La storia raccontata in SmoKings comincia a Mosca, quando nel 2000 due fratelli italiani che vivono lì, Carlo e Gianpaolo Messina, decidono di mettere su un business ai limiti della legalità (verrà poi dimostrato dalla legge che legale non lo è affatto) mettendo su un sito di vendita di sigarette online chiamato Yesmoke, tramite il quale dichiarano guerra ai colossi del tabacco. Da un porto franco svizzero, spediscono via posta stecche di sigarette in tutto il mondo, a prezzi ridotti, evitando le tasse dei monopoli di stato. All’inizio non se ne accorge nessuno, ma un bel giorno la Philip Morris si risveglia e a suon di battaglie legali fa loro chiudere il sito per concorrenza sleale.
I due fratelli non si danno per vinti, tornano a casa, a Settimo Torinese, e con i soldi guadagnati (tanti) mettono su una fabbrica di sigarette: controllano tutta la catena produttiva e distributiva, controllano la qualità, tutto è made in Italy e vendono le loro sigarette Yesmoke in tutto il mondo. La produzione aumenta anno dopo anno, gli affari vanno molto bene. Ma questa volta è la AAMS (Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato, oggi Agenzia delle dogane e dei monopoli) a dichiarare guerra ai fratelli Messina; mentre la Philip Morris e le altre regine del tabacco continuano la loro guerra di logoramento boicottando in tutti i modi la Yesmoke.

Tengono duro per qualche anno – ma non sono i soldi il punto, anche se naturalmente cercano di tenere in piedi il proprio business – la loro è fondamentalmente una guerra per avere leggi più eque sulla libera concorrenza, in un mercato che è tra i più clientelari, corrotti e lucrativi del mondo. Fumare nuoce gravemente alla salute, questo si sa ma per ora lo mettiamo da parte, come lo mette da parte SmoKings, documentario di Michele Fornasero che non ci racconta i danni provocati dal fumo bensì ci illustra un mondo in cui le grandi multinazionali del tabacco e i governi vanno a braccetto. E non è un bel mondo.
Vincono una battaglia contro la Philip Morris e ottengono di far togliere qualunque riferimento italiano sui pacchetti delle sigarette Diana, che non avevano più nulla di italiano da anni. Rompono i sigilli e riavviano la produzione, quando la loro fabbrica viene sequestrata. Ottengono dallo stato italiano la promessa di rivedere l’imposizione di un prezzo minimo per le sigarette. Cercano di dimostrare che la quantità di materie nocive e illegali contenuta nelle sigarette delle multinazionali è senza alcun controllo, anche se i grandi nomi dichiarano il contrario.
Il documentario di Fornasero racconta, nei modi della crime story, tredici anni di vicende personali, ma soprattutto amministrative e legali, dei fratelli Messina, che non sono i buoni della nostra storia: sono semplicemente i meno cattivi. SmoKings ha il grande pregio di raccontare i fatti senza glorificare i protagonisti (che anzi, sono pure un po’ antipatici); non ha tesi da dimostrare ma solo fatti e informazioni da rivelare. Con un occhio all’estetica (il rosso della Yesmoke come anche quello della nemica giurata Marlboro). Lascia da parte l’etica della salute (su quella non si discute) e dei comportamenti sociali, per soffermarsi su quella della produttività e delle leggi che regolano questo settore.
Il documentario ci racconta i fatti fino al 2013. Sappiamo poi che il 27 novembre 2014 Carlo e Gianpaolo Messina vengono arrestati con l’accusa di contrabbando ed evasione fiscale, in un’operazione promossa dal Dipartimento Antifrode dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, attuata insieme alla Germania e all’OLAF (Ufficio Europeo Anti Frode).
Mentre i fratelli Messina sono ancora in attesa di giudizio, SmoKings in questi anni è stato presentato a numerosi festival internazionali, ha vinto premi importanti, è uscito in DVD e in streaming in Italia e in altri paesi, e ora è finalmente disponibile anche sulle piattaforme digitali degli Stati Uniti. Quindi, fumatori e non, dategli un’occhiata, anche solo per curiosità.
I governi si affannano giustamente a dichiarare guerra al fumo con campagne pubblicitarie e scritte deterrenti sui pacchetti di sigarette, perché il fumo uccide ed è vero, ma la verità è anche che non possono rinunciare ai soldi che entrano nelle casse dello stato da questo business. Solo che per far questo sono spesso disposti a chiudere più di un occhio per far vivere in pace chi fa loro guadagnare di più. Ed è noto che nell’industria del tabacco non mancano situazioni di sfruttamento, di cui il film non si occupa, ma che restano nel sottofondo di un business multimilionario.
Di seguito il trailer italiano ufficiale del documentario SmoKings con sottotitoli in inglese:
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