Il giovane rapper di Atlanta ha pubblicato ad aprile l’ambizioso mixtape d’esordio distinguendosi per uno stile molto originale nel panorama musicale della capitale della trap. Il suo nuovo album, il mixtape omonimo, primo a nome Playboi Carti, è uscito il 14 aprile, ma in tanti lo segnalano già tra i dischi più significativi del 2017.
Non ha ancora compiuto 21 anni, ma Jordan Carter punta a entrare presto nell’olimpo dei fenomeni trap più promettenti del momento. Nato e cresciuto come tanti artisti della sua generazione ad Atlanta, in una delle aree a maggioranza nera, già ai tempi delle superiori preferiva saltare interi giorni di lezione per dedicarsi alla musica. Non ha intenzione di proseguire gli studi in college, né di arruolarsi e i suoi genitori non ostacolano le sue aspirazioni musicali che vedono come una via di fuga dal mondo delle gang e della microcriminalità da strada. Le sbronze e l’uso di droghe sono frequenti, ma Jordan preferisce pagare i suoi vizi e i suoi hobby lavorando in un supermercato e poi in un negozio di H&M. Molto attratto da quel controverso mondo fashionista del panorama hip hop, è un seguace di due icone del genere come Kanye West e A$AP Rocky e cura il suo outfit in maniera minuziosa fin dall’inizio della sua giovane ed esaltante carriera. Ma nelle sue produzioni c’è da subito molta qualità e molta sostanza.
Il suo immaginario è quello tradizionale della capitale della trap e la svolta arriva grazie al legame che presto instaura con personaggi underground molto influenti e rispettati, da Father, titolare di Awful Records (di cui abbiamo parlato varie volte in queste pagine, a proposito di Abra e Tommy Genesis e Fat Man Key. Il suo nome d’arte inizialmente è Sir Cartier, e con questo nome pubblica il primo ambizioso mixtape, Young Misfit, uscito nell’autunno del 2012. Un anno dopo, il diciassettenne decide di cambiare nome diventando a tutti gli effetti il Playboi Carti che conosciamo oggi.
Dopo qualche anno di registrazioni con in mezzo un trasferimento, dapprima a New York, grazie a Broke Boi conquista i cuori di seguaci del genere e addetti ai lavori.
Anche i big da lui tanto apprezzati e stimati si accorgono presto del talento di Jordan: Kanye West lo convoca nel prestigioso team di guest e comparse nell’evento fashion della Yeezy Season 5. Un anno dopo, entra in contatto con A$AP Bari che gli fa conoscere A$AP Rocky al SXSW di quell’anno, così come il resto della crew A$AP. A$AP Mob resta subito impressionato dal talento di Jordan e lo sceglie come ospite in ben due tracce, Telephone Calls, secondo singolo dell’album Cozy Tapes Vol.1, e London Town. Qualche mese dopo, Playboi Carti è tra gli ospiti di altri eventi del genere, per VFiles e Raf Simons, dove si esibisce al fianco di nomi già allora molto affermati, come lo stesso A$AP Rocky e Lil Uzi Vert, con cui stringe presto una solida amicizia destinata a trasformarsi in una collaborazione artistica meno saltuaria. Proprio loro compaiono infatti nel primo disco a nome Playboi Carti, uscito nell’aprile del 2017 su AWGE/Interscope, insieme a un altro guest come Leven Kali. A trainare il disco è il primo singolo, Magnolia, dal nome del degradato project di New Orleans che ha dato i natali a Juvenile, Birdman e Soulja Slim: il brano alterna influenze southern, basi trap accelerate che inseguono il suo flow ipnotico e ubriacante.
Grazie a questo pezzo, che fa subito il giro del web, si accorgono di lui molte riviste, anche lontane dal genere, che inevitabilmente finiscono per scoprire il resto dell’album che esordisce al dodicesimo posto della top 200 di Billboard. Il team di producer è di alto livello e vanta a vario titolo Harry Fraud, Hit-Boy, J. Cash Beatz, Jake One JStewOnTheBeat K-Major KasimGotJuice MexikoDro Murphy Kid Pi’erre, Ricci, Riera e Southside.
Le sonorità ondeggiano tra trap contemporanea e momenti più rarefatti e allucinati tipici del filone che in molti chiamano “cloud rap”. Oggi Playboi Carti vive sulla costa opposta, a Los Angeles, Atlanta sembra lontanissima, ma anche dalla California la sua ascesa sembra ormai inarrestabile.
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