Parigi, 28 dicembre 1895. In un saletta di un caffè parigino sul Boulevard des Capucins andò in scena la prima dimostrazione pubblica del cinematografo di Lumière. Davanti a un pubblico incuriosito vennero proiettati due documentari divertenti come l’arrivo di un treno in stazione e di un giardiniere annaffiato dalla sua stessa pompa. Il successo fu clamoroso. Da allora il cinema ha avuto un’ascesa sorprendente fino a diventare una vera e propria forma di arte autentica. Tuttavia, agli inizi della sua comparsa subì il disprezzo degli intellettuali, perché considerato una curiosità da fiera. Dobbiamo il suo ingresso negli ambiente artistici a un poeta del calibro di Gabriele D’annunzio il quale, nel lontano 1914, prese parte alla sceneggiatura del film “Cabiria” a firma di Giovanni Pastrone.
Fin dai primi anni del ‘900 grandi registi seppero sfruttare la possibilità dell’immagine mettendo a nudo debolezze, ipocrisie e sofferenze della gente e la propria condizione nella società. Nel giro di poco tempo il cinema è diventato una vera industria. La sua evoluzione e il suo progressivo ingigantirsi hanno dato vita alla pellicola di massa; a pagarne le spese è stato il buon livello artistico del prodotto cinematografico. Così sono venute fuori due tipologie di cinema: quello d’autore e quello di massa.
Il primo è quello in cui si muovono le Rassegne di Cinema d’autore. Le iniziative offrono la proiezione di Corti e di Docufilm di alta qualità, quasi tutti indipendenti. L’ennese Beppe Manno da un anno organizza in giro per la Sicilia la ‘Rassegna di cinema itinerante’, offrendo al pubblico il piacere di scoprire il pregio di questa forma di cinema. L’iniziativa ha preso il via l’8 giugno 2014 da Catenanuova, in provincia di Enna, e da allora è un continuo di appuntamenti che allietano il pubblico di piazze e di luoghi di cultura dell’Isola.
A Beppe Manno abbiamo posto alcune domande.
Cosa significa per lei “vivere” il cinema?
Per me il cinema è una passione da sempre. Viverlo significa scoprirne le sue qualità migliori; questo equivale a un cinema d’autore e di qualità in cui si affrontano tematiche profonde e complesse.
Quando è nata l’idea di dare vita a una Rassegna itinerante?
L’idea è nata più di un anno e mezzo fa e da allora è stato un continuo di eventi.
Quante e quali difficoltà incontra per portare avanti il progetto?
La rassegna è sempre benvoluta. Le difficoltà che incontro sono per lo più di tipo logistico.
Su quali elementi si basa la scelta dei corti e dei documentari da proiettare?
Gli elementi su cui mi baso sono la storia e la buona qualità del prodotto in generale.
La rassegna quanto viene apprezzata dal pubblico?
La rassegna piace molto anche se la gente non è abituata a vedere film impegnativi. Questo è un tipo di cinema diverso da quello che viene fatto in televisione e bisogna abituare il pubblico a poco a poco.
Che tipo di linguaggio privilegia il cinema di nicchia?
Il linguaggio del cinema di nicchia sono le storie piene di profondità e la qualità del prodotto.
In poco tempo la kermesse conta numerose tappe. Quali le più significative?
Ce ne sono tante tra cui quelle di Regalbuto e di Agira, in provincia di Enna; poi Nicolosi, in provincia di Catania; Palazzolo Acreide, nel Siracusano. E, ancora, L’Arci Tavola tonda di Palermo, Il palazzo della cultura di Catania e l’ultima, quella di Pietraperzia, sempre nell’Ennese. Tutte ben riuscite.
Quali i prossimi appuntamenti?
A Enna l’11 giugno presso il caffè letterario Al kenisa e una due giorni ad Agira nell’ambito dell’Entroterra Festival che si terrà l’1 e il 2 luglio prossimi.
Il linguaggio del cinema viene continuamente modernizzato. E’ un bene o un male?
La cinematografia è una delle forme d'arte moderna, nonché uno dei più grandi fenomeni sociali, mediatici e culturali di fine diciannovesimo secolo. Il cinema è una scienza di emozioni, racconta storie e ci dà informazioni. E quindi è più che un bene.