La piccola città di Gorizia, dove abito, il weekend scorso è stata crocevia di culture, ospitando il festival E’ Storia. Me ne andavo in bicicletta tra i gazebi dei librai quando ho notato un signore alto in un elegante abito di lino crema che veniva intervistato e rispondeva in inglese. Ho frenato e mi sono messa ad ascoltare. Dietro di lui c’era Marco Travaglio, direttore de Il Fatto Quotidiano, che alzava il mento quasi cercasse di non sembrare troppo piccolo e non venir notato. Ma l’intervistato, altezza a parte, era, è un gigante. Eppure Travaglio non si è degnato di ascoltare il fondatore e ad della casa editrice Bloomsbury, Nigel Newton, o forse fa parte di quegli italiani che riescono a dire due parole in inglese ma lo non capiscono. La Bloomsbury pubblica circa 2300 titolo l’anno ed è diventata una grande casa editrice perché ha avuto il coraggio di pubblicare un libro che già 12 case editrici avevano rifiutato: Harry Potter.
“Ringrazio ogni giorno Dio per non aver rifiutato quella volta” mi ha confessato poi Newton. Quella volta era vent’anni fa. Nigel Newton tornò a casa e chiese alla figlia Alice, anni 8, di leggere un paio di capitoli del manoscritto Harry Potter e la pietra filosofale, perché “noi non facciamo libri che piacciono a mamma e papà ma a bambini. In verità, all’inizio la Bloomsbury non pubblicava libri per bambini, ma un giorno un editor mi disse: “Se non avete una collana per l’infanzia, siete una casa editrice senz’anima”. Questo, pensai, proprio non l’avrei voluto”.

Dall’espressione severa sul volto di Newton, ho immediatamente capito che i bambini lui li ha presi seriamente, come fossero degli adulti. L’anima nasce con il bambino e non si può ignorarla, soprattutto nel business dei libri, che dovrebbero parlare all’anima. I libri non sono un passatempo, ma dei compagni di vita, che spesso ti portano dove non ti saresti aspettato di arrivare. Offrono rifugio, consiglio, indicano la via. Sono i genitori che hai sognato e non hai avuto, sono conforto e mai coercizione. Sono la magia del tempo che si dissolve in un presente dove puoi essere giovane e vecchio, ricco o povero, eroe o perdente ma sempre protagonista. Perché tu sei quello che stai leggendo. Alice sentì di essere Harry Potter e scrisse di getto il suo parere al padre: “The excitement in this book made me fell warm inside. I think it is possibly one of the best books our 8/9 years old could read”. La scrittrice J.K. Rowling aveva fatto la magia: aveva fatto percepire ad Alice il calore della propria anima. La magia in più è che Harry Potter è un bambino mago che pure cresce come i suoi lettori. E la sua storia dura per tutta la loro vita.
Sino ad oggi sono state vendute 450 milioni di copie di Harry Potter in 79 lingue, perfino in latino e greco antico, la Bloomsbury è divenuta una public company e Alice ha preso un’altra strada lavorativa, ma avendo appreso da piccola che la vita è libro non può più fare a meno di leggere. Anche suo padre legge sempre e velocemente, ci dice: “La letteratura fiction è la mia preferita, forse perché è un linguaggio universale. Sto leggendo una novella originale e meravigliosa Lincoln in the Bardo di George Sander, che ti fa guardare la vita dalla morte, come noi abitassimo nel purgatorio. Mi è piaciuta molto anche Norse Mitology di Neil Gaiman, una raccolta di miti e leggende norvegesi, che a febbraio è stata al primo posto nella classifica dei libri più venduti. Ma voglio suggerire un libro che fa cambiare il proprio sguardo nel mondo: The silk roads, scritto dallo storico oxfordiano Peter Frankopan, che narra i rapporti tra Cina e Russia attraverso i secoli ed ha già venduto 600 mila copie”.
E la ricetta del successo di un editore? “Conta moltissimo la fortuna, ma non disgiunta da istinto e talento. Inoltre, pubblicando in inglese, sorta di lingua franca, siamo avvantaggiati: abbiamo un vasto mercato e non abbiamo quasi mai bisogno di tradurre. Il momento per l’editoria è ottimo: c’è tanta voglia di carta. Il libro è sopravvissuto alla rivoluzione digitale e non soffre la crisi come i giornali, perché è un mezzo che tecnologicamente ha dei vantaggi superiori. Come la bicicletta”. Vero, puoi entrare anche nelle zone pedonali e conoscere un grande editore, come Nigel Newton. Basta saper pedalare e voler leggere.