Quello della musica californiana solare, positiva e rassicurante è da sempre un luogo comune, legato a decine e di nomi dai tempi della Summer Of Love passando per il punk e l’hip hop fino all’indie rock scanzonato di etichette come la Burger Records. Senza passare in rassegna lo sterminato ecosistema di band e artisti underground più sperimentali che popolano Los Angeles e dintorni, anche in ambito pop, e non solo in quello rap, esiste una corrente più introversa e oscura, come nel caso delle MUNA.
Le tre ragazze di Los Angeles il 14 marzo, hanno pubblicato il video di Winterbreak, palese gioco di parole sul frivolo mito dello Spring Break legato al mondo dei college americani, per festeggiare il loro approdo in Texas. In questi giorni si svolge la rassegna di musica più influente del pianeta, il SXSW di Austin, e ci saranno anche loro a farsi notare da pubblico e addetti ai lavori esibendosi in showcase molto in vista, come quello di Spotify che vede tra i guest The Kills, Chvrches, e diversi personaggi che vi abbiamo presentato su queste pagine come Miguel, iLoveMakonnen o BJ The Chicago Kid.
Le MUNA sono nate tra il 1993 e il 1994, in tre fanno sessantacinque anni e rispondono al nome di Katie Gavin, voce e produzione, Josette Maskin, chitarra e Naomi McPherson, chitarra ritmica e produzione.
Tutte studenti della University of Southern California, si sono conosciute in università e nascono da un’idea della vocalist Katie Gavin, originaria di Winnetka, Illinois e talento molto precoce da quelle parti. Suo nonno è un musicista, un trombettiere, e come background muove i suoi primi passi nella musica folk. Già nel 2010, ai tempi delle superiori, Katie diventa virale sul web grazie a una sorprendente cover di Whip My Hair di Willow Smith. Con centinaia di migliaia di visite il suo nome fa il giro degli Stati Uniti e finisce addirittura su MTV. La cover è il trampolino di lancio per finire al campo estivo organizzato dalla fondazione Grammy che le garantisce di esibirsi alla popolare kermesse e soprattutto al fianco di Keith Urban.
Il trasferimento in California diventa decisivo nel diventare da una ragazzina prodigio a una vera e propria musicista quando sceglie di frequentare la Thornton School of Music BA dove si laurea in Musica e Studi Americani ed Etnia. Naomi McPherson, a differenza delle due, non è iscritta alla scuola di musica, ma ha un background da musicista altrettanto precoce e mette al servizio del trio le sue radici musicali fieramente afro-americane.
Le MUNA riescono infatti a far convergere nel loro progetto un’accattivante varietà di spunti e sonorità, dall’R&B all’electro pop più torbido e decadente degli anni Ottanta, una certa eredità da emo kid degli anni Duemila in cui sono cresciute musicalmente. Ma è soprattutto il piglio pop a rendere i loro brani potenti già a un primo ascolto. Il nome vorrebbe ricordare la luna ed è scelto per dare un’ulteriore sottolineatura sulle tinte dark del loro pop, che prevalgono soprattutto dal punto di vista estetico e lirico più che sul piano della produzione e delle atmosfere.
Il 2015 è l’anno di grazia, con brani come Promise e Winterbreak che ricordano quell’impatto pop elegante e dai tratti oscuri dei Chairlift.
Si accorgono di loro i blog indipendenti, ma anche il seguitissimo portale BuzzFeed che le lancia tra le possibili scommesse del 2016. Hanno registrato diversi pezzi tra Los Angeles e New York, ma non vi è ancora una data per l’uscita del loro primo LP ufficiale. Anche perché non hanno ancora un contratto. Le case discografiche sono avvertite.