L’Intelligenza Emotiva (IE) è la capacità di utilizzare le emozioni in maniera efficace e produttiva; quella parte del nostro intelletto capace di riconoscere, utilizzare e comprendere le proprie e altrui emozioni. Essa è stata trattata per la prima volta nel 1990 dai professori Peter Salovey e John D. Mayer, nel loro famoso articolo “Emotional Intelligence“.
Nella scuola dove insegno, sono molti gli studenti che si sentono soli, depressi, ribelli, impulsivi, pieni di rabbia e aggressivi, quindi impreparati per la scuola e di conseguenza per affrontare la vita. Molti si azzuffano tra una lezione e l’altra oppure all’uscita della scuola, ma perché tutto questo?
Semplice, i gesti occupano il posto delle parole e aumentano il problema della condotta, essendo privi di strumenti emotivi indispensabili per l’autocontrollo, l’autoconsapevolezza e l’empatia. Molti studenti anche se sono in grado di esprimersi non sanno ascoltare e naturalmente, non solo non risolvono i loro problemi e/o conflitti, ma non riescono a imparare nemmeno la lingua straniera in classe.
Il linguaggio parlato è il risultato dell’integrazione e interazione di numerose capacità cognitive che ci consentono di parlare e di comprendere ciò che gli altri dicono. Lo studio della lingua italiana aiuta a sviluppare la capacità di conversare e soprattutto di ascoltare, discutendo ed esprimendo le proprie opinioni con i compagni sotto la guida del docente. E, leggere racconti e fiabe può essere un ottimo strumento emotivo anche per gli studenti stranieri, perché permette loro di immedesimarsi nei protagonisti, accedendo le proprie difficoltà o abilità emotive in maniera indiretta.
Sull’importanza dell’Intelligenza Emotiva hanno scritto in molti; il concetto è stato formulato nel 1990 da due psicologi di fama mondiale, Kindlon e Thompson. Essi hanno definito l’intelligenza emotiva come “la capacità di controllare i sentimenti ed emozioni proprie e altrui, distinguere tra di esse e di utilizzare queste informazioni per guidare i propri pensieri e le proprie azioni”. I due studiosi affermano che i problemi possono essere affrontati e risolti mediante approcci basati sui sentimenti: “ Insegnare l’alfabeto delle emozioni è un processo simile a quello in cui si impara a leggere, poiché comporta la promozione della capacità di leggere e comprendere le proprie e altrui emozioni e l’utilizzo di tali abilità per comprendere meglio se stessi e gli altri ” (Intelligenza emotiva per un bambino che diventerà uomo).
Il tema dell’Intelligenza Emotiva, successivamente, è stato trattato nel 1995 da Daniel Goleman, psicologo, scrittore e giornalista statunitense, nel suo libro Emotional Intelligence: Why It Can Matter More Than IQ, tradotto in italiano nel 1997 Intelligenza emotiva che cos’è e perché può renderci felici, nel quale l’autore afferma che la conoscenza di sé, la persistenza e l’empatia sono elementi che nascono dall’intelligenza umana, e sono quelli che probabilmente influenzano maggiormente la vita dell’uomo. Goleman per 12 anni scrisse per il New York Times di temi concernenti la neurologia e le scienze comportamentali, ha reso possibile la divulgazione del concetto di Intelligenza Emotiva in Canada, negli USA, e, grazie a questo libro, anche in Italia. In seguito, il tema dell’Intelligenza Emotiva ha iniziato a essere utilizzato e studiato sia in ambito psicologico sia in campo organizzativo/aziendale.
Secondo Goleman, il concetto emotivo è fondamentale nell’adulto, nei bambini e negli adolescenti. Tali competenze rappresentano dei fattori di protezione nei confronti di situazioni a rischio e di prevenzione delle condotte a rischio. Le persone emotivamente competenti, che sanno quindi controllare i propri sentimenti, gestendo le loro emozioni negative in situazioni di pericolo velocemente, si trovano più avvantaggiate in tutti i campi della vita, nelle relazioni intime, e sanno cogliere le regole implicite che portano al successo. “Ovviamente nessun percorso è una risposta al problema- Afferma Goleman-Ma, data la crisi che i bambini si trovano a fronteggiare, e data la speranza alimentata dai percorsi di alfabetizzazione emozionale, non dovremmo, ora più che mai, insegnare a ogni bambino queste abilità, che sono essenziali per la vita? E se non ora, quando? ” (Goleman, 1996)
Una simile affermazione è data dal filosofo, psicoanalista, e docente universitario Umberto Galimberti, al cui è stato assegnato il premio internazionale “Maestro e traditore della psicanalisi” nel 2002, e il Premio Ignazio Silone per la cultura nel 2011. Egli chiama “mappe emotive” i concetti cognitivi che si formano nel cervello del bambino nei primi tre anni di vita; essi hanno un ruolo fondamentale perchè offrono al bambino gli strumenti giusti per reagire in modo proporzionato agli eventi che la vita pone innanzi, e sono anche fondamentali per aiutarlo a “sentire il mondo”. Le mappe, che saranno per tutta la vita, sono la chiave di conoscenza sia emotiva e sia cognitiva del mondo.
“I giovani hanno effettivamente una sorta di analfabetismo emotivo dovuto al fatto che i sentimenti non sono dati in dote naturale, e non sono genetici. I sentimenti si apprendono – afferma Galimberti nel video conferenza, incluso nell’articolo- Costruire le mappe emotive, durante i primi tre anni, significa passare dal semplice impulso, che è fisiologico e naturale, all’emozione, che è un passo evoluto rispetto all’impulso, e conosce la risonanza emotiva di quello che si compie e di quello che si vede. E infine si arriva al sentimento, che non è solo una questione emotiva ma anche cognitiva. .. Gli amanti, proprio perché si amano si capiscono tra di loro, molto più di quanto i loro discorsi siano comprensibili per altri. Le mamme comprendono i bambini che non parlano perché li amano. Il sentimento è cognitivo, non è una dote naturale ma si apprende . . . La letteratura serve per educare i nostri sentimenti, che non abbiamo come dote naturale ma come evento culturale. Tutti i popoli hanno imparato i sentimenti attraverso narrazioni mitiche. Se guardiamo l’Olimpo degli antichi Greci, vediamo che gli dèi altro non sono che la descrizione delle passioni e dei sentimenti umani: Zeus il potere, Atena l’intelligenza, Afrodite la sessualità, Ares l’aggressività, Apollo la bellezza, Dioniso la follia. Senza più dèi, oggi impariamo a conoscere i sentimenti attraverso la letteratura che ci insegna cos’è l’amore in tutte le sue varianti, e cosa sono il dolore, la disperazione, la speranza, la noia, lo spleen, la tragedia, la gioia. Una volta appresi questi sentimenti, siamo in grado di conoscere quello che proviamo, e, grazie alla descrizione letteraria, anche il corso e l’evoluzione del nostro stato d’animo. Questo è molto importante, perché è angosciante soffrire senza sapere di che cosa, così come suicidarsi perché l’angoscia non conosce il percorso dei sentimenti e il loro approdo, che un tempo i miti descrivevano, e oggi la letteratura descrive . . . Se la letteratura non viene frequentata, se i libri non vengono letti, se la scuola disamora da questi scenari, il sentimento non si forma. . . E,’ solo grazie a questo corredo culturale si acquisisce quella sensibilità psichica capace di distinguere il bene dal male, l’amore dall’odio, la partecipazione dall’indifferenza”.
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Come possiamo leggere, e secondo gli studi di questi diversi filosofi e psicologi, il concetto di Intelligenza Emotiva ha un ruolo fondamentale nell’ambito della salute mentale, sia a scuola e sia sul lavoro. A livello individuale, tale concetto si traduce in un insieme di competenze socio-emotive che consentono di adattarsi in modo efficace alle circostanze di vita, dal come interagire con gli altri, in modo funzionale ed efficiente, all’affrontare le difficoltà e gli eventi di vita negativi, che per la loro gravità possono nuocere il benessere e lo stato di salute psico-fisico della persona.
Oggi, l’Intelligenza Emotiva è sempre piu’ utilizzata all’interno dei programmi didattici, sta diventando un ruolo fondamentale nel determinare il successo scolastico per tutti gli studenti. I ragazzi possono essere guidati verso il successo accademico attraverso esercizi di competenze, che abbiano lo scopo di costruire amicizia, ridurre l’aggressione, i comportamenti antisociali e/o a rischio, e promuovere la cooperazione e i comportamenti socialmente accettabili, tramite l’insegnando dell’empatia: l’abilità in grado di sviluppare negli alunni i più efficaci fattori di protezione per affrontare difficoltà e disagi, con particolare riferimento alle condotte devianti e/o dipendenze patologiche.
Con la lettura e l’ascolto, e con esercizi che descrivono gli stati emotivi, di diversa intensità e consapevolezza collegati a stati emozionali, abilità meta-emotive, si possono aiutare gli studenti di lingue a imparare nuovi termini stranieri. Da ricordare che le forme grammaticali hanno una funzione cognitiva molto importante e permettono di rappresentare azioni. Esse dipendono dalla cosiddetta Area di “Broca”, e dai circuiti cerebrali a essa collegati, ma hanno anche un legame con la capacità della serie di movimenti oro-facciali, necessari per articolare le parole.
Infine, anche le canzoni sono un ottimo strumento emotive-cognitivo. Consiglio la canzone “L’emozione non ha voce” di Adriano Celentano come esercizio di ascolto e di lettura
Io non so parlar d’amore
l’emozione non ha voce
e mi manca un po’ il respiro
se ci sei c’è troppa luce
la mia anima si spande
dove musica d’estate
poi la voglia sai mi prende
e si accende con i baci tuoi
Io con te sarò sincero
resterò quel che sono
disonesto mai lo giuro
ma se tradisci non perdono
ti sarò per sempre amico
pur geloso come sai
io lo so mi contraddico
ma preziosa sei tu per me
Fra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
un’altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando so che lo vorrai
Due caratteri diversi
prendon fuoco facilmente
ma divisi siamo persi
ci sentiamo quasi niente
siamo due legati dentro
da un amore che ci dà
la profonda convinzione
che nessuno ci dividerà.
Fra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
un’altra vita mi darai
che io non conosco
la mia compagna tu sarai
fino a quando lo vorrai
Noi vivremo come sai
solo di sincerità
di amore e di fiducia
poi sarà quel che sarà
coro:
Tra le mie braccia dormirai
serenamente
ed è importante questo sai
per sentirci pienamente noi
pienamente noi…