E' ambientato e girato a Pantelleria, estate 2014, il secondo film di Luca Guadagnino, regista palermitano, 44 anni, cresciuto in Etiopia. A bigger splash, questo il titolo, è il remake del famoso La piscina di Jacques Deray del 1969 con Alain Delon, Romy Schneider, Jane Birkin e Maurice Ronet.
A bigger spash è stato presentato, in concorso, l’8 settembre alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film, come dice lo stesso regista "è il racconto delle dinamiche del desiderio tra persone adulte e di come queste si infrangano con la realtà". Racconta il ménage, senza scrupoli, di quattro personaggi intorno ad una piscina in una calda estate mediterranea tra la star del rock Marianne Lane, senza voce per stress, in vacanza sull’isola vulcanica di Pantelleria con il compagno Paul, e l’inaspettato arrivo di Harry, produttore discografico, ed ex della rocker, insieme alla figlia Penelope. Figlia che non sapeva di avere. Tra giochi sensuali, liti, gelosie e rock, la vicenda esplode in violenza.
Una produzione internazionale ed un cast di attori da Oscar, l'attrice-feticcio Tilda Swinton, il grande Ralph Fiennes, la giovane emergente, figlia d’arte, Dakota Johnson, Matthias Schoenaerts ed il nostro più modesto Corrado Guzzanti, Guadagnino.
Tiepida l’accoglienza come è nell’indole riservata degli isolani, ma una fortissima partecipazione appena aperte le sessioni e selezioni di casting, comparse e figuranti. Non si conosce il numero e in quanti hanno partecipato al film ma qualche centinaio di sicuro.
Sull’isola è arrivato un fiume di denaro. Dammusi per gli attori, alloggi per tutta la troupe, colazioni, cene, strutture costruite per esigenze di scene, locali pubblici riservati per riprese, catering a tutte le ore. Che dire, un film del genere ogni anno sarebbe una manna per l’economia dell’isola, in tanti hanno lavorato anche per tre mesi, ragazzi che di solito stentano a trovare occupazione hanno piacevolmente risolto.
Insomma tutto è filato liscio. La notizia della partecipazione, del film, alla 72 Mostra Internazionale di Venezia, ha scatenato un putiferio. Social network invasi di post e commenti, discussioni nei bar, tutti consci che per Pantelleria sarà una bella opportunità per essere conosciuta ovunque.
Contrastanti i giudizii di pubblico e stampa alla presentazione. Fischi alla prima proiezione, applausi in Sala Grande. Tutto questo fa parte del gioco, come è accaduto allo stesso regista con il suo primo film Io sono l’amore, che in seguito ha riscosso un successo internazionale.
Sui social, si sa, tutto è umorale, virale e soprattutto di breve durata. Finito l’entusiasmo sono arrivate perplessità circa alcune scene girate. Lettere aperte al regista, contestazioni, e critiche alla mancanza di concertazione con l’amministrazione per le adeguate informazioni che la produzione o regista avrebbe dovuto avere o sapere. Le parti incriminate sono soprattutto tre.
Una pipì del protagonista sul Sese Grande, il più grande edificio funerario del periodo neolitico di Pantelleria. Che non certo una cosa da poco, è come fare pipì sul muro del Colosseo a Roma o alla Statua di Palermo.
La seconda scena incriminata, la costruzione di una enorme gabbia piena di immigrati litiganti ed urlanti che ha fatto storcere il naso a chi ha fatto osservare che a Pantelleria non è mai esistita una realtà del genere. Qui in verità i non tanti migranti che arrivano sono accolti e assistiti molto bene.
Infine criticata la figura del maresciallo interpretata da Corrado Guzzanti il quale, fan della cantante, felice di avere avuto un autografo, lascia partire la donna senza approfondire le indagini dei fatti criminosi in cui è coinvolta. Personaggio, grossolano, superficiale e corruttibile, a dire di molti, che da una falsa e retorica immagine distorta del Sud.
Insomma differenti punti di vista, critiche condivisibili o meno, si aspetta con impazienza la proiezione del film che dovrebbe uscire nelle sale italiane, distribuito dalla Lucky Red, il 26 novembre 2015. Nella manifestazione di Venezia il film non ha avuto nessun riconoscimento. In ogni caso, va detto, che come ogni forma artistica, grafica, teatrale o cinematografica l’opera dove essere giudicata nel suo insieme, della visione o messaggio che il regista ha voluto dare, anche provocatoriamente, del perché di determinate scelte che spesso sono la giusta chiave di lettura.
Una cosa è certa: Pantelleria, protagonista costante, i suoi dammusi, i suoi spazi, la sua natura, la sua luce, saranno conosciuti ovunque.