queste è sostenere un fundraising specifico per la promozione della lingua e della cultura italiana e/o per gli studi italo-americani. Gli italici, o italo-americani, amano la propria cultura e sono fieri delle loro radici; essi lottano con passione non solo per ripristinare le classi cancellate, ma anche per creare nuovi programmi di studio che avvantaggino i giovani nelle varie comunità italo-americane. Infatti, sono molte le persone che scelgono di investire i loro risparmi nell’istruzione per garantire un futuro migliore ai giovani e per sostenere la nostra lingua e cultura italiana nella loro università preferita. Queste persone non chiedono niente in cambio e a loro basta la soddisfazione di donare e propagandare la donazione nei vari dipartimenti d’italiano delle altre università.
Ciò che distingue un dipartimento che riceve donazioni da generosi cittadini, per promuovere la lingua e cultura, è l’esigenza di diffondere il concetto che un’ottima istruzione della lingua italiana aiuta i giovani a conservare non solo i valori delle proprie origini italiane, ma anche a favorire una crescita continua nei propri studi universitari stimolando, allo stesso tempo, l’economia italo-americana. L’idea istruttiva degli studi italo-americani è fondata sulla presentazione e sull’approfondimento di contenuti linguistici e culturali tramite eventi, conferenze, mostre di arte, concerti, studio intenso, non solo sul campo ma anche tramite vacanze-studio in Italia in collaborazione con altre università che condividono gli stessi obiettivi e gli stessi interessi. Quindi, un vantaggio per l’economia americana e anche per quella italiana. Ci sono italo-americani che amano il loro patrimonio linguistico-culturale e donano quando possono, e in questo articolo parlo di uno dei tanti generosi italiani che ha donato, al Centro per gli Studi Italiani a Stony Brook, 100 mila dollari, e altrii 50 mila dollari li ha donati alla Rutgers University, con la promessa di contribuire 10 mila dollari ogni anno fino ad arrivare a $100 mila nei prossimi cinque anni, donazione per “graduate students”. Il nome di questo generoso italiano in America è Vito DeSimone.
Il dottor DeSimone è sempre stato molto attivo agli eventi italiani del Centro di Stony Brook, fondato nel 1985 dal dottor Mario B. Mignone, professore all’Università di Stony Brook e direttore del Centro per gli Studi Italiani. Il dottor Mignone ha fondato il Centro con l’obiettivo di mettere in evidenza il patrimonio culturale della comunità italiana e italo-americana del Long Island. Attraverso il suo attivo calendario di eventi e di attività, il Centro è diventato un luogo di ritrovo per gli italiani che amano la loro cultura, dove possono incontrarsi e discutere di nuove idee e condividere interessi culturali. Per capire meglio la motivazione della generosa donazione fatta dal Dottor DeSimone abbiamo chiesto informazioni direttamente al professor Mignone.

Professor Mignone, perché Vito DeSimone ha scelto proprio il Centro per gli Studi Italiani a Stony Brook?
“Il dottor DeSimone è stato attivamente interessato allo sviluppo del centro per gli studi italiani partecipando puntualmente ai nostri eventi, spesso come presentatore nei suoi programmi, o come corrispondente e produttore di video culturali. La sua è anche una scelta personale oltre che una ragione culturale. Nessun membro della sua famiglia ha connessione di studio con Stony Brook, e con la sua donazione di $100 mila dollari ha voluto riconoscere anche il nostro rapporto di fraterna amicizia che va’ indietro agli anni sessanta quando eravamo studenti a City College e ci siamo battuti per la promozione della cultura italiana attraverso il Circolo Italiano. Ho parlato di questa esperienza in due capitoli del mio libro “The Story of my People, From Rural Southern Italy to Mainstream America”.
Cosa rappresenta per Lei questa donazione?
“Per me è estremamente gratificante che Vito e sua moglie Carolyn abbiano scelto il nostro Center for Italian Studies di Stony Brook come destinatario della loro donazione. Questa donazione riflette ciò che Vito crede, che istruzione e consapevolezza culturale sono elementi fondamentali per i giovani d’oggi nella società moderna in cui viviamo. Per competere nel mondo di oggi, gli studenti come individui e gli Stati Uniti come Nazione non possono essere isolati, e l’importanza dell’inclusione della nostra cultura nell’insegnamento per le generazioni future non deve essere sottovalutata. Vito ci ha anche dimostrato di trovare gioia nel sostenere un’università che mira a mantenere bassi i costi di iscrizione, mantenendo il tipo e la qualità degli eventi culturali organizzati dal Center for Italian Studies di Stony Brook”.
Quali sono gli obiettivi della donazione del dottor De Simone?
“Gli obiettivi della donazione di Vito DeSimone sono di educare i giovani americani sui valori del nostro patrimonio italo-americano e sull’impatto che esso ha avuto sulla società moderna americana, e incoraggiare studenti, membri delle comunità, e giovani italiani e italo-americani di sentirsi fieri della propria eredità culturale italiana. Per più di 25 anni il Centro per gli studi italiani all’università di Stony Brook ha costruito un ponte culturale con le comunità circostante attraverso corsi di lingua italiana per adulti e bambini, conferenze, convegni, festival cinematografici, e altro. Vito DeSimone spera di rafforzare tale connessione tramite un corso rivolto all’esperienza italo-americana attraverso la letteratura. Il corso sarà tenuto da diversi docenti ogni anno e il tema cambierà di anno in anno per esplorare la vasta cultura italiana. Trovandosi in un’università di ricerca, il Center ha come obiettivo la promozione della cultura italiana e Italo-americana attraverso attività intellettuali e di ricerca scientifica. Oltre alla pubblicazione di Forum Italicum, una rivista di italianistica di grande prestigio, e la pubblicazione di una collana di libri sulla letteratura e cultura italiana, accompagnate da una serie di conferenze che creano un forum di intellettuali; il Center fa sentire la presenza della cultura italiana nel nostro Campus.

Il Center organizza gli eventi tenendo sempre presente che c’è una comunità desiderosa di imparare e apprezzare la cultura che definisce la sua identità e lo fa senza perdersi nelle stratosfere intellettualoidi di eventi spesso presentati altrove. Quindi, l’obbiettivo del dottor DeSimone è di mantenere vivo un ponte culturale con la grande collettività italo Americana della contea di Suffolk che ha una popolazione del 27% italo-americana. Il nostro programma di studi include anche vacanze studio in Italia e io quest’estate sarò a Roma con 54 studenti per tutto il mese di luglio, una grande soddisfazione”.
A quali altre donazioni si affianca questa di Vito DeSimone?
“Il centro aveva già avuto un grosso impatto nell’università e nella comunità con un fundraising in cui riuscì a creare un fondo di un milione e mezzo di dollari quando creò la prima Endowed Chair nel College of Arts a Sciences che prese il nome di “The Alfonse D’Amato Endowed Chair in Italian and Italian American Studies”. Il successo della D’Amato Chair ha ispirato altri mecenati a creare fondi per specifiche aree di cultura italiana e Italo-americana. In seguito, ai fondi della Rick Nasti e Joseph Tromba Lecture Series, si sono aggiunti due fondi notevoli, Dina Malgeri e Vito DeSimone. Il fondo di Vito DeSimone assicurerà in perpetuità l’insegnamento annuale di un corso sull’esperienza italo- americana attraverso la letteratura. Queste donazioni mostrano in modo tangibile che gli italo-americani hanno un forte attaccamento alla cultura italiana e sono pronti a sostenere le manifestazioni e gli eventi che mostrano il grande contributo che gli italiani hanno dato attraverso i secoli. Il dono di DeSimone si aggiunge alla campagna di raccolta fondi per Stony Brook che supera i 600 milioni di dollari, il più grande foundreasing nella storia della SUNY. Voglio estendere il mio sincero e fervido ringraziamento non solo a Carolyn e Vito DeSimone ma a tutti quelli che partecipano ai nostri eventi, incoraggiando con la loro presenza la nostra dedizione alla vita intellettuale dell’Università di Stony Brook e all’arricchimento culturale delle nostre comunità”.
Ma chi è Vito DeSimone?
Nato in Italia a Campagnia, in provincia di Salerno e residente a Great Neck nella Contea del Nassau, Long Island, Vito era molto piccolo quando gli americani liberarono il suo paese, durante la Seconda guerra mondiale. Dall’Italia emigrò in Venezuela all’età di 14 anni e poi, nel 1959, negli Stati Uniti. Suo padre era cittadino americano e Vito DeSimone ottenne la sua cittadinanza americana sin dalla nascita come “figlio di un americano nato all’estero”, ma entrambi genitori erano italiani. Dopo aver lavorato per due anni nell’industria dell’abbigliamento e dopo aver imparato la lingua inglese, Vito divenne interprete di italiano e spagnolo lavorando per 28 anni per la Corte Penale di New York (the Criminal Court of New York) e the US Eastern and Southern District Courts of NY. Vito lavorava di giorno e di sera frequentava l’università al City College. La sua passione è sempre stata l’insegnamento e per 10 anni ha insegnato lingua italiana e letteratura alla Long Island University, CWPost Campus, ed è l’ex direttore del Centro per gli Studi italo-americani al Brooklyn College. Vito è sposato con Carolyn, anche lei appassionata di letteratura e cultura italiana. La dottoressa Carolyn DeSimone ogni settembre gestisce la recita di poesia italiana alla Hofstra University, un evento fondamentale che fa parte dell’annuale festival italiano alla Hofstra. Il programma incomincia a mezzogiorno e continua nel pomeriggio con rinomati poeti italo-americani che leggono il loro lavoro. Il gruppo si chiama la “Piazza dei Poeti” ed è assistito dalla signora DeSimone. Carolyn e Vito hanno avuto 4 figli.

Vito De Simone è sempre stato molto attivo negli eventi italiani e italo-americani. Egli è il co-fondatore dell’associazione degli educatori italo-americani (AIAE ), e ha scritto la costituzione dell’AIAE diventando poi il presidente dopo un anno (oggi la presidente dell’AIAE è Josephine A. Maietta). In seguito, nel 1997, a Roma ha firmato l’accordo del Programma Ponte; un ben noto programma di borsa di studio annuale per gli studenti universitari italo-americani meritevoli che consente di studiare la cultura italiana a Roma durante il mese di luglio. Grazie All’AIAE E all’impegno di Vito De Simone, per la prima volta negli Stati Uniti gli educatori italiani di tutti i livelli accademici, a partire dagli insegnanti elementari ai professori universitari agli amministratori delle scuole, sono riconosciuti annualmente con premi e attestati. De Simone ha anche dedicato un’enorme quantità di tempo per migliorare l’immagine e il prestigio degli scrittori italo-americani che sono sempre stati trascurati, o ignorati, nel mondo accademico americano. Con l’appoggio della moglie Carolyn e del figlio Yuri ha stabilito il sito internet per promuovere i libri italo-americani e la letteratura italiana. Inoltre, negli ultimi 15 anni è stato produttore e ospite del programma televisivo Italian American Writers” , dove intervista scrittori italiani e italo-americani sulle loro pubblicazioni. Le interviste si possono vedere su diverse stazioni televisive e su YouTube (Basta scrivere “Italian American Writers” o semplicemente Vito DeSimone).
Inoltre, Vito ha pubblicato diversi articoli letterari e recensioni di libri. La sua iniziativa di istituire la Covello Charter School a Glen Cove, NY, nel 2000, che ha creato controversi discusse dai diversi quotidiani locali che sostengono gli sfide di Vito DeSimone attaccato dal potere del potente sistema scolastico pubblico. In Italia, le sue attività culturali sono state citate nel “Rapporto Italiani nel mondo, 2010”, pubblicato dalla Fondazione Migrantes, Centro Studi e Ricerche Idos, Roma. In seguito Vito ha ricevuto numerosi riconoscimenti, ne cito alcuni: il Premio speciale al servizio dell’AIAE (2000), nel 2003 il Presidentedella Repubblica lo ha nominato “Cavaliere dell’Ordine Italiano della Stella della Solidarietà”, e nel 2011 l’Associazione Americana degli Insegnanti Italiani (AATI) gli assegna “Il Premio Dante”.

“Senza l’istruzione gratuita offerta alla CUNY non avrei mai potuto sapere tutte le quello che so e che mi ha concesso la crescita intellettuale ed economica in cui mi trovo oggi.”- Ha detto Vito DeSimone- “Ho avuto molto successo in campi diversi, e ho ottenuto sempre soddisfazioni dalla vita. Il mio sogno era quello di arrivare a poter insegnare e contribuire nella promozione della lingua, letteratura, e cultura italiana in America. Non ho nessun rimpianto, e anche se ho fatto molti sacrifici ho sempre superato i miei ostacoli concentrandomi ai miei obiettivi. Quindi posso dire che la vita mi ha dato molte soddisfazioni e successo. La mia più grande soddisfazione è stata l’opportunità di completare il mio PhD in letteratura italiana; un sogno per me diventato realtà ad età matura. Tutti dobbiamo essere consapevoli delle nostre conoscenze: non solo conoscere le nostre radici, ma anche le altre culture e gli altri modi di vivere e di pensare. I giovani di oggi vivono in un mondo politicamente confuso ma la nostra libertà e visione del mondo che ci circonda dipende dall’istruzione che riceviamo e abbiamo ricevuto. Adesso, in un certo senso, con le mie donazioni sto aiutando le istituzioni che hanno aiutato me”.
Vito nel 2012 ha conseguito un PhD in Italian Literature presso la Rutgers University.
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