Ho imparato due cose fondamentali in questa settimana, o perlomeno le ho evidenziate nuovamente nelle “note a margine” del mio vivere: devo imparare più “maleparole” in inglese, se voglio veramente fare dell’ironia e, devo comprendere che, spesso, l’ironia non si “traduce” con facilità. Infatti, giovedì sono successi fatti divertenti assai ed io non li ho capiti e non ho riso. E questo, come ogni venerdì, è il momento delle supposte americane.
Giovedì, poco dopo le 2pm è andato in onda, a reti unificate, uno show esilarante che però io non ho capito bene. Tanto che sono stata cupa per tutto il pomeriggio, con le lacrime agli occhi per la rabbia e il dolore, mentre quelli che ci rappresentano, in particolare il presidente acchiappavagine e il mollusco senza spina dorsale, Paul Ryan, ridevano così tanto, alle loro stesse battute, che avrei voluto chiamare Olga Fernando e farmi fare una traduzione. A me non faceva nemmeno ridere il fatto che un gruppo di uomini (nel senso che “sembrano” di sesso maschile perché, sia chiaro, che per parlare di “ommità” bisogna per lo meno pensare a Pepe Reina) bianchi come uova sode andate a male e adatti al loro ruolo come io a quello di astrofisico, non riuscissero a controllare i proprio ormoni, la cui scomparsa da anni erano uno dei fallimenti più cocenti di Federica Sciarelli, esibendosi in scriteriate espressioni di gioia, davanti alle telecamere di tutto il mondo, per aver tolto la copertura sanitaria a 24 milioni di persone. Non mi ha nemmeno fatto ridere il fatto che poi, come quei figli di papà viziati che filmano un homeless che cerca cibo nella spazzatura mentre loro si divertono a tirargli le scorze di limone addosso, abbiano trascorso il pomeriggio a bere birra e a fare rutti alla Casa Bianca, mentre anche solo un malato di cancro, salvato dall’ACA, era in preda alla disperazione per un futuro pieno di paura che lo attende. E vi assicuro, che di malati di cancro in USA ce n’è più di uno.
Non ho capito cosa ci fosse da festeggiare dal momento che – dovesse malauguratamente essere approvata in via definitiva dal Senato – la “stai bene o muori” costringerà 125 milioni di persone a pagare prezzi astronomici di assicurazione per “malattie pregresse”. Una delle pietri miliari dell’ACA, infatti, era stata l’abolizione della possibilità per le assicurazioni di applicare premi annuali diversi sulla base di condizioni sanitarie diverse o, addirittura, rifiutarsi di coprire quelle stesse patologie se sopraggiunte in un secondo momento. Detta così la cosa è gia rivoltante. Vale la pena, però, specificare che fra le “pre condizioni” ci sono: l’asma, l’autismo, la gravidanza, la violenza domestica, la violenza sessuale, il cancro e, la mia preferita, essere sopravvissuti al cancro. In sintesi, essere una donna è una pre condizione, un peccato e se ti violentano preparati a pagare il doppio di assicurazione perchè probabilmente ti sei beccata una malattia sessuale o l’AIDS e, quindi, mi fai schifo. Non so a voi, ma a me tutto ciò non fa ridere.
Ci provo, però, a ripetervi le battute fatte ieri da quei dabbengiovan signori che tanto si divertivano: un malato di cancro vedrà il suo premio assicurativo salire di 142mila dollari l’anno; un paziente che soffre di reumatismi cronici pagherà circa 26mila dollari in più all’anno; una donna incinta 17mila; un malato d’asma 4300 dollari. Tutte cifre approssimative per difetto. Il bambino di Jimmy Kimmel, ad esempio, se non fosse figlio di Jimmy Kimmel, probabilmente non avrebbe potuto permettersi di essere salvato o, comunque, vivrà tutta la vita segnando inevitabilmente la bancarotta per i suoi genitori.
E come me non hanno capito le battute di quei signori nemmeno le associazioni dei medici, infermieri e operatori della sanità per una volta in completo accordo fra loro.
Come me non hanno capito le battute di quei signori, i bambini con problemi fisici e psichici che non avranno più assistenza scolastica, gli anziani che vedranno tagliato il loro Medicaid, tanto da augurarsi di morire in fretta, i veterani che avendo stupidamente combattuto quelle guerre che ai signori bianchi che ridono gli piacciono tanto, ora saranno estromessi dalle assicurazioni per “pre condition”.
Eppure qualcuno rideva con quei signori. Da casa. Ridevano coloro che ora avranno qualche centinaio di dollari in più nel portafogli. O qualche migliaio. Ridevano quelli che guadagnano da 200mila dollari in su e che ora potranno concedersi molti piu manicure e pedicure. Ridevano quelli che guadagnano oltre 48 mila dollari all’anno e non hanno “pre conditions” – a parte la loro disumanità – perchè riceveranno più aiuti di chi ne guadagna 25mila all’anno che, invece, merita di morire perchè è chiaramente una nullità. E sia chiaro, che nemmeno tutti loro ridevano. I soldi, per fortuna, non cancellano in automatico l’umanità.
Ecco. Io giovedì, 4 maggio, non ho capito questo show. E non ho riso. E ho un senso di nausea per quelli che ridono e penso che, per fortuna ora posso curarmela, prima che perda la mia copertura perché probabilmente non potrò permettermela più.
Allora, a quei signori che hanno riso tanto, dedico un monologo. Pieno di affetto. E gratitudine. Di Stephen Colbert. E lo imparo a memoria.
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