Sulla scia delle teorie classiche di Carlo Dionisotti e Tullio De Mauro, la storia della nostra lingua è stata descritta e interpretata come la storia di una dicotomia, di una polarità tra un italiano come lingua scritta e letteraria da una parte e pluralità orale di dialetti dall’altra. Sulla scia della linea interpretativa inaugurata da Francesco Bruni, Enrico Testa, professore di Storia della Lingua Italiana all’Università di Genova, propone una visione alternativa, o meglio un terzo polo, nel suo ultimo volume, L’italiano nascosto. Una storia linguistica e culturale (Einaudi, 2014), vincitore del Premio Mondello 2014 per la sezione Critica letteraria. Un’intervista di Chiara Trebaiocchi, dottoranda in studi italiani a Harvard.
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