Di speculazioni sui minori, in Sicilia, si parla da tempo. Si parla di bambini che arrivano dal Nord Africa o dal Medio Oriente con imbarcazioni di fortuna, ospitati dai Centri di accoglienza per minori non accompagnati. I titolari di ognuno di questi Centri, fino al 2014, incassava 70 Euro al giorno per ogni minore ospitato (dal 2015 la diaria è stata dimezzata). Mentre a Palermo ci sono i bambini tolti alle famiglie che finiscono in appositi centri che incassano 2.000 Euro al mese per ogni bambino. Benvenuti nel Terzo settore siciliano dedicato ai minori. Dove non è facile capire quello che succede.
A squarciare il velo – per la parte che riguarda bambini tolti alle famiglie – è stata Giusy Scafidi, consigliera comunale a Palermo, presidente della quarta commissione del Consiglio comunale del capoluogo dell’Isola, commissione che si occupa, per l’appunto, di attività sociali. Il comunicato stampa diffuso dalla Scafidi dà i brividi: “Perché le adozioni e gli affidi sembrano pochi? I bambini entrano nelle case famiglia da piccoli ed escono ormai grandi: perché? Ci sono pochi affidi e poche adozioni? E vogliamo capire i reali motivi per cui i bambini vengono tolti alle famiglie, accertarci soprattutto che non si siano verificati casi in cui i minori siano stati tolti ai genitori per motivazioni economiche”.
La battagliera consigliera comunale di Palermo ricorda che la legge non prevede che si possano togliere bambini a una famiglia per motivi economici. Per dirla in breve, la povertà non basta per togliere un bambino ai genitori. Considerazione importante: perché da quando l’Italia è entrata nell’Euro – e soprattutto da quando l’Italia è governata dal centrosinistra – il Sud è stato abbandonato dallo Stato. Non che prima fossero tutte rose e fiori, se è vero che la questione meridionale va avanti dal 1860. Ma mai, come avviene oggi, lo Stato aveva abbandonato così il Meridione.

Proprio nel Mezzogiorno le famiglie povere crescono a ritmo vertiginoso. Ed è anche logico: lo scorso anno, nel silenzio generale, il governo Renzi – con la complicità del Parlamento che ha votato il provvedimento contenuto nella legge nazionale di stabilità 2015 (legge che ha preso il posto di Bilancio e Finanziaria) – ha strappato al Sud 12 miliardi di Euro dai fondi del Piano di Azione e Coesione (PAC), ben sapendo che tali risorse finanziarie sarebbero servite in buona parte per la cosiddetta spesa sociale, cioè per combattere la povertà. Questa è l’Italia: anzi, per essere precisi, questa è l’Italia di Renzi. Tanto da far dire a Pino Aprile, il giornalista e scrittore autore del libro Terroni: “Un odio così sfrenato per il Sud dovrà pur avere una ragione…”.
Altro tema: la gestione di questa case famiglia, che a Palermo sono nelle mani dei privati. “Quello che vorremmo – scrive sempre Giusy Scafidi – è che i 2.000 Euro mensili utilizzati per il supporto e il sostegno dei singoli bambini nelle comunità alloggio siano destinati per migliorare la situazione economica delle famiglie che, con quelle somme, o anche somme leggermente inferiori, potrebbero sostenere la famiglia”. Si tolgono i minori alle famiglie e si mettono in questi Centri sostenuti dalla pubblica amministrazione, come già ricordato, con 2.000 Euro mensili per ogni bambino. Soldi incassati dai privati. Ma con 2.000 Euro mensili – fa notare giustamente Giusy Scafidi – le famiglie non avrebbero problemi. Invece i bambini, e i soldi, vanno a queste strutture, ribadiamo, private. Tutto questo è normale?
Dice ancora la Scafidi: “L’obiettivo della nostra politica è quello di tutelare i bambini: e un bambino che cresce con i suoi genitori è un bambino sano. Da questo discorso, ovviamente, vanno esclusi i casi in cui i minori vengano destinati alle case famiglia per altre motivazioni, come la violenza familiare o l’incapacità dei genitori di accudirli”.
Quindi l’accusa finale, pesantissima: “Se una madre teme di veder sottratto il proprio figlio – scrive sempre Giusy Scafidi – non si rivolgerà mai alle istituzioni preposte per chiedere aiuto, agevolazioni e per avere un supporto, così come stabilito dalla legge. Costringiamo famiglie al silenzio e a convivere con la povertà”. Sì, a vivere nel silenzio, per paura di perdere i figli, che altrimenti rischiano di finire nei Centri.
Chi è che dispone questi ricoveri? E questa sarebbe la Palermo che il sindaco Leoluca Orlando ha candidato a “Capitale della cultura europea?”.

Non va meglio con i Centri che ospitano i minori che arrivano dal mare con le imbarcazioni di fortuna. Questi sono presenti in tutta la Sicilia. A fine 2014 si contavano nell’Isola circa 400 Centri di assistenza per questi minori, tutti gestiti da privati con il solito fiume di denaro pubblico. Come già accennato, fino al 31 dicembre 2014 ogni Centro chiedeva 74 Euro al giorno per ogni minore ospitato (ogni Centro ospita da dodici a tredici minori). Da quando paga il Ministero degli Interni, la diaria è stata dimezzata.
Nel 2013 e nel 2014 le polemiche tra i titolari di questi Centri di assistenza privati, per lo più cooperative, e i Comuni siciliani sono state roventi. I titolari di questi Centri di accoglienza – spesso avviati all’insegna dell’emergenza (che in Sicilia è sinonimo di affari da realizzare con il denaro pubblico) – andavano a “battere cassa” dalle amministrazioni comunali che in Sicilia, da almeno quattro anni, sono alla frutta. In pratica, in quasi fallimento, vuoi per i tagli del governo nazionale e del governo regionale, vuoi perché con la gestione truffaldina e, spesso, mafiosa dei rifiuti, i Comuni sono stati finanziariamente massacrati (in Sicilia non c’è raccolta differenziata dei rifiuti, ferma a una percentuale del 5% circa, e si va avanti con le discariche, in massima parte gestite da privati che esercitano questo servizio per lucrare sui Comuni: il tutto con l’avallo dei governi regionali di centrosinistra, che nel sistema dei rifiuti sono coinvolti fino al collo e che adesso, per chiudere il ciclo degli affari, vorrebbero realizzare gli inceneritori di rifiuti: per gestire altri affari – e altre montagne di soldi pubblici – inquinando l’aria).
Fino al 2014, dicevamo, c’è stata una “guerra” tra Comuni e Centri di assistenza per minori (spesso sponsorizzati dalla politica). Con i titolari dei Centri – nati come funghi nel disordine totale – che si sono rivolti alla Giustizia. Ci sono ancora cause in corso. Dal 2015 dovrebbe pagare lo Stato (il già citato Ministero degli Interni). Anche se, negli ultimi due anni, il Parlamento siciliano ha stanziato 24 milioni di Euro all’anno per questi Centri, che così, nel 2014 e nel 2015, hanno usufruito di fondi nazionali e regionali. Il tutto in pressoché totale assenza di controlli, non soltanto contabili. Non solo. Adesso, per questi Centri, potrebbero essere in arrivo i fondi europei. La Regione siciliana non è riuscita a spendere un miliardo di fondi europei che avrebbero dovuto essere destinati alle infrastrutture. Ebbene, invece di destinare questi fondi alle infrastrutture siciliane, ancora oggi carenti, a Bruxelles stanno vagliando l’ipotesi di dirottare una parte di queste somme – circa 500 milioni di Euro! – ai Centri di accoglienza, compresi quelli che accolgono i minori. E questo nonostante lo scandalo di Mafia Capitale a Roma (o forse proprio per questo?) abbia messo in luce la presenza della mafia nella gestione dei Centri di accoglienza. Se l’Italia è quella che è, se la Sicilia è quella che è, l’Unione Europea dell’Euro non è diversa. Anzi, per certi versi è peggiore.

Ma cosa succede ai minori che arrivano con i barconi in Sicilia? Questo lo sa solo Nostro Signore Iddio. Ci sono i Centri che ospitano questi minori (con la diaria che, come dicevamo, è stata portata da 74 a 35 Euro al giorno per minore: e ci sarebbe da chiedersi, visto che oggi i titolari di questi Centri di accoglienza si “accontentano” di 35 Euro al giorno per minore, come hanno fatto a motivare, nel passato, una diaria doppia…). E ci sono minori che spariscono.
Nel dicembre del 2014 – poco più di un anno fa – Nello Musumeci, deputato al Parlamento siciliano e presidente della Commissione Antimafia della Sicilia, dichiarava: “Negli ultimi anni dai Centri di accoglienza della Sicilia sono scomparsi circa mille e 300 bambini. Non è un nostro dato, ma del Ministero del Lavoro. È una situazione gravissima e, per molti versi, inquietante. I minori arrivano sulle nostre coste con i barconi, vengono identificati e poi trasferiti nei Centri. Molti di loro dopo un mese o, al massimo, dopo due mesi scappano. Ci dicono che una minima parte di questi ragazzi – si calcola più o meno il venti per cento – raggiunge i genitori nel Nord Italia o nel Nord Europa. Ma gli altri che fine fanno?”.
E oggi? Musumeci allarga le braccia: “Rispetto ai numeri dello scorso anno non abbiamo dati aggiornati. Ma abbiamo letto una notizia agghiacciante: in Europa, ogni anno, scompartirebbero 10.000 minori circa. Poiché, almeno fino allo scorso anno, questo flusso, per il 35-40%, passava dalla Sicilia, è ipotizzabile che almeno 3.000 minori circa siano arrivati nella nostra Isola e scomparsi. Le ipotesi? Varie. Penso allo sfruttamento sessuale. Ma anche alla possibilità che tali minori possano servire per il trapianto di organi”.
Minori e soldi: questo il binomio che va in scena in Sicilia. Minori tolti alle famiglie, con i punti interrogativi gravissimi sollevati dalla consigliera Scafidi. E minori che arrivano con le “carrette del mare”: una leva che consente a chi se ne occupa – cioè alle strutture private – di guadagnare soldi e gestire persone e potere. Eh già, perché in queste strutture che si occupano di minori ci vogliono gli psicologi, i badanti e altre figure varie. A gestire questi minori – in un Paese serio – dovrebbero essere strutture pubbliche reperendo il personale tramite concorsi pubblici. Con la gestione di questi centri affidati ai privati, le assunzioni vengono fatte per chiamata diretta. Facciamo male a pensare che questo personale, in una Regione povera come la Sicilia, venga reperito con criteri clientelari? Noi lo pensiamo e lo scriviamo: questa storia che i privati debbano gestire i minori non accompagnati con i fondi pubblici è sbagliato. E adesso arriva l’Unione Europea che potrebbe erogare a tali strutture 500 milioni di Euro. Incredibile. Se a questo, poi, aggiungiamo i minori che spariscono per alimentare chissà quali traffici, beh, il quadro è completo. Limitandoci a ricordare che la prostituzione minorile e il traffico di organi non sono gratuiti. Ah, dimenticavamo: ma la mafia siciliana si lascia passare sotto gli occhi un business del genere senza battere ciglio? Per carità, la nostra è solo una domanda….