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July 23, 2015
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Lucia Borsellino assessore regionale alla Salute? Non è stata brava. Anzi

Giulio AmbrosettibyGiulio Ambrosetti
Time: 12 mins read

Strana terra, la Sicilia. Da giorni si parla del rapporto tra politica e sanità. Si parla di un’intercettazione malandrina, modello tergicristallo: ora c’è, ora non c’è. Si parla dell’assessore, anzi dell’ex assessore, Lucia Borsellino, oggetto – stando sempre all’intercettazione malandrina – di parole non esattamente eleganti. Si parla tanto dei protagonisti dell’intercettazione misteriosa: il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e il primario di Chirurgia plastica dell’ospedale Villa Sofia di Palermo, Matteo Tutino. Di quest’ultimo, adesso, si affronta un tema che avrebbe dovuto essere affrontato dagli uffici dell’assessorato regionale alla Salute quando Tutino è stato nominato primario: e cioè i suoi titoli che, stando a quanto si legge sui giornali di questi giorni, sarebbero carenti (ma la stessa cosa si diceva quando è stato nominato: ma allora le ‘autorità’ hanno lasciato correre, tant’è vero che Tutino è diventato primario di Chirurgia plastica dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello). Di una cosa, però, non si parla: della sanità siciliana. A questo punto ne parliamo noi. Cominciando col dire che la sanità siciliana, negli ultimi sette anni, è precipitata nel baratro. E' un delirio. E di questo delirio, come ora proveremo a raccontare, sono responsabili, in primo luogo, il presidente Crocetta, l’assessore Lucia Borsellino e i partiti che hanno appoggiato l’attuale governo regionale.   

In un Paese normale sarebbe stato, per l’appunto, normale porsi la seguente domanda: bene, visto che tutte

Lucia Borsellino

Lucia Borsellino

le polemiche ruotano attorno alla sanità, visto che ci sarebbero state “pressioni indebite”, visto che l’assessore Borsellino sarebbe stata ostacolata, vogliamo vedere come funziona questo settore? Ci riusciamo a capire chi ha nominato chi? Proviamo a capire se i cittadini siciliani sono contenti di questo servizio? Ebbene, cominciamo subito col dire che i cittadini siciliani sono stati gabbati. Perché, dal 2008 ad oggi, prima con il governo regionale di Raffaele Lombardo e poi (per la precisione, dal novembre del 2012 ai nostri giorni) con il governo di Rosario Crocetta i cittadini siciliani sono stati penalizzati e, come già accennato, presi in giro.

Il grande raggiro messo in atto contro i siciliani si chiama medicina del territorio. La presa in giro inizia nel 2006 con il governo nazionale di Romano Prodi. E diventa operativa con il governo nazionale di Silvio Berlusconi tra il 2008 e il 2011. E prosegue, ininterrottamente, con il governo Monti, con il governo Letta e va avanti con l’attuale governo di Matteo Renzi. In che cosa consiste questa presa in giro? Semplice: si sbaraccano interi ‘pezzi’ del servizio sanitario pubblico nel nome della già citata medicina del territorio. In cambio di un ospedale nel quale vengono, per esempio, ridotti i servizi del 30 per cento, la Regione – nel nostro caso la Sicilia – si impegna a realizzare presidi medici pubblici nel territorio.

Parliamo dei Pte (Punti territoriali di emergenza) e dei Pta (Punti territoriali di assistenza). Ebbene, tra il 2008 e il 2012 – il periodo in cui sono stati sbaraccati interi settori della sanità pubblica siciliana – di questi Pte e Pta se ne sono visti pochissimi. Tutt’oggi – e siamo nel 2015 – questi Pta e Pte non solo si contano sulla punta delle dita, ma – in termini di servizi forniti ai cittadini – lasciano molto a desiderare. E questo non per demerito dei medici o degli infermieri, ma perché i governi regionali – prima quello di Lombardo e poi quello di Crocetta – non li hanno mai dotati di personale e mezzi idonei. Di fatto, sono stati sbaraccati servizi sanitari che funzionavano per avere in cambio servizi carenti e, in alcuni casi, per non aver alcun servizio. Di fatto, un raggiro ai danni dei cittadini siciliani che pagano le tasse per avere in cambio, nella migliore delle ipotesi, servizi sempre più carenti, nella peggiore delle ipotesi, il nulla mescolato col niente. 

Attenzione: la medicina del territorio è importante. E la legge che la prevede è giusta. Perché la medicina sanit├á emergenzadel territorio dovrebbe alleggerire il lavoro dell’Aziende ospedaliere, a cominciare dai Pronto soccorso. La dimostrazione del fallimento – e quindi del raggiro – della sanità del territorio è data dal caos che si registra nei Pronto soccorso siciliani: infatti, in assenza di Pta e Pte (o in presenza che Pta e Pte carenti), i cittadini continuano a recarsi nei Pronto soccorso. Che sono ogni giorno travolti dal caos. Con i cittadini-utenti che, invece di prendersela con una politica fallimentare – e con un governo regionale fallimentare – se la prendono con i medici!  

Dal 2008 al 2012 la dottoressa Lucia Borsellino è stata accanto all’ex assessore Massimo Russo. Andando ad occupare, anche, la poltrona di dirigente generale: ovvero il ruolo burocratico più importante (e più remunerativo) della pubblica amministrazione. Di fatto, gli ospedali pubblici siciliani sono stati massacrati: tagli di posti letto per acuti, tagli di interi reparti, tagli di personale medico e infermieristico. Ma in cambio – contrariamente alle promesse – non c’è stata la medicina del territorio, ma qualcosa che fino ad oggi, nella grande maggioranza dei casi, è stata una presa in giro. A conti fatti, governi nazionale e regionale – dal 2008 ad oggi – hanno ‘risparmiato’ sulla pelle dei cittadini siciliani.

Qual è il risultato di questa follia? Semplice: che oggi la medicina del territorio è, come già ricordato, Posti letto sanit├ácarente, se non assente. Mentre non si sa dove ricoverare i malati acuti, perché mancano i posti-letto. Malati acuti che solo con grande difficoltà trovano posto nelle cliniche private convenzionate con la Regione. Su questa mancanza di posti letto per acuti l’assessore Lucia Borsellino ci può dire qualcosa? E’ un suo ‘successo’ o ha creato e continua a creare enormi disagi ai cittadini siciliani?

Ora, numeri alla mano, dimostriamo due cose. Primo: che dal 2008 ad oggi il costo annuale della sanità siciliana è aumentato (e di conseguenza che i governi Lombardo e Crocetta hanno fallito l’obiettivo di ridurre le spese). Secondo: dimostreremo come i siciliani vengono truffati dallo Stato in materia di spese sanitarie.

Cominciamo con il primo punto. Nel 2008 il costo della sanità, in Sicilia, era di poco inferiore a 8 miliardi di euro all’anno. Nel 2015 – e siamo ai nostri giorni – il costo supera i 9 miliardi di euro all’anno. Come si può desumere dai dati ufficiali, i governi di centrosinistra di Lombardo e Crocetta, lungi dal migliorare i conti della sanità siciliana, li hanno peggiorati.

Non solo. La quota di compartecipazione della Regione alle spese della sanità siciliana sfiora oggi il 50 per cento. In pratica, su oltre 9 miliardi di euro, la Regione paga poco più di 4,5 miliardi di euro all’anno, lo Stato poco meno di 2,5 miliardi di euro all’anno, mentre il resto arriva dall’Irap, l’imposta a carico delle imprese. Questi dati sono paradossali, se si pensa che una Regione ricca come la Lombardia paga una quota di compartecipazione alle spese sanitarie che si ferma al 46 per cento circa. In pratica, secondo lo Stato, la Sicilia sarebbe una Regione più ricca della Lombardia, tant’è vero che una quota importante della spesa sanitaria viene pagata dalle imprese dell’Isola! Gli imprenditori siciliani – in termini di Irap – vengono considerati più ricchi di quelli lombardi!

Ma c’è anche un raggiro nel raggiro. Fino al 2006 la quota di compartecipazione della Regione siciliana

Renzi e Crocetta

Matteo Renzi e Rosario Crocetta

alle spese sanitarie era del 42 per cento circa. Nel 2006 il governo Prodi, bontà sua, decide che la quota di compartecipazione della Regione siciliana alla spesa sanitaria debba passare, in tre anni, dal 42 per cento circa a quasi il 50 per cento. In pratica, dal 2009 in poi, la Regione siciliana paga 600 milioni di euro all’anno in più. Soldi che, fino al 2006, erano carico dello Stato.   

La questione non viene presentata come una penalizzazione, ma come una sostituzione. Perché la Regione siciliana avrebbe recuperato questi fondi incassando una quota delle accise sui carburanti consumati in Sicilia. Il passaggio viene specificato nella Finanziaria nazionale del 2007. Poi, però, succede qualcosa. Della quale è responsabile il PD (come vi abbiamo raccontato qui).

Sergio Tancredi

Sergio tancredi

Il risultato è che, dal 2009 ad oggi, la Regione siciliana perde, in media, 600 milioni all’anno. Della questione si è anche occupato il deputato del Parlamento siciliano del Movimento 5 Stelle, Sergio Tancredi. Che parla anche dell’accordo capestro con il governo nazionale di Matteo Renzi (come potete leggere qui). Un accordo in base al quale, dal 2014 al 2017, la Sicilia perderà circa 2 miliardi di euro. Giusto chiedere il perché di questo accordo al presidente Crocetta. Ma giusto anche chiedere il perché di questo accordo anche all’assessore Lucia Borsellino. C’è stato un dissenso tra Crocetta e Lucia Borsellino su questo specifico argomento? A noi non risulta. Così come non risulta che Crocetta e Lucia Borsellino si siano attivati per sbloccare la questione legata al raggiro – ai danni di 5 milioni di siciliani – della Finanziaria nazionale 2007. Un raggiro che, dal 2007 ad oggi, è costato alla Regione siciliana circa 5 miliardi di euro. E che continuerà a costare, come già ricordato, 600 milioni di euro ogni anno.

Alla luce di questi dati di Bilancio – che in quanto numeri non possono essere smentiti – qualcuno ci può spiegare perché l’assessore Lucia Borsellino dovrebbe essere considerata brava? In che cosa sarebbe consistita la sua bravura, prima come stretta collaboratrice dell’ex assessore massimo Russo, poi come dirigente generale e, da due anni e otto mesi a questa parte, in qualità di assessore regionale alla Salute? A noi non sembra che l’assessore Lucia Borsellino – al pari del presidente Crocetta – abbia difeso gli interessi della Sicilia. Sarà stata brava, forse, per il governo nazionale: quel governo nazionale che continua a ‘rapinare’ alla Sicilia una barca di soldi ogni anno. Ma i siciliani, con la sua gestione della sanità, hanno perso un sacco di soldi. Ciò significa servizi sempre più carenti. 

Dunque, tagli disposti dai governi regionali Lombardo e Crocetta a carico del servizio sanitario siciliano. E soldi dei siciliani finiti nella ‘casse’ romane con la compiacenza degli stessi governi siciliani. Il tutto per ‘risparmiare’ sulla pelle di 5 milioni di siciliani. Creando un sacco di problemi ai medici e agli infermieri che lavorano negli ospedali pubblici dell’Isola costretti a operare in condizioni sempre più precarie. E, nel caso dei medici pubblici, con le retribuzioni bloccate dal 2010 (il grande governo Berlusconi…).

Ebbene: e se ora vi dicessimo che una parte dei soldi ‘risparmiati’ sulla pelle dei siciliani – o grazie al blocco delle retribuzioni a carico dei medici che operano nelle strutture sanitarie pubbliche dell’Isola – sono stati utilizzati per progetti che a noi non convicono affatto che, anzi, ci sembrano esempi di clientelismo inveterato?    

Non ci convince il progetto per la rete reumatologica: ha prodotto effetti positivi? E per chi? Idem per il progetto relativo al diabete mellito. E che dire delle Odontoambulanze di Trapani, Marsala e Mazara del Vallo? Mezzo milione di euro quando il costo non superava i 200 mila euro! Vogliamo parlare delle “Cure domiciliari” elettorali? Sono 10 milioni di euro che, se non ricordiamo male, sono state sbandierate, guarda caso, durante le campagne elettorali del 2012. Alla fine le “Cure domiciliari” funzionano? A noi risulta di no.

Parliamo delle terapie del dolore di Villa Sofia – siamo a Palermo – care, a quanto si racconta, al senatore del Nuovo centrodestra, Renato Schifani? Qualcuno, in assessorato regionale alla Salute, ci dirà qualcosa del progetto 4.2 relativo alla leucemia  mieloide, in ‘bilico’ tra Palermo e Catania?  Ci sono notizie sui 2 milioni di euro del progetto per la rete materno infantile? ‘Sta nuova rete c’è o e un ‘gol’ subito dai siciliani?  

Insomma, c'erano tutti questi 'bei' progetti e, in questi ultimi due anni il governo regionale ha chiuso i Punti nascita per 'risparmiare'? E non si poteva 'risparmiare' dando qualche incarico in meno e assicurando qualche servizio in più? Soprattutto nelle aree disagiate della Sicilia che, senza Punti nascita, diventano ancora più disagiate? 

Quasi quasi ci dimenticavamo del volontariato: l’assessore Lucia Borsellino ce ne può parlare? Lo stesso assessore sa qualcosa dei 5 milioni di euro impegnati per la riabilitazione? Dove sono finiti questi soldi?  E della prevenzione cardiovascolare si sa più nulla? E che dire dei progetti per la prevenzione in ambiente di lavoro, 4 milioni tondi tondi di euro? Ancora: che fine hanno fatto i 650 mila euro per i progetti legati all’asbestosi? Ci fermiamo qui, per carità di patria. C’è stata ‘trasparenza’ amministrativa nella spesa di tutti questi soldi? A noi risulta di no.

IsmettApriamo il capitolo dell’Ismett di Palermo? E’ la piattaforma trapiantologica arrivata nella seconda metà degli anni ’90 del secolo passato da Pittsburg. Si dovrebbe trattare di un centro trapianti. Ma a quanto pare, oltre ai trapianti di organi, l’Ismett è diventato l’ospedale dei politici, degli alti burocrati e della gente importante di Palermo e della Sicilia. Ed è anche logico: avendo ‘terremotato’ – come già accennato – tutti gli ospedali pubblici dell’Isola, riducendo i posti letto per acuti, beh, bisognava trovare una soluzione per le persone ‘importanti’: politici & familiari, burocrati & familiari e, in generale, gente che conta.

Insomma, fino a quando un comune mortale finisce in un ospedale e non si trova un posto letto dove ricoverarlo e curarlo, beh, di questo non gliene frega niente a nessuno. E questa è la sorte che, dal 2010, tocca a tutti i siciliani normali. Ma se un politico, o un alto burocrate o una persona comunque ‘importante’ si sente male, via, non è che si può pretendere che venga trattata come i normali cittadini? Per questa categoria di ‘eletti’ serve qualcosa di speciale: da qui la trasformazione dell’Ismett da centro trapianti in ospedale tutto-fare per gente importante.

Sapete qual è il risultato? Che l’Ismett, ogni anno, costa di più dell’Azienda ospedaliera Ospedale Civico di Palermo. In pratica, l’Ismett costa di più della più grande Azienda ospedaliera della Sicilia! E’ una follia, ma è così. Ogni anno l’Ismett costa ai siciliani 94 milioni di euro. Una somma enorme. Di questi, poco più di 40 milioni di euro vanno per i trapianti. Il resto dei soldi dove finisce lo sa solo Iddio!

C’è stato, in verità, un tentativo, da parte del presidente Crocetta di ridurre il costo dell’Ismett. E ci ha provato anche il PD con il presidente della Commissione Sanità del Parlamento siciliano, Pippo Di Giacomo. Ma poi è piombato in Sicilia il braccio destra di Renzi, il ministro Graziano Delrio, che ha ordinato al PD di erogare all’Ismett i circa 94 milioni di euro. Come se i soldi per pagare questo costoso ‘giocattolo’ li tirasse fuori Roma e non gl’ignari siciliani!

Com’è finita con l’Ismett? Crocetta e Pippo Di Giacomo sono stati messi a tacere. L’assessore Lucia Borsellino non ha mai parlato. La convenzione per il 2015 non è stata ancora firmata. Ma, a quanto sembra, per l’Ismett, anche per quest’anno, sarebbero pronti da 90 a 100 milioni di euro. Anche su questo, una domanda per l’assessore Lucia Borsellino: cosa pensa di questa scandalosa cifra che ogni anno la Regione siciliana paga all’Ismett? E’ corretto che un centro trapiantologico sia stato trasformato in un ospedale tutto-fare per politici, alti burocrati e raccomandati vari? (se volete sapere qualcosa in più dell'Ismett leggete qui) 

Vogliamo parlare delle nomine nelle Aziende sanitarie provinciali (Asp) e nelle Aziende ospedaliere della Sicilia? Nelle intercettazioni che riguardano il dottore Tutino e il dottore Giacomo Sampieri, ex direttore generale dell’Azienda ospedaliera Villa Sofia- Cervello, sembra che i due erano i grandi ‘decisori’. A noi la cosa non risulta proprio. Risulta, invece, che Tutino e Sampieri erano solo due chiacchieroni: due dilettanti allo sbaraglio non a caso nominati da Crocetta. Perché due 'politici' che parlano al telefono di nomine nella sanità, loro sì, andrebbero ricoverati…

Le nomine nella sanità, in Sicilia – ci dispiace per Tutino e Samperi e per quelli che gli vanno dietro – non dipendono da due medici scelti dal presidente della Regione di turno, ma da giochi molto più grandi che hanno molto a che vedere con la Massoneria. Tant’è vero che tre di loro, tutt’ora in carica, non avevano raggiunto il punteggio fissato da una speciale commissione nominata proprio dall’assessore Lucia Borsellino! Come siano potuti diventare direttori generali noi non l’abbiamo capito: ma dubitiamo molto che c’entrino Tutino e Sampieri!

Leggiamo – ma l’avevamo letto anche qualche anno fa – che la nomina a primario del dottore Tutino sarebbe illegittima. E ci chiediamo e chiediamo: come hanno fatto gli uffici dell’assessorato regionale alla Salute a non accorgersene? Dobbiamo pensare che non hanno controllato le ‘carte’?

Noi, di cose strane, ne abbiamo vista tante. Anche incarichi importanti affidati a Tutino dall’assessore Borsellino. Poi la storia è quella che è: ma noi parliamo con i numeri e con le ‘carte’. E appunto perché parliamo con i numeri e le 'carte' riteniamo che l’esperienza di Lucia Borsellino all’assessorato regionale alla Salute non sia stata esaltante. Anzi. Alla fine, è stata l’assessore del peggiore governo della storia dell’Autonomia siciliana: il governo Crocetta. Dentro questo governo ha condiviso tante cose, che noi abbiamo provato per sommi capi a raccontare. Fatti politici e amministrativi che hanno penalizzato la Sicilia. Da dimenticare è il governo Crocetta. Ma da dimenticare sono anche l’assessore Lucia Borsellino e i partiti che hanno sostenuto questa disastrosa esperienza politica e amministrativa.     

  

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Giulio Ambrosetti

Giulio Ambrosetti

Sono nato a Palermo, ma mi considero agrigentino. Mio nonno paterno, che adoravo, era nato ad Agrigento. Ho vissuto a Sciacca, la cittadina dei miei genitori. Ho cominciato a scrivere nei giornali nel 1978. Faccio il cronista. Scrivo tutto quello che vedo, che capisco, o m’illudo di capire. Sono cresciuto al quotidiano L’Ora di Palermo, dove sono rimasto fino alla chiusura. L’Ora mi ha lasciato nell’anima il gusto per la libertà che mal si concilia con la Sicilia. Ho scritto per anni dalla Sicilia per America Oggi e adesso per La Voce di New York in totale libertà.

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