Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Arts
December 7, 2016
in
Arts
December 7, 2016
0

Coppola: ecco come nasce Il Padrino

Esce negli USA "The Godfather Notebook", il prompt book su cui il regista costruì il film

Chiara BarbobyChiara Barbo
il padrino
Time: 5 mins read

Francis Ford Coppola aveva 29 anni quando girò The Godfather (Il Padrino). Accettò il lavoro (dopo che Sergio Leone, Arthur Penn ed Elia Kazan l’avevano rifiutato) per riuscire a pagare le bollette: aveva due figli e un terzo in arrivo e non aveva un soldo. Il romanzo di Mario Puzo, da cui il film è tratto, non lo entusiasmava, anzi, dopo una prima lettura era deciso a non farlo, era un libro troppo commerciale: dove si aspettava una seria riflessione sul potere trovò invece pagine e pagine di inutili storie d’amore. Ma a una seconda lettura (e vista l’opportunità che gli studios gli offrivano) capì che c’erano alcuni aspetti interessanti della storia, dei personaggi e delle relazioni fra loro, di quell’analisi del potere mafioso che gli stava a cuore approfondire e raccontare.

il padrinoIn una bella intervista al programma Fresh Air della stazione radio WNYC-NPR, il 16 novembre 2016, Coppola racconta com’è nato The Godfather, e in particolare come ha lavorato al suo prompt book, una sorta di road map composta di vari livelli che gli è stata fondamentale per scrivere e girare il film e che è stata da poco pubblicata negli Stati Uniti da Regan Arts con il titolo The Godfather Notebook.

Alla seconda lettura del romanzo di Puzo, il regista cominciò ad annotare pensieri, dubbi, idee, e decise quindi di creare un prompt book, com’era in uso nel teatro, un librone di quelli ad anelli composto delle pagine del romanzo ritagliate e incollate su fogli di cartoncino (più resistenti dei semplici fogli di carta) più larghi in modo che ci fosse spazio ai lati per le annotazioni ma che permetteva anche di inserire disegni, fotografie e tutte le pagine necessarie per scrivere i cinque criteri di annotazione e analisi che Coppola riteneva essenziali per ogni scena da girare: synopsis, times, imaginary and tone, the core e pitfalls. Se sinossi, tempi in cui la scena è ambientata, immaginario e tono sono termini e concetti consueti nella scrittura della sceneggiatura e nella successiva messa in scena, gli ultimi due punti sono forse i più importanti. The core (concetto chiave rubato, per stessa ammissione di Coppola, ad Elia Kazan) è il cuore, l’essenza, il senso profondo della scena, mentre i pitfalls sono le cadute, i possibili errori da evitare, i pericoli in agguato dietro l’angolo a livello di racconto, messa in scena, recitazione, direzione, fotografia, scenografia, tutto. Tra i pitfalls il pericolo maggiore per Coppola sono i cliché, facili proprio nella rappresentazione degli italoamericani.

il padrino

Coppola, nato e cresciuto in una famiglia italoamericana, da nonni paterni e materni emigrati dalla Lucania e dalla Campania, racconta di quanto fosse importante per lui che i personaggi e le situazioni fossero credibili, soprattutto quelle familiari. Gli italoamericani di New York non parlavano americano con accento italiano (errore comune nel cinema secondo il regista e motivo di grandi scontri con la produzione) ma con uno specifico accento di Brooklyn, e nelle cucine e nelle sale da pranzo del Padrino si cucina e si mangia come si cucinava e si mangiava nelle famiglie italoamericane, E se ai gangster Coppola non si poteva relazionare in maniera diretta perché, come Puzo, fortunatamente non li conosceva, a quel lato familiare che pure molti gangster avevano sì. Allora ecco che Peter Clemenza prepara il sugo, “come faceva uno dei miei zii, tutti hanno avuto un zio così”, racconta Coppola, ed è questo l’elemento di verità che rende il Padrino unico. Per il lato gangster e tutta la violenza che gli appartiene, l’ispirazione di Coppola, come annota anche nel libro, è principalmente il cinema di Arthur Penn.

Naturalmente poi l’accuratezza nella scrittura, nei dialoghi, nelle scenografie e nei costumi, la scelta del cast e le scelte di regia hanno reso The Godfather il grandissimo film che è, e leggendo il Notebook di Coppola ne seguiamo la genesi, capiamo le ragioni di alcune scelte e l’importanza di altre, vediamo le difficoltà della realizzazione di alcune scene, seguiamo i pensieri, i ragionamenti e anche l’immaginazione del regista nel creare il suo film, prima ancora dell’effettiva scrittura della sceneggiatura che, una volta finito il prompt book, Coppola dice essere stata una cosa semplice perché c’era già tutto in quel librone. Come racconta lui stesso, aveva lavorato al prompt book per lungo tempo, seduto a un tavolino del Caffè Trieste a North Beach, quartiere italiano di San Francisco, immerso in quelle che erano le sue origini e nella vita e nel viavai di quel piccolo caffè, dove si incontravano artisti, studenti, operai. E infatti in quel caffè all’angolo della strada, rimasto pressoché intatto dagli anni Cinquanta, appesa al muro c’è una foto di Coppola al lavoro, e qualche anno fa Gianni Giotta, fondatore di quel caffè e immigrato in America come tanti nel dopoguerra, lo ricordava appunto intento a scrivere il suo Padrino (nel documentario Caffè Trieste, al minuto 18.49).

The Godfather venne girato in buona parte in studio a Los Angeles, ma anche in Sicilia (altra ragione di scontro con gli studios) mentre solo alcune scene vennero girate a Little Italy, a New York; sarebbe passato ancora qualche anno prima che il New American Cinema, capitanato da Scorsese, cominciasse a girare per le strade di New York.

il padrino
Una scena de Il Padrino con Marlon Brand

Coppola scelse Marlon Brando a dispetto della Paramount, che voleva invece Lawrence Olivier o James Cagney o qualcun altro al posto dell’ingestibile Brando, reduce tra l’altro dal flop di Queimada. Il regista dovette accettare mille condizioni imposte dai produttori, ma Brando era forse il più grande attore del momento e un uomo molto intelligente, come ricorda Coppola in molte occasioni: capì il film, capì la situazione, entrò immediatamente nel personaggio e lo fece suo. E al posto di Robert Redford, Dustin Hoffman o James Caan voluti dalla Paramount scelse lo sconosciuto Al Pacino per interpretare Michael Corleone, facendogli pronunciare una battuta entrata poi (come altre) nel lessico comune: “My father made him an offer he couldn’t refuse…”, dice Michael a Kay nella scena del matrimonio.

Coppola scrisse il film con Mario Puzo, attraverso lunghe chiacchierate e lo scambio di fax e telefonate, e all’interno del fine squisitamente commerciale di tutta l’operazione riuscì a realizzare il film che voleva, seppure in una continua lotta con la produzione. Anche Puzo, autore precedentemente del bellissimo The Fortunate Pilgrim, scrisse The Godfather per pagare le bollette e, come ricorda Coppola, gli raccomandò sempre di raccontare sempre realisticamente i gangster mafiosi ma di non averci mai a che fare, di non incontrarli nemmeno, e il regista così fece. Dopo l’uscita del film, John Gotti andò a trovare Coppola, che non lo ricevette con la scusa che purtroppo era molto impegnato, e Gotti semplicemente se ne andò. “Avevo sempre immaginato i mafiosi fossero come dei vampiri, quindi avevo pensato che se non li inviti a entrare, quelli non entrano”, raccontava ridendo in una video intervista a Hollywood Reporter qualche anno fa. E così è stato.

Tornando al Padrino, se vogliamo individuare il core del film, è una riflessione sul potere mafioso, ma per Coppola, come racconta in diverse occasioni, la parola chiave è “successione”, è di questo che parla il film. Successione all’interno della famiglia, successione nella scala del potere, successione come senso ultimo della vita.

Nel 1973 The Godfather vinse l’Oscar come miglior film, poi diventò una saga, e diventò al tempo stesso modello da imitare e cattivo esempio da evitare, a seconda della platea e dell’interlocutore. Quasi quarantacinque anni dopo, e dopo gli arresti dei vari Gotti, Genovese e di tutta la Cosa Nostra newyorchese, ancora si accusa Coppola di aver gettato cattiva luce sugli italoamericani, ancora non ci sono lezioni universitarie o panel sugli italomericani in cui  non venga scomodato Coppola per essere citato come pessimo esempio con il suo Padrino. Penso possa essere utile, oltre che interessante, andare ad ascoltarsi le sue interviste, leggere il suo Notebook, e riguardarsi con attenzione il suo film per capire che non c’è nulla di più lontano, nelle intenzioni del regista e nell’essenza di un film che, piaccia o meno, è uno dei capolavori della storia del cinema.

Share on FacebookShare on Twitter
Chiara Barbo

Chiara Barbo

Scrivere di cinema o scrivere il cinema? Possibilmente tutti e due. Dalla critica cinematografica alla sceneggiatura passando per la produzione, al di qua e al di là dell'oceano, collaboro con La VOCE di New York e con Vivilcinema, con la Pilgrim Film e con Plan 9 Projects. E anche con altri. Ma per lo più penso, immagino, ricerco, scrivo, organizzo in modalità freelance. Insieme a tanti altri, faccio parte della giuria del David di Donatello. New York è stata una scelta. New York è intensa, vitale, profonda e leggera, pacchiana e intellettuale, libera, creativa, è difficile, è bellissima, ed è la città più cinematografica del mondo.

DELLO STESSO AUTORE

I premiati “a distanza” del Tribeca Film Festival e pensieri sul futuro del cinema

I premiati “a distanza” del Tribeca Film Festival e pensieri sul futuro del cinema

byChiara Barbo
Il cinema al tempo del coronavirus: ora New York ci può emozionare dai film

Il cinema al tempo del coronavirus: ora New York ci può emozionare dai film

byChiara Barbo

A PROPOSITO DI...

Tags: cinema americanoFrancis Ford Coppolail Padrinoitaloamericanimafia movies
Previous Post

Referendum: ma quanti errori nella comunicazione del Sì

Next Post

Martin Kobler: “In Libia è stallo, c’è ancora molto da fare”

DELLO STESSO AUTORE

Trent’anni fa Harry incontrò Sally e New York celebra quel magnifico film

Trent’anni fa Harry incontrò Sally e New York celebra quel magnifico film

byChiara Barbo
Happy Thanksgiving! I classici film da vedere a casa in cui si celebra la festa

Happy Thanksgiving! I classici film da vedere a casa in cui si celebra la festa

byChiara Barbo

Latest News

Chinese port / Ansa

China Exports to U.S. Grind to a Halt: No Ships Left Its Ports in Past 12 Hours

byGrazia Abbate
Porto e container in Cina / Ansa

Calo shock nei traffici tra Cina e USA, dazi e tensioni rallentano gli scambi

byGrazia Abbate

New York

Chiara Arrigoni, autrice di Pelle, testo selezionato per il programma di mentorship di In Scena! 2025 a New York – ph. courtesy dell’artista

“Pelle”, il reading di Chiara Arrigoni a New York per In Scena! 2025

byMonica Straniero
While Adams Trusts Lawsuits to Bring Funds Back to NY, Trump Defies Judges

Adams-Trump faccia a faccia alla Casa Bianca per fondi federali

byFederica Farina

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
Martin Kobler: “In Libia è stallo, c’è ancora molto da fare”

Martin Kobler: "In Libia è stallo, c'è ancora molto da fare"

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?